Ricerca mineraria in Liguria, Legambiente sulle barricate: “No a riapertura delle miniere, si pensi al recupero dei materiali”
- Postato il 2 luglio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Il nuovo programma nazionale di esplorazione mineraria prodotto da ISPRA e approvato dal Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica sui materiali di importanza tecnologica da sottoporre all’Unione Europea è stata pubblicato da poche ore e da subito sta suscitando perplessità nella vasta comunità ambientalista della nostra regione, coinvolta in prima linea per la eventuale riapertura di alcuni siti minerari per la ricerca di rame e grafite, rispettivamente in Val Graveglia in provincia di Genova e in Val Bormida nel savonese.
Tra i principali oppositori di questa nuova stagione dell’industria estrattiva Legambiente, che ha confermato la sua posizione: “Legambiente Liguria ha da tempo espresso forti preoccupazioni per la riapertura di siti minerali in queste zone e alla luce di quanto emerge dal programma di esplorazione appena redatto, ribadisce la propria contrarietà – scrive in una nota stampa divulgata questa mattina – Il documento è molto complesso e lungo e richiederà un’analisi e un approfondimento”.
Una prima valutazione relativa all’impatto che avrà questo programma sulla Regione Liguria la anticipa però Stefano Sarti, vice presidente di Legambiente Liguria e responsabile regionale parchi e aree protette. “Ad una prima lettura sembrerebbe che il sito minerario nell’area del Parco del Beigua – il Monte Tariné – non sia compreso. Se così fosse sarebbe una buona notizia frutto anche delle mobilitazioni che vanno avanti da anni organizzate da enti locali, dell’ente Parco e delle associazioni ambientaliste e da migliaia di cittadini che hanno firmato una petizione popolare contro la ricerca dell’estrazione di titanio. Nei prossimi giorni approfondiremo comunque se questa esclusione è davvero definitiva”.
“Preoccupa invece la decisione di portare avanti esplorazioni nelle zone comprese tra la Val Graveglia in provincia di Genova e la Val di Vara spezzina per la ricerca, rispettivamente, di rame e manganese e nella Val Bormida per la grafite — continua Sarti —. Questi materiali sono importanti per la transizione ecologica ed anche per evitare uno sfruttamento intensivo dei paesi del terzo mondo. Ma l’estrazione mineraria e, in questo senso anche l’esplorazione e la ricerca, non sono la soluzione! Bisogna puntare al recupero e al riciclaggio dei materiali, in un’ottica di economia circolare, cosa già fattibile per molti di essi”.
L’associazione ambientalista ricorda inoltre come Il Comune di Sestri Levante, tempo fa promosse una causa tuttora pendente al TAR contro il programma di monitoraggio, presentato al Ministero dell’ambiente dalla società interessata, proprio nelle zone del genovesato e dello spezzino. “Sarebbe opportuno verificare a che punto è questa pratica”.
Venerdì 4 luglio alle ore 15:00 presso la Società Ligure di Storia Patria a Palazzo Ducale Genova, si affronterà anche questo tema all’interno del convegno “30 anni di aree protette in Liguria, bilancio e sfide verso il 30% del territorio”. All’incontro organizzato per celebrare il trentennale della legge istitutiva delle aree protette della Liguria parteciperanno il presidente di Legambiente Liguria Stefano Bigliazzi, Stefano Sarti, vice presidente e responsabile regionale aree protette di Legambiente Liguria, Alessandro Piana, vice presidente della Regione Liguria e assessore ai parchi e i rappresentanti delle aree protette, gli enti locali, le associazioni ambientaliste e i cittadini. Concluderà l’incontro Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente nazionale.