Robotaxi, hacker beffano Google: 50 veicoli bloccati in un vicolo

  • Postato il 29 ottobre 2025
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  • Di Virgilio.it
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Cinquanta auto perfettamente allineate, ferme nello stesso punto, incapaci di muoversi. Non è la scena di un film ma è successo davvero, a San Francisco, dove un giovane di 23 anni insieme a un gruppo di amici è riuscito a bloccare simultaneamente una flotta di robotaxi Waymo, la divisione di Google dedicata alla guida autonoma. Un episodio surreale e innocuo, ma che riaccende i riflettori su quanto fragile possa essere la nuova frontiera della mobilità intelligente.

L’ingorgo tecnologico

Tutto è partito da un esperimento, raccontato dallo stesso ragazzo su X (ex Twitter). Il giovane sviluppatore, appassionato di tecnologia e intelligenza artificiale, ha deciso di mettere alla prova il sistema dei robotaxi ordinando 50 corse simultanee attraverso l’app di Waymo. Come punto di ritrovo un vicolo cieco, stretto e lungo, ai piedi della Coit Tower, uno dei luoghi simbolo della città.

Nel giro di pochi minuti, le vetture a guida autonoma hanno iniziato a convergere verso lo stesso indirizzo, bloccandosi una dietro l’altra. Nessuna di loro in grado di  districarsi dalla situazione: i sensori rilevavano la presenza di altri veicoli, gli algoritmi impedivano manovre rischiose e il risultato è stato un ingorgo tecnologico perfettamente sincronizzato. La scena, ripresa dagli stessi presenti, è diventata virale sui social in poche ore: decine di auto ferme, fari accesi e loghi Waymo ben visibili, tutte bloccate in una sorta di limbo digitale. Certo non una grande pubblicità nel momento in cui sta lanciando il suo servizio per le aziende.

Un test (non autorizzato) per la mobilità del futuro

Se da un lato la trovata ha fatto sorridere gli utenti del web, dall’altro ha evidenziato un limite ancora importante nella logica dei sistemi di intelligenza artificiale applicati alla mobilità. Il ragazzo, che si definisce un “geek curioso” e non un hacker nel senso classico del termine, non ha violato i server di Google né forzato i sistemi di sicurezza. Ha semplicemente sfruttato una vulnerabilità logistica, programmando una serie di richieste perfettamente legittime ma concentrate nello stesso luogo.

Un attacco analogico a un problema digitale, che ha dimostrato come le flotte autonome, per quanto avanzate, possano essere messe in crisi da comportamenti umani imprevisti. Waymo, da parte sua, ha commentato l’accaduto minimizzando l’incidente, parlando di un evento isolato e assicurando che le vetture hanno ripreso a muoversi autonomamente dopo pochi minuti. Ma intanto il dibattito si è acceso, con molti utenti che si chiedono se un sistema di guida autonoma possa davvero gestire il caos urbano in tutte le sue sfumature.

Robotaxi, tra realtà ed esperimento

II robotaxi in Italia sono una realtà ancora lontana, ma in città americane come San Francisco e Phoenix, le aziende più innovative sulla guida autonoma si contendono il primato, basti pensare che Alphabet di Google ha investito in questo progetto ben 5,6 miliardi di dollari. E non è sola: Cruise, Zoox, Tesla e altre aziende stanno testando soluzioni simili, trasformando le strade californiane in veri laboratori a cielo aperto.

Ma insieme ai progressi arrivano anche le criticità. Negli ultimi mesi, i robotaxi sono stati protagonisti di numerosi episodi curiosi o preoccupanti: auto ferme in mezzo agli incroci, sistemi in tilt per un semplice cono stradale, minuti di terrore per passeggeri rimasti bloccati all’interno del veicolo. L’incidente di San Francisco è solo l’ultimo esempio di una tecnologia che corre veloce ma che, com’è normale aspettarsi, deve ancora imparare a convivere con l’imprevedibilità del mondo reale.

Autore
Virgilio.it

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