“Rinnovandola avremmo compromesso il bene dell’intera impresa”: l’azienda di Martina Strazzer replica alla denuncia della contabile lasciata a casa dopo il parto
- Postato il 21 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Amabile, il brand di gioielli fondato dall’imprenditrice e influencer Martina Strazzer, ha (finalmente potremmo dire), risposto, almeno in parte, alle accuse mosse dall’ormai ex dipendente Sara. Assunta mentre era incinta, l’ex contabile aveva raccontato alla giornalista Charlotte Matteini il mancato rinnovo del suo contratto nonostante le garanzie date dalla stessa Strazzer, il lavoro anche durante la maternità obbligatoria e la “sponsorizzazione” della sua assunzione come atto rivoluzionario in un mondo del lavoro che, solitamente, respinge donne incinta o, addirittura, semplicemente desiderose di avere un figlio.
Con un lungo comunicato pubblicato su Instagram dell’azienda (ma non su quello della sua fondatrice, che dall’uscita dell’intervista ha scelto la strada del silenzio), Amabile spiega i motivi del mancato rinnovo. “Licenziamento” che, comunque, per quanto inaspettato, era legittimo trattandosi di un contratto a tempo determinato di un anno. Nella nota la “colpa” viene fatta ricadere tutta sulla lavoratrice e viene ribadita la completa disponibilità dell’azienda modenese verso le dipendenti in gravidanza. Nessun riferimento, invece, agli altri punti toccati dall’intervista di Matteini in cui Sara racconta sia di aver dovuto lavorare mentre era ancora in maternità, sia dei video pubblicati dalla stessa Strazzer e anche dall’account tiktok “Team Amabile” per “farsi pubblicità” con la sua assunzione.
“Negli ultimi giorni sono stati espressi sentimenti di delusione, rabbia e preoccupazione riguardo la decisione di non rinnovare, alla scadenza, il contratto a tempo determinato della nostra ex collega Sara – si legge nel comunicato – Amabile è un’azienda e, come tale, ha bisogno di professionalità per funzionare. Per questo selezioniamo e inseriamo diverse figure con l’obiettivo di rafforzare la struttura interna”.
“Quando abbiamo accolto Sara, scelta tra numerosi candidati esclusivamente per le competenze da lei dichiarate, il nostro intento era costruire una collaborazione duratura – spiegano – Tuttavia non sempre le cose vanno come sperato. In questo caso, a seguito di verifiche interne condotte in un momento successivo e supportate anche dall’analisi, in varie fasi, di consulenti esterni, sono emerse criticità molto più complesse e profonde di quanto avremmo potuto immaginare”. L’azienda dice di aver quindi dovuto fare una scelta che definisce “difficile“: “Ignorare i problemi, oppure affrontarli assumendoci anche la responsabilità di una decisione dolorosa ma inevitabile, ossia il mancato rinnovo del contratto”. “Abbiamo scelto la seconda strada perché non farlo avrebbe significato compromettere il bene dell’intera impresa – si giustificano – e la tutela delle oltre 40 persone che ogni giorno lavorano da Amabile con dedizione e impegno”.
Quindi nel comunicato l’azienda rimarca il suo “impegno” a tutela delle donne. “In Amabile – si legge – crediamo profondamente che la gravidanza non sia un limite, è un valore in cui abbiamo creduto e continuiamo a credere. Nessuna donna in Amabile dovrà mai scegliere tra l’affermarsi nel mondo del lavoro o mettere al mondo una nuova vita”, assicurano. “Quando avevamo annunciato con entusiasmo l’assunzione di una persona in gravidanza – continuano – il nostro intento era chiarire questo principio cardine. La nostra squadra è quasi interamente al femminile e accogliere una nascita sarà sempre motivo di grande gioia”. “La gravidanza – rimarcano ancora – non è stata né potrà mai essere un impedimento all’assunzione o alla permanenza nella nostra azienda”.
Con un giro di parole, poi, spiegano di non poter dare maggiori dettagli su quanto avvenuto con Sara anche per tutelare lei. “Comprendiamo la volontà di conoscere approfonditamente i dettagli, crediamo tuttavia che la condivisione non debba diventare un’arma, né compromettere la dignità o il futuro professionale di chi, in altri contesti, potrebbe essere una risorsa di valore”.
Infine l’azienda, che alla giornalista Charlotte Matteini aveva detto di non poter replicare subito a causa delle ferie, condivide alcuni dati con i follower per sostenere un principio di Amabile e cioè che “ogni nuovo rapporto lavorativo ha il concreto obiettivo di essere solito e duraturo”. Dalla sua apertura, dichiarano, Amabile ha attivato diversi rapporti di lavoro e, a oggi, il 77% del personale ha un contratto a tempo indeterminato. Dall’apertura, sono stati attivati “11 tirocini di cui 8 trasformati in contratti successivi, uno ancora in corso e solo due non hanno avuto prosecuzione contrattuale per scelta autonoma delle tirocinanti”. L’azienda ha inoltre avviato 14 contratti di apprendistato di cui molti ancora in corso, tre “trasformati anticipatamente a tempo indeterminato” e “uno alla naturale conclusione del percorso”. Attualmente, continuano “risultano attivi nove contratti a tempo determinato, legati al punto vendita aperto di recente”. Poi si contano 14 uscite, la maggior parte, dichiarano ancora, “legata a dimissioni personale”. I casi di mancato rinnovo, infine, come avvenuto con Sara, hanno riguardato sei risorse. L’ultima slide del carosello con cui il comunicato stampa è stato diffuso riguarda il silenzio stampa mantenuto fino a oggi: “È stato difficile da mantenere, ma riflette la necessità di gestire la situazione nel rispetto della privacy di terzi”.
Quale privacy – si chiedono molti utenti sotto al post – dato che è stata la stessa Sara a raccontare la vicenda?
La risposta, che, ricordiamo, tocca un solo punto della vicenda, quello del (legittimo) mancato rinnovo, non ha messo d’accordo gli utenti. La maggior parte dei follower del brand, infatti, si chiede come mai si siano resi conto solo mesi dopo della presunta “incompetenza” lavorativa di Sara, tessendone anzi le lodi in diversi video fatti mentre era ancora in azienda, e, soprattutto, come mai nella replica non si faccia menzione delle altre accuse mosse da Sara. “Nessun commento sul fatto che l’abbiate fatta lavorare durante la gravidanza? Era così lacunosa che nei video vi mostravate entusiasti di lei? Così lacunosa da farle fare la formazione per i neoassunti?”, si chiede un utente. “Scusate, voi azienda che gestite il brand washing che avete scritto di Danni incalcolabili, vi siete accorti che sul profilo di Martina l’ultimo giorno che ha postato ci sono 3/4 video che elogiano come stava performando Amabile? 70k persone sul sito, è UNA e dico UNA dipende stava facendo crollare tutto ? ma cosa avete la formula della Coca-Cola da difendere? Ma siete del mestiere? almeno meno palese”, scrive qualcun altro.
Non resta che aspettare il ritorno della fondatrice sui social o (forse) un altro comunicato.
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