Riforma della Giustizia, via libera dal Senato: Meloni esulta, opposizioni sul piede di guerra

  • Postato il 30 ottobre 2025
  • Di Panorama
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I numeri parlano chiaro: 112 favorevoli, 59 contrari e 9 astenuti. Passa così la quarta e ultima lettura della riforma che introduce la tanto agognata separazione delle carriere nella magistratura italiana. Uno step importante per il governo di Giorgia Meloni, ma non il traguardo finale.

Come richiesto dalla Costituzione, infatti, la parola passerà ai cittadini, che saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo.

La consultazione, che si svolgerà verosimilmente nella primavera del 2026, è richiesta giacché non è stata raggiunta la maggioranza di due terzi della Camera necessaria per approvare leggi di revisione o integrazione costituzionale, la riforma rimarrà quindi in sospeso fino a che la popolazione non si sia espressa in suo favore tramite lo strumento referendario (a cui non verrà applicato il quorum).

Esulta la premier Meloni

L’approvazione definitiva del disegno di legge costituzionale in Senato è stata accolta con grande entusiasmo dal Governo. La premier Giorgia Meloni ha rivendicato il risultato come un “traguardo storico” e un “impegno concreto mantenuto a favore degli italiani”.

In un post su X, ha espresso la sua soddisfazione: «Con l’approvazione in quarta e ultima lettura della riforma costituzionale della giustizia, compiamo un passo importante verso un sistema più efficiente, equilibrato e vicino ai cittadini».

Esulta anche l’iniziatore della riforma, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il quale ha definito l’approvazione cruciale per l’efficienza del sistema, invitando la magistratura a non politicizzare il referendum.

I capigruppo della maggioranza hanno subito avviato le procedure per la raccolta delle firme necessarie a indire il referendum, con l’obiettivo di indire il referendum confermativo nella primavera del prossimo anno.

I contenuti della riforma

Il fulcro della riforma costituzionale (otto articoli) è la separazione delle carriere tra Giudici e Pubblici Ministeri, volta a garantire la terzietà e l’imparzialità del giudice, separando chi giudica da chi accusa.

La riforma modifica l’articolo 104 della Costituzione, specificando che la magistratura sarà composta dai magistrati della carriera giudicante e della carriera requirente.

La separazione è anche istituzionale, con la creazione di due distinti organi di autogoverno, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica: il Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) giudicante e il Csm della magistratura requirente.

Entrambi i Consigli saranno composti per due terzi da togati e per un terzo da laici. I membri, sia togati che laici, non saranno più eletti, ma sorteggiati. I due Csm manterranno le competenze su assunzioni, trasferimenti e valutazioni, ma perderanno il potere disciplinare.

Viene istituita una nuova Alta Corte disciplinare di 15 membri, che avrà la giurisdizione disciplinare su tutti i magistrati. Le sue sentenze non saranno impugnabili in Cassazione. Le leggi attuative, infine, dovranno essere varate entro un anno dall’entrata in vigore.

Rabbia delle opposizioni

L’approvazione è avvenuta in un clima di forte tensione e contestazione da parte delle opposizioni (Pd e M5S). I senatori di PD, M5S e Avs hanno protestato veementemente in Aula, mostrando cartelli con la scritta “No ai pieni poteri”.

Giuseppe Conte ha parlato di un disegno pensato per «tagliare le unghie» alla magistratura e «depotenziarla», promettendo di contrastare l’iniziativa in ogni modo e di mobilitare i cittadini in vista del referendum.

Non poteva poi mancare l’accusa di Elly Schlein, secondo la quale il Governo non mirerebbe alla separazione delle carriere, ma a voler minare l’indipendenza della magistratura per ragioni politiche.

Secondo la leader del Pd l’obiettivo del centrodestra è quello di «modificare la Carta per avere magistrati che obbediscano al governo». Non è chiaro quale parte della riforma imponga ai magistrati di “obbedire al governo”, sempre che Elly Schlein abbia effettivamente letto il testo della riforma. Ad ogni modo, il verdetto finale spetterà ora ai cittadini.

Autore
Panorama

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