Rivelazione segreto, indagato l'Aggiunto della Dna Prestipino
- Postato il 29 aprile 2025
- Di Agi.it
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Rivelazione segreto, indagato l'Aggiunto della Dna Prestipino
AGI - Il procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia Michele Prestipino è indagato dalla Procura di Caltanissetta per rivelazione di segreto d'ufficio (art. 326 c.p.), con l'ipotesi aggravante di aver favorito un'associazione mafiosa (art. 416 bis.I c.p.). L'accusa è di aver divulgato informazioni riservate su delicate indagini riguardanti la 'Ndrangheta' e le sue ramificazioni nel Nord Italia.
Secondo la Procura nissena, le rivelazioni sarebbero state fatte a figure di spicco: Gianni De Gennaro, ex Capo della Polizia e attuale presidente di Eurolink, il consorzio general contractor incaricato della progettazione e realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, e Francesco Gratteri, consulente per la sicurezza di WeBuild, socio di maggioranza dello stesso consorzio.
L'origine dell'inchiesta e le accuse
Le intercettazioni che hanno dato origine all'indagine sono state effettuate dalla Guardia di Finanza di Caltanissetta, nell'ambito di un più ampio filone investigativo sui magistrati in servizio a Palermo negli anni '90, all'epoca di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. In questo contesto si inserisce anche l'indagine su Giuseppe Pignatone, ex procuratore di Roma con cui Prestipino lavorò a lungo a Reggio Calabria, indagato a Caltanissetta per favoreggiamento nell'ambito dell'inchiesta sull'insabbiamento del dossier "mafia e appalti".
La Procura di Caltanissetta contesta a Prestipino, in qualità di procuratore aggiunto della DNA con delega sul coordinamento delle sezioni 'Ndrangheta' e 'Cosa Nostra', di aver violato i doveri d'ufficio rivelando a De Gennaro e Gratteri "rilevanti particolari" di indagini in corso presso diverse Direzioni Distrettuali Antimafia (DDA), inclusi riferimenti all'uso di intercettazioni e al ruolo di coordinamento del Procuratore Nazionale Giovanni Melillo. Tali rivelazioni, secondo l'ipotesi accusatoria, sarebbero state "gravemente pregiudizievoli" per le indagini. Vi sarebbero inoltre "concreti elementi" per ritenere che Gratteri, "anche per conto del dottore De Gennaro", possa aver già avvisato alcuni dei soggetti coinvolti.
La difesa e la reazione della DNA
Convocato a Caltanissetta per l'interrogatorio, Prestipino, assistito dal suo legale, l'avvocato Cesare Placanica, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'avvocato Placanica ha spiegato che la scelta è stata dettata da dubbi "sia in ordine alla utilizzabilità del materiale probatorio", sia sulla "competenza territoriale del tribunale di Caltanissetta". Il legale ha annunciato che, una volta chiariti questi aspetti procedurali, chiederà egli stesso l'interrogatorio del suo assistito, ritenendo "agevole chiarire ogni aspetto controverso" relativo a una conversazione avvenuta "non con imprenditori o, peggio malavitosi, ma con il prefetto De Gennaro" e un suo collaboratore. Placanica ha definito "lunare" l'ipotesi di un accostamento tra Prestipino e realtà criminali.
Informato fin dall'inizio, il Procuratore Nazionale Antimafia Giovanni Melillo ha assicurato massima collaborazione alle indagini. In una nota ufficiale, Melillo ha comunicato di aver "provveduto a revocare con effetto immediato le deleghe di coordinamento investigativo attribuite al dottor Prestipino Giarritta", adottando ulteriori misure per tutelare riservatezza ed efficacia della DNA. Ha ribadito l'impegno suo e delle Procure distrettuali nel contrastare ogni tentativo di condizionamento mafioso legato alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, garantendo "completezza e tempestività delle investigazioni".
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