Roberta Marcenaro, la signora che accelera il made in Italy in America
- Postato il 4 ottobre 2025
- Di Panorama
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Dalla Liguria a Washington solo andata. E’ il “viaggio” intrapreso più di 15 anni fa da Roberta Marcenaro Lyon quando negli States ha creato IMark, holding di società profit e no profit che promuove il made in Italy nel design, nelle infrastrutture, nella moda e nell’enogastronomia, diventando una sorta di “ponte” tra due mondi così diversi ma sempre alla ricerca l’uno dell’altro. Dopo una laurea in economia a Genova, Marcenaro Lyon si interessa con il Politecnico di Milano al disastro provocato dall’uragano Katrina a New Orleans e ne nasce un libro-riflessione sulla realizzazione di case-mobili e, più in generale, sulla trasformazione dell’abitare. Così conosce meglio il mercato americano e decide di fondare nella capitale della politica a stelle e strisce la sua società. Dal 2008 sono tante le aziende come Fincantieri, Rina, Armani, Almaviva che si sono rivolte a lei, chesi definisce “un acceleratore”, una professionista che “crea percorsi complessi, ma veloci per aziende italiane, cercando direalizzare delle collaborazioni”.
I suoi clienti spesso sono grandi gruppi che inizialmente si affidano ai big della consulenza per farsi strada nel complessomondo del business americano, ma che poi “se devono andare da un politico o partecipare a una gara non sanno bene come muoversi. Io sono una boutique, sono rapida e faccio prima. Ecco perché si rivolgono a me: realizzo prima il delivery e ho i contatti giusti, dato che da anni porto avanti le mie relazioni in modo corretto”. E questo perché anche per un gruppo “di peso” non è così semplice sbarcare e, soprattutto, restare negli States. “Il problema” ammette la fondatrice di IMark “è che come sistema Italia stiamo perdendo terreno in America, e questo accade perché non sappiamo fare squadra – neanche a livello di settore – e non guardiamo alle strategie future”. Gli Stati Uniti, infatti, “premiano nel lungo periodo e chi produce lì, un tema quello del “buyAmerican” di fortissima attualità dopo i dazi introdotti dal governo Trump. L’export, da solo, non può più funzionare, come tra l’altro accade già in Cina. Per questo le aziende tricolori devono diventare americane in toto e in tante lo stanno facendo aprendo filiali operative o attraverso acquisizioni”.
Oltre all’attività di lobbying, Marcenaro Lyon negli anni ha realizzato anche una serie di piattaforme verticali con cui “fareponti per stabilire dialoghi costanti su alcuni temi e creare una community”. Uno di questi filoni è quello delle discipline Stem, culminato nei giorni scorsi nel Global Math Summit di Cagliari. “Abbiamo scelto la Sardegna” prosegue Marcenaro Lyon “per rendere l’isola, candidata a ospitare l’Einstein Telescope per la rilevazione delle onde gravitazionali, un punto di riferimento scientifico e culturale per l’intero Mediterraneo. Il Summit” conclude la fondatrice di IMARK “non sarà un episodio, ma l’anno zero di un percorso decennale: una comunità stabile e interdisciplinare con pubblicazioni, piattaforme educative aperte, programmi per scuole e imprese”.
Il prossimo appuntamento, invece, è l’Italian Design Week, che dal 2023 si svolge a Washington a ottobre nel mese dell’Heritage italiano – quest’anno dal 13 al 16 ottobre – in coincidenza con le celebrazioni del Columbus Day, mettendo insieme aziende di altissimo livello che nel corso delle passate tre edizioni sono spaziate da Ferrero a Leonardo, da Valentino a Intesa Sanpaolo, da Beretta a EssilorLuxottica, da Ferrari a Lamborghini, da Gucci a Manifatture Sigaro Toscano, da Piaggio a Brioni.