Risiko in finanza: Mps attacca, Mediobanca temporeggia, Generali osserva
- Postato il 6 agosto 2025
- Di Panorama
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È il convitato di pietra, Mediobanca. Invisibile ma onnipresente, silenzioso ma determinante. Che si tratti del dossier Generali o dell’offerta pubblica lanciata da Mps, Piazzetta Cuccia è il baricentro attorno al quale ruotano le mosse strategiche di due delle principali istituzioni finanziarie italiane.
A Trieste, il cda del Leone riunito per esaminare i conti del primo semestre chiuso con un utile di 2,2 miliardi di euro (+10,4%) non scioglie i nodi sull’adesione all’offerta di Mediobanca per una partnership con Banca Generali. L’amministratore delegato Philippe Donnet ha ribadito: «C’è un processo articolato e rigoroso, trattandosi di un’operazione con parti correlate. Non abbiamo preso alcun impegno e i tempi saranno dettati dalla governance».
A Piazzetta Cuccia, però, cresce l’urgenza. Dopo il rinvio dell’assemblea dei soci dal 16 giugno al 25 settembre, Mediobanca è ora orientata a riconvocarla già il 21 agosto. Ma senza una presa di posizione chiara da parte di Generali, sarà difficile convincere i soci – molti dei quali presenti in entrambe le parti – a votare su un’operazione dal forte impatto strategico. L’attesa, dunque, si prolunga, e nel vuoto decisionale crescono le incertezze.
Se a Trieste regna la prudenza, a Siena invece si respira aria di attacco. Mps ha presentato i risultati semestrali in un momento chiave: a metà del periodo di adesione all’offerta pubblica da 13,3 miliardi su Mediobanca. E l’amministratore delegato Luigi Lovaglio non ha perso occasione per rilanciare, forte di numeri solidi e messaggi chiari.
«Oggi presentiamo dei risultati spettacolari, con un utile trimestrale di circa 479 milioni e circa 900 milioni nei primi sei mesi dell’anno», ha sottolineato il banchiere, evidenziando «una crescita sostenibile, una redditività elevata e una strategia chiara che paga per clienti, dipendenti e azionisti». Il tutto accompagnato da una posizione patrimoniale robusta: eccesso di capitale pari a 2,8 miliardi e previsione di distribuire il 100% dell’utile.
Ma è sul fronte dell’Ops che Lovaglio è stato più diretto, tracciando una netta linea di distinzione tra la visione industriale di Mps e l’approccio di Mediobanca: «Offriamo una piattaforma di crescita stabile e con prospettive chiare a partire dal primo giorno. Mediobanca invece segue un approccio erratico, cambiando spesso posizione e ponendo l’accento più sulla difesa che sulla creazione di valore. La nostra proposta non mira a sostituire i punti di vista di Piazzetta Cuccia, ma a liberarne il potenziale».
Il progetto senese prevede l’acquisizione del 66,67% di Mediobanca, anche se la soglia minima fissata è al 35% e già approvata dalla BCE. Una strategia ambiziosa, che punta a creare un nuovo polo bancario italiano, abbinando la rete commerciale capillare di Mps con le competenze di investment banking e wealth management di Mediobanca.
Resta però un grande punto interrogativo: la contromossa di Piazzetta Cuccia. L’offerta su Banca Generali potrebbe essere letta come un tentativo di rafforzarsi in vista dello scontro con Siena. Lovaglio ha evitato commenti espliciti: «Onestamente non mi sento di commentare, considerando che oggi si riunisce il cda di Generali. Ma il risultato sarà cruciale per i prossimi passaggi».