Rimpatriato in Gambia uomo gay detenuto nel CPR di Torino: la denuncia di Arcigay

  • Postato il 15 ottobre 2025
  • Cronaca
  • Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Un uomo di origine gambiana, identificato con le iniziali E.J., è stato rimpatriato forzatamente nel suo paese d’origine lo scorso 26 settembre, mentre era detenuto nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di corso Brunelleschi, a Torino.
La segnalazione è arrivata dagli avvocati Simona Rullo e Andrea Giovetti, che hanno denunciato la gravità dell’accaduto: l’uomo aveva infatti presentato una nuova domanda di asilo politico, dichiarando la propria omosessualità, ma la richiesta era stata respinta dalla Commissione territoriale.

A soli quindici giorni dall’udienza per il ricorso, E.J. è stato deportato in Gambia, dove rischia persecuzioni e detenzione a vita in base al codice penale locale, che criminalizza l’omosessualità come “atto contro natura”.

Arcigay Torino: “Violato il diritto d’asilo e la dignità della persona”

“Questo è uno dei tanti episodi di rimpatrio di persone LGBTQIA+ a cui non è stato garantito il diritto d’asilo”, ha dichiarato Lara Vodani, presidente di Arcigay Torino.
“Ricordiamo che in Gambia l’omosessualità è punita con il carcere a vita. Tutte le persone migranti razzializzate non sono tutelate in Italia, dove invece avrebbero il diritto di essere accolte. Le persone migranti LGBTQIA+ subiscono doppie discriminazioni: per la loro origine e per la loro identità, che spesso non è accettata né nei paesi di provenienza né in quelli di arrivo”.

Vodani ha poi aggiunto: “Il caso del sig. E.J. dimostra che ancora una volta non è stata rispettata l’identità della persona e che il rimpatrio lo espone a nuove persecuzioni. Non possiamo più accettare che prevalgano indifferenza e norme discriminatorie sul diritto alla vita e alla dignità umana. Il sig. E.J. non potrà più tornare indietro, ma continueremo a denunciare questi casi per evitare che simili ingiustizie si ripetano”.

La denuncia: “Una deportazione che nega il diritto di difesa”

Con questo comunicato, Arcigay Torino e i legali che seguivano il caso intendono denunciare l’arbitrarietà della decisione della Commissione territoriale, che avrebbe “sovradeterminato l’orientamento sessuale del richiedente”, negando la veridicità del suo coming out.

L’associazione parla inoltre di una deportazione forzata che impedisce al cittadino gambiano di difendersi in sede di ricorso, un diritto fondamentale che dovrebbe essere garantito a chiunque, indipendentemente dalla nazionalità o dall’orientamento sessuale.

“Questo comportamento ai danni di una persona razzializzata e appartenente alla comunità LGBTQIA+ è inaccettabile in un Paese civile”, conclude Arcigay.

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