Regione Liguria, dubbi sulla presenza di amianto negli uffici. Il sindacato: “Rischi inaccettabili”

  • Postato il 29 aprile 2025
  • Altre News
  • Di Genova24
  • 3 Visualizzazioni
Il Centro dei Liguri, viaggio tra degrado e brutalismo nella city genovese

Genova. Cresce la preoccupazione per la salute dei lavoratori della Regione Liguria dopo la decisione di mettere in smart working tutti i dipendenti della sede di via D’Annunzio 111 per effettuare campionamenti sulla qualità dell’aria durante i lavori di riqualificazione in corso. I dubbi sarebbero connessi alla possibile presenza di amianto, anche se gli edifici che ospitano gli uffici dell’ente risultavano bonificati già diversi anni fa.

“I dipendenti sono stati fatti evacuare dagli uffici regionali a causa di odore di bruciato e successivamente per odore di gas e polvere provenienti dai lavori all’impianto di aereazione – riporta il consigliere del M5s Stefano Giordano che oggi ha presentato un’interrogazione sul tema in aula -. L’immobile è stato oggetto di bonifica in passato e attualmente è presente solo amianto confinato, con le lavorazioni in corso che parrebbero non riguardare le parti confinate. Le demolizioni in atto sembrerebbero definite come non strutturali, riguardanti tramezzature in laterizio, ma nonostante ciò i lavori con martello pneumatico generano, oltre a rumori assordanti, polveri che si diffondono negli uffici di Regione Liguria attraverso il sistema di areazione e le finestre generando un rischio concreto per la salute dei lavoratori avendo seri impatti sulla salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro”.

L’assessore al Personale Paolo Ripamonti ha annunciato di avere fatto alcuni sopralluoghi, ha assicurato che sarà fatto tutto il necessario tempestivamente per salvaguardare la sicurezza del personale e ha dichiarato di avere ricevuto un elenco dettagliato delle criticità sulla cui base sarà stilato un cronoprogramma degli interventi.

“La domanda scontata che qualunque bravo amministratore avrebbe dovuto farsi subito dopo i fatti è: che cosa hanno respirato i lavoratori? La domanda che facciamo noi è a questo punto: perché i dipendenti non sono stati messi al sicuro in un altro stabile prima, preventivamente, visto che siamo alla seconda bonifica di amianto in pochi anni? Per l’ennesima volta – replica Giordano – chi è al timone corre ai ripari solo dopo i fatti? Corre l’obbligo di ricordare a chi governa che la prevenzione è la regola aurea per tutelare i cittadini, la loro incolumità e salute e il Dl 81 parla chiaro”.

Sulla vicenda arrivano poi le precisazioni del sindacato Uil Fpl: “Da tempo e ben prima dell’avvio dei lavori nella vicina sede di via D’Annunzio 113, denunciavamo insieme ai lavoratori le gravi criticità che interessano lo stabile di via D’Annunzio 111, un edificio che condivide da anni con la torre gemella il medesimo problema strutturale: la possibile presenza di amianto. Nel caso di via D’Annunzio 111, il problema riguarda l’efficacia del confinamento eseguito oltre vent’anni fa. Ad oggi i materiali di perimetrazione risultano visibilmente deteriorati: rivestimenti contenenti amianto nei muri perimetrali, pavimenti in linoleum degradato e soffitti privi di sigillatura adeguata potrebbero rappresentare un rischio concreto per la salute dei lavoratori. I lavori in corso al civico 113 – stabile abbandonato nel 2007 proprio per la presenza di amianto friabile – hanno aggravato ulteriormente la situazione”.

“A fronte di tutto ciò – prosegue il sindacato – riteniamo originale che l’unica motivazione ufficialmente indicata per l’adozione dello smart working sia il rumore prodotto dalle apparecchiature di campionamento. I disagi e i rischi reali per i dipendenti potrebbero andare ben oltre il rumore: si tratta di polveri che di qualsiasi natura originino, attraverso sistemi di aerazione e finestre, si diffondono negli ambienti di lavoro compromettendone la salubrità. Nelle ultime settimane, ripetuti episodi relativi a odori sospetti e dispersione di polveri hanno reso evidente un quadro di rischio che non può più essere ignorato”.

Il sindacato “chiede con decisione che vengano immediatamente condivisi i risultati completi dei campionamenti effettuati da Arpal o altri enti competenti, e che, se necessario, siano svolte verifiche indipendenti tramite una società terza, con una valutazione approfondita dello stato di salute dei lavoratori della sede di via D’Annunzio 111 attraverso accertamenti mirati. Inoltre, si sollecita l’individuazione urgente di spazi fisici alternativi e salubri presso sedi regionali già disponibili, dove trasferire in modo definitivo i dipendenti attualmente esposti a rischi inaccettabili. È tempo di prendere decisioni responsabili per tutelare realmente la salute dei lavoratori.”

Autore
Genova24

Potrebbero anche piacerti