Ritorna Incanti, l’unica newsletter dedicata esclusivamente al mercato dell’arte 

  • Postato il 2 settembre 2025
  • Mercato
  • Di Artribune
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Riparte mercoledì 3 settembre la nuova stagione di Incanti, la newsletter prodotta da Artribune e dedicata interamente al mercato dell’arte. Curata da Cristina Masturzo e lanciata a marzo 2023, Incanti raggiunge le vostre caselle di posta ogni settimana gratuitamente con un gran numero di notizie, informazioni e commenti per raccontarvi cosa accade e cosa dovete sapere della filiera commerciale dell’arte nazionale e internazionale. L’abbiamo lanciata come un prodotto editoriale di nicchia pensata per addetti ai lavori del comparto delle aste, delle gallerie, delle banche e oggi dopo due anni e mezzo ha un numero di iscritti che è esattamente dieci volte tanto quanto avevamo preventivato: evidentemente questi temi hanno un seguito amplissimo che non eravamo riusciti a prevedere. Meglio così.

Incanti, la newsletter di Artribune sul mercato dell’arte

Per chi ancora non riceve Incanti, basta iscriversi qui e per farsi un’idea di cosa si tratti o per recuperare le uscite precedenti abbiamo reso disponibile anche il suo archivio digitale, accessibile sempre gratuitamente qui. Guardando a numeri, report, trend, strategie e investimenti, Incanti ricostruisce gli scenari attuali e i cambiamenti costanti del mondo delle gallerie, delle fiere e delle aste, delle collezioni e dei diversi stakeholder del sistema dell’arte, attraverso approfondimenti e contributi dei protagonisti del settore. In un momento complesso, di rallentamento e contrazione economica, l’informazione resta il nostro strumento per comprendere l’evoluzione di un comparto produttivo importante, legato a doppio filo al mondo culturale quanto a quello economico e finanziario.

Le notizie più importanti della nuova uscita della newsletter Incanti 

Sono state e sono ancora numerose le notizie e gli annunci di gallerie importanti pronte a chiudere, sopraffatte da uno scenario globale in cui vanno assottigliandosi i margini di profitto per le transazioni artistiche. Da Blum a Clearing, per citare solo le più recenti, la scomparsa di presidi, finora stimatissimi e considerati di successo e pertanto inattaccabili, mette in questione il modello stesso di business della vendita di opere d’arte e della promozione delle ricerche contemporanee che a quella si accompagna. Mentre le fiere vanno configurandosi al tempo stesso come vittime della contrazione che interessa la filiera dell’arte, con diverse manifestazioni che sospendono le attività o le rimandano a data da destinarsi, e come concausa del problema, visti i costi sempre più alti e proibitivi per gli operatori che impattano largamente sull’erosione della loro sostenibilità economica nel lungo termine.  

Mega-gallerie e case d’asta si contendono le grandi ricchezze globali 

E così mentre dal mondo delle glitteratissime mega-gallerie arrivano aggiornamenti su espansioni e nuove rappresentazioni – con il ritorno del “figliol prodigo” Jeff Koons tra le braccia del suo storico gallerista Larry Gagosian, mollato senza troppe esitazioni insieme a David Zwirner, meno di quattro anni fa, per portare opere e clienti da Pace Gallery, e l’arrivo a Berlino di una mostra collaborativa di Hauser & Wirth con Société –, le case d’asta si preparano agli incanti autunnali, con grandi collezioni in catalogo, strategie economiche più invitanti, sulla carta, per i clienti, come proverà a fare Phillips col suo Priority Bidding, e con presidi nei nuovi avamposti della ricchezza globale, con il debutto di Sotheby’s ad Abu Dhabi. Mentre in Italia si spera in un po’ di slancio dalla riforma fiscale, che ha ridotto finalmente l’IVA sull’arte e ci sono nuove aperture da tenere d’occhio di gallerie e collezioni private, con l’arrivo a Milano di un gigante come Thaddaeus Ropac, ma anche di Veda da Firenze, e la raccolta della leggendaria gallerista Ileana Sonnabend, che si installa nel Palazzo della Ragione a Mantova dal prossimo novembre. 

Di cose da raccontare e seguire ce ne sono tante altre, e molte saranno nella prossima uscita di Incanti, per cui ci sentiamo presto nelle vostre caselle di posta. Se non siete ancora iscritti, siete ancora in tempo, e se invece siete già dei nostri passate parola, se vi va, e scriveteci redazione@artribune.com per ogni proposta o commento. Ricordiamo in ultimo che Incanti può essere aggiornata, indipendente e gratuita fintanto che riceve gli investimenti di chi la usa per comunicarsi: dunque care case d’asta, banche, società di investimento e società del comparto del lusso non mancate di fare pubblicità su Incanti: il pubblico che vi interessa la apre in gran numero tutte le settimane!

L’articolo "Ritorna Incanti, l’unica newsletter dedicata esclusivamente al mercato dell’arte " è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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