Riarmo Ue, ok alla proposta della Commissione di non escludere le “armi controverse”: Ppe vota con l’estrema destra

  • Postato il 26 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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La maggioranza Giorgia batte di nuovo la maggioranza Ursula. Il Parlamento europeo, poco prima delle 13 del 26 novembre, ha respinto le tre obiezioni di The Left, Socialisti e Verdi al regolamento che modifica la definizione di armi vietate. Nel testo presentato da Palazzo Berlaymont nell’ambito del Libro Bianco sulla difesa europea Readiness 2030, si è deciso di sostituire il termine “armi controverse” con il termine “armi vietate” tra gli standard di riferimento della finanza sostenibile. Non un cambiamento da poco, secondo i partiti progressisti dell’emiciclo, dato che, spiegano, questo “limita l’ambito di applicazione dei tipi di armi esclusi a sole quattro categorie, nello specifico le mine antipersona, le munizioni a grappolo, le armi biologiche e le armi chimiche“, nonostante queste siano “vietate dalle convenzioni internazionali sulle armi di cui la maggior parte degli Stati membri è parte e sono elencate nel pertinente allegato”. Un problema che, però, non sembra esistere per il Partito Popolare Europeo che cerca, e trova, di nuovo la sponda dell’estrema destra per respingere le tre risoluzioni e mantenere invariata la proposta della Commissione von der Leyen.

La questione, come detto, è stata sollevata da tre gruppi al Parlamento Ue: Verdi, The Left e pure i Socialisti, seconda formazione più importante all’interno della maggioranza che sostiene la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Con specifiche diverse, nelle loro risoluzioni i tre gruppi chiedevano, tra le altre cose, che i tecnici di Palazzo Berlaymont rivedessero la scelta di non menzionare le “armi controverse” tra quelle che devono essere escluse dal progetto industriale e di riarmo Readiness 2030. In questo modo, tra i sistemi inclusi si troverebbero, tra le altre, armi nucleari, all’uranio impoverito, armi laser accecanti, frammenti non rilevabili, armi incendiarie come il fosforo bianco, e sistemi d’arma autonomi letali, meglio conosciuti come robot killer. In maniera ironica, rimangono vietate invece bombe a grappolo e mine antiuomo: le prime non hanno provocato alcuna reazione o protesta da parte dell’Ue quando l’amministrazione Biden decise di fornirle all’esercito ucraino, le seconde hanno visto diversi Paesi europei, nello specifico Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Finlandia, ritirarsi dal Trattato che le vieta. Niente da fare, comunque: nessuna delle tre obiezioni presentate ha ricevuto l’appoggio della maggioranza della Plenaria di Strasburgo.

Questo, oltre a orientare il futuro sviluppo dell’industria della difesa europea, mantiene aperto quello che nei palazzi di Bruxelles è considerato il più importante caso politico della nuova legislatura. Il Ppe, pur di non modificare la proposta della Commissione, ha deciso di staccarsi nuovamente dalla maggioranza Ursula all’interno dell’aula e di cercare l’appoggio delle destre estreme. Si tratta solo dell’ultimo ‘tradimento’ dei Popolari nei confronti delle formazioni centriste, una costante che si ripete fin dall’inizio della nuova legislatura. Gli ultimi casi erano stati quello del blitz col quale Manfred Weber ha bloccato una missione della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) dell’Eurocamera in Italia, per valutare il rispetto degli standard dello stato di diritto, e il voto sulla semplificazione delle direttive sugli obblighi di due diligence e reportistica ambientale per le aziende.

Subito dopo il voto è arrivata la reazione del Movimento 5 Stelle: “Il Parlamento europeo ha rigettato la nostra obiezione all’atto delegato della Commissione europea che apre a una nuova classificazione delle armi proibite – si legge in un comunicato – Sostituendo il criterio di esclusione delle ‘armi controverse’ dai benchmark di finanza sostenibile con il termine più ristretto ‘armi proibite’, questa vergognosa proposta, votata dai partiti di destra italiani, allenta le regole sugli investimenti militari e sulla finanza sostenibile. La lista delle armi che adesso saranno ammesse è lunga: nucleari, uranio impoverito, armi laser accecanti, frammenti non rilevabili, armi incendiarie al fosforo bianco, sistemi d’arma autonomi letali, robot killer. Questa modifica riduce la protezione degli investitori e apre a rischi di greenwashing, perché queste armi sono incompatibili con il diritto internazionale umanitario e con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Questo Parlamento prosegue senza sosta verso le politiche di riarmo, noncurante degli spiragli di pace che si aprono in Ucraina. Nel bilancio 2026 appena approvato aumentano gli stanziamenti per il programma EDIP di ben 619 milioni rispetto all’anno precedente, aumentano anche i fondi assegnati alla mobilità militare. Siamo all’ennesima tappa di trasformazione della nostra economia in economia di guerra”.

X: @GianniRosini

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Il Fatto Quotidiano

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