Rocca di Neto, la newco del gruppo Montesano per evitare un’interdittiva antimafia
- Postato il 8 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Rocca di Neto, la newco del gruppo Montesano per evitare un’interdittiva antimafia
L’imprenditore di Rocca di Neto Montesano avrebbe creato la newco per evitare l’interdittiva antimafia dopo l’operazione Stige
ROCCA DI NETO – Nello stesso giorno in cui scattò la maxi operazione Stige, fu stipulato l’atto di compravendita di un ramo d’azienda della Montesano catering srl. Una società coinvolta nell’inchiesta della Dda di Catanzaro contro il “locale” di ‘ndrangheta di Ciò, tanto tanto da essere colpita da un’interdittiva antimafia. È la “singolare coincidenza” segnalata nella relazione del curatore fallimentare agli atti dell’indagine della Guardia di finanza di Crotone, che ha arrestato per bancarotta fraudolenta l’imprenditore di Rocca di Neto Gianfranco Montesano. Sottoposto alla misura cautelare domiciliare disposta dalla gip del Tribunale di Crotone Elisa Marchetto su richiesta della Procura guidata da Domenico Guarascio il 34enne, attivo nel campo della ristorazione.
CESSIONE “MIRATA”
Secondo gli inquirenti, l’amministratore della Montesano catering avrebbe tentato di aggirare gli effetti dell’interdittiva antimafia che gli impediva di contrattare con la pubblica amministrazione. Da qui la “mirata cessione” del ramo d’azienda a favore della newco all’interno del gruppo familiare Service catering srl, attraverso cui l’indagato si sarebbe spogliato del complesso produttivo. I beni della Service catering provenivano dalla fallita Montesano catering. Ecco perché il gip ha sequestrato quote della Service catering per oltre 1,6 milioni.
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LE ACCUSE E IL SEQUESTRO DELLA NEWCO MONTESANO DI ROCCA DI NETO
L’uomo è ritenuto responsabile del dissesto della società che tra il 2016 e il 2023 avrebbe accumulato debiti erariali per oltre 207 mila euro, con un passivo fallimentare complessivo pari a 1 milione e 667 mila euro. L’importo per equivalente del sequestro. Secondo le indagini condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle crotonesi, l’imprenditore avrebbe depauperato le risorse aziendali, distratto beni e trasferito asset creando ad hoc la nuova società. Ciò allo scopo di proseguire l’attività imprenditoriale senza accollarsi i debiti della precedente società, che aveva maturato una forte esposizione verso le banche. Contestualmente, i finanzieri hanno sottoposto a sequestro le quote societarie e l’intera “new company”, con sede a Rocca di Neto, come la precedente, e operante nello stesso comparto commerciale. Secondo i finanzieri, sarebbe stato lo strumento utilizzato per reiterare le condotte illecite a danno dell’erario e dei creditori.
GLI ALTRI INDAGATI
Le indagini avrebbero evidenziato un sistema reiterato di evasione fiscale e contributiva, attuato anche con la collaborazione di familiari. Sono in tutto quattro gli indagati. La posizione più grave è però quella dell’imprenditore 34enne, che avrebbe svuotato i conti aziendali attraverso prelievi e bonifici privi di giustificazione economica per spese riconducibili a esigenze imprenditoriali di altre imprese del gruppo familiare. Addirittura, pare che una dipendente (non indagata), che ha dichiarato di aver sempre lavorato con la famiglia Montesano, non sapesse di essere stata assunta anche dalla Service catering, dimostrando di non avere contezza della cessione da parte di Montesano catering. Del resto, il compendio in cui insiste una sala ricevimenti coincide con la Montesano catering.
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