Rigori, Var, simulazione e proteste: la stagione degli arbitri nei numeri
- Postato il 3 giugno 2025
- Di Panorama
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La stagione va in archivio con verdetti che sono arrivati in extremis. “Questo campionato è stato appassionante, ma di una difficoltà estrema” la sintesi del designatore della Serie A, Gianluca Rocchi: una constatazione di quello che è stato, soprattutto negli ultimi mesi con la conseguenza di non poter dare ai giovani lo spazio necessario per accelerare il processo di crescita. Eppure, la squadra degli arbitri italiani è uscita da tempo dall’Anno Zero e il lavoro fatto su alcuni di loro (Colombo e Sozza, due nomi non a caso) sta cominciando a dare frutti concreti.
Rocchi non dà pagelle pubbliche al campionato dei direttori di gara. Per quelle serve attendere le relazioni ufficiali che determineranno promozioni e bocciature con l’obiettivo di far scendere il numero degli uomini a disposizione, perché con i livelli delle ultime annate è complicato garantire impegni sufficienti a tutti e uniformità il più possibile condivisa. Cosa significa? Che quando ad agosto si tornerà in campo gli arbitri saranno 42 (erano 52 nel 2021 quando è iniziata l’era Rocchi) e gli assistenti 76 (87) mentre cresceranno i VMO, ovvero coloro che sono destinati solo al Var: 24 (erano 4).
Simulazione, errori e proteste: il pensiero di Rocchi e dell’AIA
Temi caldi di fine stagione. Il primo, la gestione degli errori dal punto di vista comunicativo: l’AIA e gli arbitri sono ormai una casa di vetro dove gli errori vengono messi in piazza, spesso in tempo quasi reale. Un percorso dal quale non si può tornare indietro (il format Open Var su DAZN va verso la conferma e non dispiace la modalità delle ultime giornate, meno aperta al talk e più alla spiegazione tecnica degli episodi). Rocchi ha confermato che non mostrare subito il video del rigore negato all’Inter contro la Roma non è stata una scelta indovinata, ma ha anche rilanciato: “Se ammetto uno sbaglio di un direttore di gara mi dovete dare la possibilità di continuare a designarlo. Questa mentalità va cambiata. A volte ho dovuto proteggerli per poterli far uscire la settimana dopo”.
Capitolo proteste, esagerate soprattutto nel finale della stagione con troppi allenatori cacciati: “Se la strada del dialogo non è corretta dirò ai ragazzi di essere più duri da subito, non sono tollerabili alcune proteste delle panchine”. Lo stesso per le simulazione, sceneggiate che ormai corredano tutte le partite e sulle quali nemmeno il Var può aiutare trattandosi spesso di ammonizioni cercate simulando le conseguenze di contatti leggeri: “E’ fastidioso, per noi e per tutti. Bisogna che questi comportamenti vengano messi all’indice in modo condiviso perché si interrompano”.
Anche perché proteste e simulazioni innescano un approccio alla figura dell’arbitro che nelle categorie inferiori, spesso, si trasforma in violenza. L’AIA sta studiando la correlazione tra quanto accade ai vertici e il riflesso alla base in attesa che si riesca a inserire in un prossimo decreto governativo il riconoscimento della figura di pubblico ufficiale per i direttori di gara del calcio professionistico. I numeri della violenza sono allarmanti, un’emergenza senza fine.
Serie A 2024/2025: rigori, Var, espulsione e falli fischiati
Rocchi spiega che l’arbitraggio nel campionato di Serie A si è ormai allineato ai parametri europei. Lo raccontano le statistiche. Nell’ultima stagione quasi tutti i numeri hanno visto il nostro campionato perfettamente sovrapponibile alle altre leghe top del Vecchio Continente mentre rimane una distanza rispetto a Champions ed Europa League che sono, però, un contesto tecnico diverso.
Un lavoro che dovrà proseguire anche l’anno prossimo. Se è vero che alcuni giovani arbitri ormai hanno consolidato la loro esperienza a livello nazionale, è un fatto che nel Mondiale per Club 2025 della Fifa non sia stato chiamato nessun fischietto del nostro Paese: “Un segnale che l’AIA non può far finta di non vedere, moltiplicando sforzi e investimenti per tornare presto ad avere un ruolo maggiore a livello internazionale” ha chiosato Antonio Zappi, presidente dell’AIA da qualche mese.
Serie A 2024/2025: le statistiche dei rigori
Nell’ultimo campionato la media rigori concessi in Serie A è stata di 0,27 a partita con una diminuzione netta rispetto allo 0,34 di un anno fa che era andato in controtendenza sul 2023 (0,28). In ogni caso a livello europeo il nostro campionato è ormai allineato tanto da poter dire che i cosiddetti “rigorini” sono spariti o quasi.
Solo la Premier League (0,22) ne ha visti concedere di meno, mentre Bundesliga (0,27), Liga (0,34) e Ligue1 (0,37) hanno avuto dati superiori o pari.

Serie A 2024/2025: interventi Var, errori cancellati e check silenziosi
Nell’ultimo campionato ci sono stati 136 interventi Var che hanno corretto errori di valutazione di campo (0,36 per ciascuna delle 380 gare della stagione). Accanto agli interventi Var si sono registrati 2.065 checks silenziosi (5,43 per partita). La media di 0,36 è inferiore rispetto allo 0,40 della stagione precedente e allo 0,39 del 2023. Il Var ha sanato il 91% degli errori confermandosi strumento imprescindibile: il tema non è se debba esserci o no, ma come valorizzarne la funzione sempre di più.
Nello specifico, gli interventi si sono concretizzati in 72 OFR (On Field Review), 64 cambiamenti di decisione senza richiedere la visualizzazione dell’arbitro al monitor e in un caso (Genoa-Fiorentina, Collu) la conferma della scelta di campo anche dopo la revisione suggerita dalla sala Var.