Retegui coperto d’oro in Arabia (e l’Italia perde il suo centravanti)
- Postato il 10 luglio 2025
- Di Panorama
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Mateo Retegui va all’Al Qasdiah in Arabia Saudita. Una storia di mercato in cui vincono tutti o quasi. Ride certamente il giocatore, che firma un contratto da 20 milioni di euro netti a stagione che è dieci volte superiore a quello sottoscritto nell’estate 2024 sbarcando all’Atalanta dal Genoa. E sorride l’Atalanta cui è destinato un bonifico da 68 milioni di euro, con annessa plusvalenza da circa 50 maturata nell’arco di un solo anno. Un record o quasi. Impossibile dire di no alla corte saudita, sia per il calciatore che per il club.
Uno di quei win-win non infrequenti nella storie del calciomercato, soprattutto ora che gli arabi sono tornati a far sul serio, e l’età media di chi sceglie di trasferirsi nel deserto rinunciando al calcio europeo si va abbassando. Prima di Retegui, seppure con un ruolo diverso, è stato Simone Inzaghi a fare armi e bagagli lasciando l’Inter per sposare la causa (ben retribuita) dell’Al Hilal. E anche Theo Hernandez, dopo una resistenza iniziale, lo ha seguito senza grossi rimpianti.
Retegui in Arabia, quanto guadagnerà (lui e l’Atalanta)
Mateo Retegui, attaccante con passaporto argentino e italiano scovato dal ct Mancini in Argentina e da lì portato in nazionale, non senza critiche e polemiche, è stato il capocannoniere dell’ultimo campionato di Serie A: 25 reti con la maglia dell’Atalanta. A Bergamo era sbarcato all’improvviso, acquistato nell’arco di poche ore dopo il grave infortunio al ginocchio subito da Scamacca. Sartori e i Percassi ci hanno visto giusto: pagato 22 milioni di euro più 3 di bonus, viene rivenduto a 68 un anno più tardi con una plusvalenza da 50.
Prima dell’Atalanta, il suo debutto nella massima serie era stato meno scintillante: 9 gol in 31 partite con il Genoa. Meglio con la nazionale, per la quale è diventato in fretta un punto di riferimento confermato anche da Spalletti dopo l’investitura di Mancini. In azzurro Retegui è a quota 6 gol in 20 partite. Non tantissimi, ma nemmeno pochi per un movimento che da tempo cerca un numero ‘9’ di riferimento. Il passaggio in Arabia Saudita porterà nelle sue tasche 20 milioni di euro netti per le prossime quattro stagioni.
Retegui e l’Italia: Gattuso perde il suo attaccante di riferimento
Un’offerta impossibile da rifiutare e, infatti, non è stata rifiutata. Si racconta che Retegui abbia voluto rifletterci non poco perché consapevole del rischio di sparire dai radar del grande calcio all’età di 26 anni. Perfetta per chi è in trampolino di lancio, soprattutto nell’annata che porta al Mondiale della prossima estate cui l’Italia punta ad arrivare nonostante l’avvio ad handicap contro la Norvegia costato la panchina a Spalletti.
Il rischio per Gattuso di doversi rivolgere altrove è concreto. Non nell’immediato, ma con il passare dei mesi. Il campionato arabo, nonostante i grandi nomi via via coinvolti, rimane ancora molto poco competitivo rispetto al calcio europeo, soprattutto considerandone i ritmi. E’ vero che l’Al Hilal di Inzaghi ha vissuto un Mondiale per Club da grande, eliminando il Manchester City e pareggiando con il Real Madrid, ma si tratta fin qui di un’eccezione e non della regola.
Inoltre l’Al Qadsiah, quarto nella passata stagione abbastanza distante dalle grandi, non rappresenta l’élite del torneo saudita ma un’outsider che sogna il salto di qualità. Pochi dei giocatori che sono andati a giocare nella Saudi League sono rimasti centrali a livello internazionale. Per Cristiano Ronaldo (Al Nassr e Portogallo) e Aleksandr Mitrovic (Al Hilal e Serbia) che si sono confermati punti di forza delle rispettive nazionali, ce ne sono altri progressivamente spariti.
Gattuso considera Retegui uno degli attaccanti di un reparto che come centravanti conta anche su Moise Kean e Lorenzo Lucca, in attesa della conferma ad alto livello di Pio Esposito e del rientro all’attività di Gianluca Smacacca. Il problema? Messi insieme, questi quattro hanno fatto lo stesso numero di gol in azzurro – pochi, solo 6 – di Retegui. Che non sarà un fuoriclasse, ma è il ‘9’ che avevamo e che ora rischiamo di perdere, bruciato sull’altare dei soldi che vengono dal deserto.
Retegui in Arabia Saudita, il commento del presidente Figc Gravina
Un concetto espresso anche dal presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina: “Dispiace perdere dei ragazzi che in questo momento davano un apporto significativo alla maglia azzurra. Questo è l’effetto della globalizzazione, è uno degli aspetti negativi. Non riusciamo a fronteggiare o porre paletti nell’economia di mercato, questi sono i principi dell’economia e si rispettano.
Chiaramente lo seguiremo, ma capite che per quanto ci riguarda la competitività di un campionato piuttosto importante a livello internazionale come il campionato italiano ti porta ad avere una formazione ben diversa. È un calciatore per noi fondamentale che si allontana, come purtroppo è avvenuto per altri. Speriamo di custodirlo nella maniera migliore possibile”.