Regno Unito, il volto del declino: giovani senza futuro, immigrazione fuori controllo e la censura che divide il Paese
- Postato il 26 agosto 2025
- Di Panorama
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La Gran Bretagna da qualche tempo a questa parte è divenuta una sorta di specchio deformante e allo stesso tempo sincero. Guardandolo si può scorgere il volto più rovinato e stravolto dell’Occidente, si osserva il declino in diretta. La nazione in cui il woke e il politicamente corretto ancora dominano è la stessa in cui – parole del ministro dell’istruzione Bridget Phillipson – le istituzioni non riescono a «garantire il successo scolastico dei bambini bianchi della classe operaia». Stando ai risultati dei test che misurano le competenze acquisite a scuola, «quattro quinti dei bambini provenienti da contesti operai bianchi non hanno le competenze di inglese e matematica necessarie per avere successo nella vita». Non stupisce troppo che gli inglesi appena più grandi, quelli tra i 16 e i 24 anni, non stiano poi molto meglio, anzi. Secondo un rapporto realizzato dal think tank Centre for social justice, il numero di giovani inglesi «che non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazione – noti come Neet – è aumentato di quasi 200.000 unità dall’inizio della pandemia, raggiungendo quota 948.000». In compenso, nota il Daily Telegraph, «il numero di migranti sotto i 25 anni con un impiego nel Regno Unito è quadruplicato». Insomma, il quadro è drammatico: «I britannici sotto i 25 anni vengono estromessi dal mercato del lavoro a causa dell’immigrazione di massa, dell’aumento delle imposte sui salari e dell’aumento dei sussidi».
Immigrazione e mercato del lavoro
Esaminando i settori in cui vengono invece impiegati i giovani extracomunitari, si scopre che l’immigrazione di massa serve effettivamente a creare un esercito industriale di riserva composto da lavoratori poco pagati la cui presenza consente di livellare i salari verso il basso. Secondo il Centre for social justice, «l’aumento delle assunzioni di migranti extracomunitari si è concentrato principalmente in settori come il commercio al dettaglio e l’ospitalità», cioè laddove serve lavoro meno qualificato. «L’aumento della forza lavoro giovane extracomunitaria non sembra riflettere la richiesta da parte dei datori di lavoro di lavoratori altamente qualificati non disponibili nel Regno Unito. Sembra che le aziende che operano nei settori in cui solitamente lavorano giovani meno qualificati abbiano una crescente preferenza per i lavoratori extracomunitari».
Non entrano dunque i lavoratori che mancano al Regno Unito, ma una massa di persone che va a sottrarre impieghi ai giovani autoctoni, nella più classica delle guerre tra poveri. Nel frattempo, come se non bastasse, emerge che i giovani britannici che fanno parte della categoria Neet abbiano anche crescenti problemi di salute mentale.
Giovani e disagio psichico
Coloro che soffrono di qualche forma di disagio psichico sono oltre 250.000 (un aumento di 83.000 unità rispetto al 2019). Di questi circa 128.000 soffrono di depressione o ansia (con un aumento di 36.000 unità dall’inizio della pandemia). Molti di questi percepiscono il cosiddetto reddito universale o accedono a qualche forma di welfare per invalidità. Un bel ritratto dell’Occidente del futuro.
Proteste contro gli hotel per migranti
Tutto ciò ovviamente non passa inosservato, almeno agli occhi dei cittadini che si trovano quotidianamente ad affrontare (anche) i disagi causati dalla migrazione di massa. Da giorni nel Regno Unito, anche se la gran parte dei media europei non ne parla, ci sono proteste feroci contro i cosiddetti hotel per migranti. In sostanza il governo, per fare fronte all’aumento di arrivi di stranieri irregolari, ha deciso di agire come si faceva in Italia tempo fa, piazzando cioè i richiedenti asilo negli alberghi, compresi alcuni che non venivano più usati per ospitare viaggiatori. Martedì scorso il Consiglio comunale della cittadina di Epping, nell’Essex, ha ottenuto una sentenza dell’Alta corte che ordina la chiusura del Bell hotel, un albergo locale che è stato rimesso in servizio per ospitare stranieri. Ebbene, per il tribunale i richiedenti asilo dovranno abbandonare la struttura entro il 12 settembre. Il partito conservatore e Reform di Nigel Farage hanno annunciato azioni legali simili in altre città, e se ottenessero risultati positivi la situazione si farebbe piuttosto complicata per i laburisti al governo. Non che ora le cose vadano benissimo. Sabato in decine di città inglesi si sono tenute altre manifestazioni davanti agli hotel per migranti, e in alcuni casi i partecipanti si sono scontrati con gruppi di sinistra e sedicenti antirazzisti. È un film già visto: anche un anno fa, più o meno in questo periodo, ci furono rivolte anti immigrazione dopo il massacro di Southport compiuto da Axel Rudakubana, un diciassettenne figlio di immigrati ruandesi che ha accoltellato e ucciso varie bambine che stavano partecipando a un saggio di danza sulle musiche di Taylor Swift nella sala polivalente cittadina. Il killer aveva già mostrato segni di squilibrio ed è stato trovato in possesso di un manuale di Al Qaeda per azioni terroristiche.
Repressione e libertà di espressione
Dopo gli omicidi, in varie città ci sono stati scontri e sollevazioni, alcuni dei quali sono sfuggiti al controllo delle Forze dell’ordine. Per tutta risposta, il primo ministro laburista Keir Starmer ha ordinato una pesante repressione, che ha portato a centinaia di arresti. Il problema è che non sono finiti nel mirino solo coloro che avevano partecipato ai disordini, ma anche cittadini che si erano limitati a pubblicare online commenti che sono stati ritenuti dalle autorità fomentatori di odio. È accaduto a Lucy Connolly, madre di famiglia quarantenne con un marito malato e già profondamente ferita dalla perdita di un figlio. Sentita la notizia del massacro in tv, ha pubblicato un commento arrabbiato sui social, poi cancellato nel giro di poche ore. Per questo è stata arrestata e condannata a 31 mesi di carcere. Scontato circa il 40% della pena, è stata scarcerata pochi giorni fa.
Nigel Farage ha annunciato che parlerà del suo caso durante la sua audizione davanti alla commissione Giustizia della Camera statunitense prevista per il prossimo 3 settembre. Il leader di Reform sostiene, a ragione, che si tratti di un caso decisamente emblematico delle condizioni della libertà di espressione nel Regno Unito. La Connolly non potrà seguire Farage negli Usa poiché le condizioni del suo rilascio sembra che non prevedano l’espatrio. Ma la sua storia merita di essere raccontata il più possibile, perché è un altro sintomo pesante del declino della Gran Bretagna. Una nazione in cui i giovani bianchi della working class non hanno un futuro e probabilmente nemmeno un presente, in cui l’immigrazione continua a causare tensioni sociali pazzesche a cui il governo di sinistra risponde con censure e nuovi deliri politicamente corretti. Salvo poi fingere di sfoderare il pugno di ferro contro gli stranieri irregolari: da settimane Starmer pubblica post su X che dalle nostre parti gli varrebbero per lo meno accuse di fascismo, nel tentativo bieco di arginare l’avanzata di Farage. Peccato che i suoi giri di vite sui migranti si fermino alle sparate online. Per altro non tanto più moderate di quelle che sono valse a Lucy Connolly una condanna a oltre due anni di carcere.
Questo, in estrema sintesi, è lo stato dell’Inghilterra: un degrado che ci mostra come potremmo diventare, o come forse stiamo già diventando.