Report-Garante, Sangiuliano mandò i ricorsi a Ghiglia: “Caro Agostino, non chiediamo favori”. E lui attivò la segreteria “con urgenza”
- Postato il 29 ottobre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il 13 ottobre 2024 l’ex ministro Gennaro Sangiuliano scrive ad Agostino Ghiglia, componente del Collegio del Garante per la Privacy in quota Fratelli d’Italia, e gli inoltra i due ricorsi presentati a nome suo e della consorte Federica Corsini sulla vicenda Boccia, cioè gli audio della conversazione per cui Report giovedì scorso è stata multata con 150 mila euro. Nel messaggio, mostrato in anteprima da Report, si legge: “Buona domenica, caro Agostino. Non chiediamo alcun trattamento di favore, ma solo i diritti di ogni cittadino».
Dopo aver ricevuto il messaggio, Ghiglia coinvolge Cristiana Luciani, che all’epoca faceva parte della sua segreteria. Luciani è moglie di Luca Sbardella, deputato di Fratelli d’Italia, membro della Giunta delle elezioni e della Commissione di Vigilanza Rai, con una lunga carriera nel settore dei dati personali e un passato al ministero della Cultura. Dal 2024 è Responsabile anticorruzione del Garante.
Secondo quanto anticipato da Report, Ghiglia le chiede di “incardinare subito procedimenti urgenti” sui reclami firmati dalla coppia Sangiuliano–Corsini. Intervistata, Luciani nega qualsiasi interferenza politica: dice che lavora al Garante da quindici anni, “ben prima che Fratelli d’Italia fosse al governo”, e che non le è mai stato chiesto di intervenire su un procedimento specifico. “Sta scherzando? Mi meraviglio, sono cose molto gravi che vengono dette”, replica alle domande.
Il punto, però, è politico oltre che istituzionale. Sangiuliano aveva negato di essersi rivolto al Garante, sostenendo che la segnalazione fosse stata presentata soltanto dalla moglie e dunque pur solidarizzando con Ranucci non poteva farci niente. “No, non sono stato io, è stata mia moglie, ha fatto lei l’istanza” aveva detto al Fatto Quotidiano. Ma il provvedimento del Garante, che ha inflitto la sanzione da 150 mila euro alla Rai, riporta entrambi i nomi in calce — Sangiuliano e Corsini — come segnalanti.
Sangiuliano diceva questo il 22 ottobre, ore 15:43, cioé alla vigilia della decisione e proprio mentre il “caro Agostino”, suo amico e collega di partito membro del collegio giudicante, si trovava già negli uffici di via della Scrofa, dove incontrerà Italo Bocchino e Arianna Meloni. L’indomani Ghiglia voterà per la sanzione.
E ora, la corrispondenza diretta con Ghiglia e l’intervento della sua segreteria rendono quella versione sempre meno credibile. Un episodio che aggiunge un tassello cruciale al mosaico già tracciato dalle ricostruizioni del Fatto: un collegio della Privacy attraversato da pressioni politiche, relazioni personali e conflitti d’interesse che minano l’indipendenza dell’Autorità chiamata, per legge, a garantirla. Ma ora si vede l’intera traiettoria: dall’inizio del procedimento con gli scambi Sangiuliano–Ghiglia–Luciani fino alla fine, con Ghiglia che si reca nella sede di Fratelli d’Italia e incontra Arianna Meloni alla vigilia del voto sulla sanzione.
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