Revenge porn e stalking per “vendicare le donne tradite”. Condannata a 2 anni e mezzo autoproclamata “giustiziera”

  • Postato il 9 novembre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Si proclamava “giustiziera” dei tradimenti virtuali e diceva di farlo per “difendere le donne”. Si fingeva un’altra persona e dalla Lombardia teneva chat erotiche con le vittime, scelte in maniera casuale, per diffamarle con i loro amici e le loro partner. E’ la storia di una donna, 55 anni, condannata a Prato a due anni e mezzo per revenge porn, diffamazione, stalking e sostituzione di persona. Complice del piano il figlio 30enne, condannato ad un anno ed otto mesi, che l’aiutava a creare dei profili falsi.

Il caso più eclatante riguarda la storia di un uomo pratese di 30 anni, sconosciuto ai due. Nel 2020 era stato adescato dalla donna con cui aveva scambiato messaggi erotici. Il materiale era stato poi inviato alla famiglia, agli amici ed alla compagna dell’uomo. Proprio quest’ultima era finita nel mirino della coppia ed aveva ricevuto il materiale non solo come screenshot ma anche stampato, per raccomandata, sul posto di lavoro. Come emerge dal processo si è fatta aiutare dal figlio quasi trentenne, assieme al quale ha architettato il piano e ha persino pedinato l’uomo in più occasioni, così da accumulare materiale fotografico che provasse la tesi della sua infedeltà. La donna condannata infatti non accettava il fatto che nonostante la sua azione la coppia presa di mira non si fosse lasciata: per questo ha messo in atto un vero e proprio pedinamento fotografico per proseguire la sua vendetta da presunta “giustiziera”.

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Il Fatto Quotidiano

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