Retata in vista a Milano, Meloni sempre up ma Macron se ne inventa una nuova

  • Postato il 17 luglio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Che succede  a Milano? A leggere i giornali, un autentico putiferio, una tempesta che vede anche il sindaco Giuseppe Sala traballare.

La procura chiede l’arresto di sei persone di “prestigio”, tra cui l’assessore Tancredi Sala e il re del mattone Manfredi Catella. Il titolo a tutta pagina della Verità è sintetico al massimo: “Un Mattone cade in testa a Sala”.

Lui, il primo cittadino si difende: “Non mi riconosco nella lettura del procuratore Marcello Viola”. Ma la poltrona su cui siede non ha per il momento grande stabilità: Forza Italia è dalla sua parte, Fratelli d’Italia e 5Stelle chiedono dimissioni immediate. Il Pd tace, la giunta ha una maggioranza di centro sinistra, è un vero e proprio putiferio.

Allora è meglio non aprire bocca. Se fosse successo il contrario, apriti cielo: Elly Schlein sarebbe stata presente a tutti i talk show politici, avrebbe fatto fuoco e fiamme. Ora, invece, meglio tapparsi la bocca e attendere tempi migliori. La prudenza in questi casi non è mai troppa.

Le accuse sono violente: corruzione e politica ancora una volta si intrecciano e la tanto decantata ricostruzione urbanistica di Milano mostra i suoi lati deboli, anzi debolissimi. 

Il mito di Milano capitale morale

Retata in vista a Milano, Meloni sempre up ma Macron se ne inventa una nuova
Retata in vista a Milano, Meloni sempre up ma Macron se ne inventa una nuova (foto ANSA) – Blitz quotidiano


Però, è meglio non avventurarsi in ipotesi  che poi potrebbero essere smentite dai fatti. Meglio non entrare nel merito dell’ inchiesta, questo è un compito che spetta solo ai giudici ed è a loro che bisogna dar retta salvo smentite dell’ultima ora piuttosto frequenti se dobbiamo dare uno sguardo al passato. Per questa ragione, preferiamo non andare oltre e aspettare che la situazione si chiarisca e non sorgano dubbi a proposito.

Certo lo schiaffo è duro, se si pensa che Milano è considerata la capitale economica del nostro Paese. Un manrovescio che le fa molto male se si pensa al prestigio di cui gode la città della Madonnina. Per questo motivo è bene procedere con i piedi di piombo, occupandoci dei guai della nostra politica che non sono pochi.

I sondaggi premiano Meloni

Giorgia Meloni guida il Paese da mille giorni. Si può fare un bilancio del suo esecutivo? Figurarsi: Guelfi e Ghibellini si riempiono la bocca; destra e sinistra paiono vivere in due Nazioni diverse. Per la maggioranza sono stati fatti molti passi in avanti e a dimostrarlo ci sono i sondaggi che vogliono Giorgia sempre in cima alle preferenze degli italiani.

La sinistra tuona, ritiene che siamo allo sbando. L’economia è in crisi, la povertà aumenta, i salari spesso fanno far fatica ad arrivare alla fine del mese. Scuola e sanità sono a pezzi. Insomma, un naufragio. 

A chi dar retta? Alla realtà dei fatti i quali dicono che la premier gode di un ottimo prestigio in Europa, che molti Paesi la stimano e ritengono che possa essere la testa di ponte con l’altra sponda dell’Oceano.

Donald Trump dice di lei che è una statista che fa molto bene all’Italia, li unisce un buon feeeling.

Replica l’opposizione: “Se è così, come mai il presidente degli Stati Uniti con le sue idee sui dazi ha messo l’Italia con le spalle al muro? Come mai Giorgia non interviene dicendo a Donald che se la percentuale del trenta per cento non arretrerà abbondantemente, il nostro Paese sarebbe allo sbando?”

 Bisogna arrivare alla fine del mese per rispondere a questi interrogativi. Non c’è dubbio che se il presidente americano non farà una rapida marcia indietro, le polemiche divamperebbero e le elezioni regionali d’autunno potrebbero rappresentare una vera e propria cartina di tornasole per il governo.

Già, si torna al voto tanto per cambiare: alle urne in sei regioni e finora non si è trovato il bandolo della matassa per capire chi saranno i favoriti.

Grande maretta e difficoltà nella scelta sia a destra che a sinistra. Il tutto mentre il braccio di ferro sul terzo mandato non è stato ancora risolto. Alla fine di un vertice svoltosi ieri, i nomi che piacciono all’esecutivo sono un mistero. “Non abbiamo novità al riguardo”. sostiene la maggioranza; mentre la minoranza si contende alcune piazze come quelle della Toscana, del Veneto, delle Marche e della Campania. Chi vuole questo o chi vuole quello: una lotta infinita che non si fermerà se non alla vigilia della competizione.

Se Sparta piange, Atene non ride: Non  è che nel resto dell’Unione Europea si vivano giorni tranquilli. Le decisioni di Trump fanno tremare tutti, Francia compresa che la deve smettere di darsi delle arie con il suo presidente della repubblica. I conti non tornano nemmeno a Parigi e dintorni e allora Macron va alla ricerca di qualche soluzione.

Sapete come? Abolendo la festività della Pasquetta, sicuro che il suo popolo non mugugnerà. È una ipotesi che in Italia non reggerebbe nemmeno un minuto. Ve li immaginate, specialmente i romani, rinunciare alla gita “fori porta” agli inizi della primavera?

Sarebbe come non poter mangiare più gli spaghetti all’amatriciana o il pollo coi peperoni. Niente da fare: il Macron italiano dovrebbe dire addio alla poltrona che occupa a Palazzo Chigi. Senza tentennamenti.

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Autore
Blitz

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