Rende, flash mob del personale precario CNR

  • Postato il 19 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Rende, flash mob del personale precario CNR

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Movimento dei Precari Uniti CNR: un flash mob davanti alla sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche per raccontare la drammatica condizione di centinaia di lavoratrici e lavoratori. Professionisti altamente qualificati, selezionati e valutati anno dopo anno, rischiano di essere estromessi dall’Ente a causa della mancanza di fondi, dell’assenza di governance e dell’immobilismo politico.


RENDE (COSENZA) – Con una valigia in mano – simbolo amaro di una partenza forzata, di vite e carriere appese a un filo – questa mattina (19 maggio), il personale precario del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) darà vita a un flash mob davanti alla sede centrale dell’Ente, in Piazzale Aldo Moro. L’iniziativa, promossa dal Movimento dei Precari Uniti CNR insieme alle sigle sindacali, intende puntare i riflettori sulla drammatica condizione di centinaia di lavoratrici e lavoratori che rischiano di essere espulsi dal sistema della ricerca pubblica.

Rende, flash mob del personale precario CNR: la denuncia

La protesta denuncia una situazione sempre più insostenibile. Oggi quasi un terzo del personale del CNR lavora in condizione di precarietà, nonostante anni di esperienza e il possesso dei requisiti previsti per la stabilizzazione, come indicato dal decreto legislativo 75/2017 (legge Madia) e dall’articolo 12-bis del decreto legislativo 218/2016 (Tenure Track). Tuttavia, le risorse stanziate dal Governo sono del tutto insufficienti: dei 10 milioni di euro ottenuti lo scorso dicembre grazie al contributo delle opposizioni parlamentari (AVS, PD, M5S), solo una parte sarà destinata alle assunzioni, lasciando fuori la maggioranza degli aventi diritto.

A complicare il quadro, si aggiunge una preoccupante paralisi amministrativa all’interno dell’Ente. Tre dei quattro membri del Consiglio di Amministrazione devono essere sostituiti, bloccando di fatto le principali attività decisionali. Inoltre, il mandato dell’attuale presidente scade il prossimo 26 maggio, senza che sia stata ancora indicata una figura per la successione. L’incertezza istituzionale sta già rallentando i progetti e mettendo in crisi la pianificazione scientifica. Una situazione talmente grave da spingere anche i direttori dei Dipartimenti e degli Istituti a scrivere al Ministero dell’Università e della Ricerca per chiedere interventi urgenti.

La valigia è il simbolo della mobilitazione

I manifestanti hanno scelto la valigia come simbolo della mobilitazione: una valigia che rappresenta la possibilità concreta di dover abbandonare tutto – lavoro, casa, città – non per scelta, ma per mancanza di alternative. All’interno, non solo effetti personali, ma anni di studio, sacrifici, esperienze professionali e un curriculum che racconta una storia di impegno e dedizione alla scienza.

Il Movimento dei Precari Uniti chiede:

  • al Governo, uno stanziamento straordinario per assumere tutto il personale avente diritto alla stabilizzazione;
  • all’Ente: l’attuazione immediata dei percorsi di reclutamento previsti dalle leggi vigenti, e la definizione di un iter chiaro e veloce per le stabilizzazioni, da concludere prima della scadenza dei contratti, così da evitare l’interruzione delle attività scientifiche in corso e la dispersione delle competenze.

La protesta di oggi non è solo un grido di allarme: è un atto d’amore verso la ricerca pubblica e una richiesta di dignità. Lasciare che le sedi del CNR si svuotino significa compromettere anni di ricerca pubblica e causare un danno irreparabile non solo ai lavoratori, ma al futuro scientifico e tecnologico del Paese.

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