Roma, la protesta delle educatrici precarie dei nidi: “No al nuovo concorso senza prima stabilizzare le idonee”
- Postato il 11 settembre 2025
- Scuola
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un concorso superato, anni di supplenze, migliaia di giornate passate nei nidi comunali di Roma. E adesso la prospettiva di essere spazzate via da un nuovo bando. È la rabbia delle educatrici precarie di Roma Capitale, scese in piazza il 4 settembre davanti al Campidoglio insieme al sindacato ADL Cobas. “Siamo tremila idonei e il Comune vuole ignorarci. Hanno deciso di fare un concorso nel 2026 quando ci siamo già noi, pronti a lavorare. È assurdo”, spiega Martina Mazza, idonea della graduatoria e una delle organizzatrici della protesta.
Il cuore della contestazione è la scelta dell’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Gualtieri. Nel 2019, dopo un concorso bandito l’anno precedente, furono formate due graduatorie: una per le scuole dell’infanzia, l’altra per i nidi. Le graduatorie sono state prorogate fino al 2027, ma rischiano di non esaurirsi mai: circa 3.000 educatrici ancora in lista temono di restare fuori. Il Comune, nel mentre, promette 1.005 assunzioni a tempo indeterminato entro quest’anno e rivendica l’impegno a ridurre il precariato. Ma la prospettiva di un nuovo concorso nel 2026 per oltre mille posti fa tremare chi è ancora in attesa.
“Vuol dire escluderci. Ci sono colleghe con vent’anni di precariato e persone che hanno sessant’anni: chiedere loro di rimettersi a studiare è disumano. Noi non vogliamo altre proroghe infinite, vogliamo la stabilizzazione. Abbiamo già superato un concorso, cosa serve rifarlo?”, prosegue Mazza. La rabbia deriva anche da esperienze passate. “Già in altre selezioni il servizio prestato non è stato valorizzato in modo uniforme: ad alcune hanno riconosciuto punteggi aggiuntivi, ad altre no. Ci sono stati errori e correzioni, e molti si sono ritrovati penalizzati”, ricorda Mazza.
Per questo le rassicurazioni del Campidoglio non convincono. L’assessora alla Scuola, Claudia Pratelli, ha assicurato che nel prossimo concorso “saranno riconosciuti gli anni di esperienza per premiare chi ha già dato molto alla città”. Ma in piazza prevale la diffidenza: “Non bastano i punteggi. Chi ha titoli diversi o è più giovane finirà col sorpassarci. Il risultato sarà lo stesso: migliaia di persone buttate fuori dopo aver lavorato per questa città”, denuncia Mazza. Pratelli ha inoltre chiarito che “le graduatorie saranno utilizzate fino alla scadenza delle stesse. Respingiamo al mittente ogni tentativo di spargere fumo in merito”. Sulla proroga, richiesta a gran voce dalle operatrici e dalle maestre, l’assessora ha ricordato che “si tratta di una esclusiva competenza del livello nazionale: noi la sosteniamo oggi come in passato. Il Governo intende prorogarle? Bene, proceda”.
Mazza ribatte: “Noi non vogliamo che le graduatorie vengano usate fino all’ultimo momento. Vogliamo che tutti gli idonei siano assunti entro l’ultimo momento. Non chiediamo di tirarla per le lunghe: chiediamo che venga chiuso il cerchio con la stabilizzazione di tutti”.
Resta aperta la domanda politica che guida la vertenza: davvero la giunta Gualtieri è obbligata a bandire un nuovo concorso, o ci sono margini per assorbire tutti gli idonei entro il 2027? Dal governo arrivano segnali di disponibilità a nuove proroghe, e lo stesso Comune si dice aperto a valutare soluzioni temporanee. La presidente dem della commissione capitolina Scuola, Carla Fermariello, ha chiesto alle forze dell’opposizione di “non strumentalizzare le paure delle insegnanti, ma di spingere per la proroga immediata delle graduatorie e per garantirne la durata oltre il 2027, termine fissato dal governo nonostante la nostra aspra battaglia dello scorso anno”.
Sullo sfondo, però, il conflitto si infiamma. Fratelli d’Italia critica duramente l’amministrazione per l’intenzione di bandire un nuovo concorso nel 2026. Laura Marsilio, responsabile scuola di FDI, e Federico Rocca, presidente della Commissione Trasparenza, denunciano che la Giunta sta “scaricando le responsabilità sul governo invece di confrontarsi direttamente”. Secondo la nota congiunta: “La graduatoria attuale scade nel 2027 e non c’è alcuna urgenza di aprire un nuovo concorso: il Comune può continuare ad assumere da essa senza proroghe né nuovi bandi. La giunta evita il confronto diretto con il governo e continua a scaricare responsabilità altrove”.
Dietro la protesta individuale delle educatrici si muove però una battaglia collettiva. A guidarla sono ADL Cobas, il Comitato precarie dei municipi, Precarie di cuore e il collettivo Chi educa merita, realtà che da mesi organizzano assemblee, presidi e incontri pubblici per sostenere le lavoratrici. “La battaglia continuerà fino all’ultima assunzione”, hanno dichiarato le sigle. “Chiediamo che l’amministrazione mantenga l’impegno prioritario di assorbire il personale già selezionato prima di aprire nuove procedure che rischiano di alimentare ulteriore precarietà”.
“Il problema non è rimandare l’ennesima volta, ma decidere se questa città vuole assumere chi ha già dimostrato di saper lavorare o se vuole continuare a creare precariato. Noi non ci fermiamo. Siamo tremila. E non ci lasceremo cancellare”, conclude Mazza.
Proprio per questo la mobilitazione non si ferma: le educatrici hanno già fissato un nuovo appuntamento per giovedì 11 settembre, ancora in Piazza del Campidoglio dalle 15 alle 19, per far sentire di nuovo la propria voce.
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