Riforma sanitaria, il sindaco di Albenga ascoltato in Regione: “Tutelare i territori e i servizi ai cittadini e valorizzare il ruolo dei sindaci”

  • Postato il 26 novembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Riccardo Tomatis sindaco Albenga

Albenga. Gli “effetti concreti” della riforma sanitaria, il ruolo dei sindaci, la tutela dei territori ed i servizi sanitari. Sono questi alcuni dei temi al centro dell’intervento del sindaco di Albenga, Riccardo Tomatis, durante la riunione della commissione Sanità svoltasi oggi in Regione.

Durante la sua audizione, il primo cittadino ingauno ha voluto evidenziare all’assessore alla sanità Massimo Nicolò alcuni timori legati alla riforma sanitaria che l’amministrazione Bucci intende mettere in atto: “Nella premessa del documento – spiega Riccardo Tomatis – sono elencati gli obiettivi che la riforma vuole raggiungere: si tratta di temi assolutamente condivisibili, perché rispondono a problemi reali quali le liste d’attesa, le fughe di pazienti verso altre regioni eccetera. Ma manca un pezzo, cioè la relazione causa-effetto: in quale modo l’attuazione di questa riforma raggiungerà questi risultati? Forse tramite il risparmio? Ma analizzando i dati forniti è difficile capire quale sarà il risparmio vero. Insomma, bene gli obiettivi, perché rappresentano le carenze più gravi della sanità. Ma non troviamo nella riforma l’indicazione di quali siano gli strumenti che ci permetteranno di rimediare a tali carenze”.

Insomma, per Tomatis “risulta difficile comprendere come una legge che interviene principalmente sulla riorganizzazione amministrativa e dirigenziale della sanità ligure possa generare ricadute significative sul piano organizzativo ed economico al punto da incidere sui problemi quotidiani riscontrati dai cittadini. Sarebbe utile chiarire il nesso causa-effetto previsto in termini operativi e di funzionamento dei servizi sanitari”.

Ci sono poi altri aspetti, più “tecnici” e specifici. “Il primo di questi – spiega Tomatis – è il timore che la riforma sia ‘genovacentrica’ e che quindi accentri la maggior parte delle risorse sul capoluogo. Parlo di timore non a caso: la riforma, infatti, è legata alla governance della sanità ligure e non riguarda gli aspetti medici”.

In questo senso, Tomatis sottolinea che “la riforma sembra concentrarsi principalmente sul polo del San Martino, senza una visione complessiva degli altri ospedali. Ma è fondamentale sottolineare l’ottimo lavoro svolto sull’ospedale Santa Maria di Misericordia, che oggi dispone di un punto di primo intervento attivo 24 ore su 24 e ha visto un incremento significativo delle attività chirurgiche (407 interventi negli ultimi 4 mesi, da metà luglio a metà novembre all’incirca). Si ritiene che questo ospedale, pienamente funzionante e moderno, potrebbe operare in sinergia con l’ospedale Santa Corona, nell’ottica di un modello di ospedale unico distribuito su due plessi, garantendo così maggiore efficienza e qualità dei servizi. La riforma prevede la creazione di un polo ospedaliero metropolitano per l’area genovese: allo stesso modo si potrebbe creare un magari polo del ponente savonese con il Santa Maria di Misericordia ed il Santa Corona”.

Parlando di governance, è fondamentale capire “quale dovrà essere il ruolo dei sindaci. La riforma si propone di valorizzarlo, ma non è chiaro come, tramite quali strumenti si intende rafforzare il potere decisionale dei primi cittadini. Oggi la volontà dei sindaci viene esplicitata tramite la conferenza dei sindaci, che tuttavia non riesce a incidere sulle scelte sanitarie. Ritengo servano strumenti nuovi che poi la conferenza dei sindaci posa utilizzare per orientare le scelte delle istituzioni preposte. E’ bene ricordare che, alla fine, è il sindaco colui che ha la consapevolezza dei problemi del territorio, anche quelli sanitari. Quindi è necessario chiarire: le modalità di elezione del presidente della conferenza dei sindaci ed i compiti ed il ruolo effettivo della conferenza nel processo decisionale sanitario”.

C’è poi il tema della medicina territoriale: “Oggi i medici di famiglia sono sempre meno – sottolinea Tomatis – Così come sono sempre meno quelli che presidiano i piccoli comuni. Occorre attuare misure anche in deroga all’accordo collettivo nazionale o prevedere incentivi economici o di altra natura per fare in modo che i giovani medici siano spinti a prestare servizio anche nelle piccole realtà. Tali misure non comporterebbero un aumento dei costi della sanità, poiché contribuirebbero a ridurre accessi impropri a pronto soccorso e punti di primo intervento”.

Per quanto riguarda le funzioni ed i servizi sanitari, Tomatis sottolinea: “La riforma prevede un accentramento delle funzioni, in particolare di quelle amministrative. È fondamentale che questo non comporti un accentramento dei servizi sanitari stessi: i territori devono mantenere un’adeguata copertura sanitaria per evitare che le comunità locali risultino sguarnite o scoperte”.

Infine, a preoccupare Tomatis sono i tempi di adozione della riforma: “La riforma sembra voler essere adottata in tempi molto ristretti. Questo potrebbe limitare un adeguato confronto con i territori e una valutazione approfondita delle esigenze locali, rischiando di compromettere la sua efficacia”.

Il sindaco di Albenga ha lasciato la commissione Sanità con una garanzia: “L’assessore Nicolò ci ha ringraziato per l’intervento e si è impegnato a tenere conto di osservazioni e suggerimenti che abbiamo presentato”.

Autore
Il Vostro Giornale

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