Romea Strata, il cammino millenario dove scambiarsi storie e scoprire l’anima più intima dei luoghi
- Postato il 30 maggio 2025
- Cammini
- Di SiViaggia.it
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Il nome Romea Strata evoca immagini vivide e potenti: non solo un percorso fisico, ma un vero e proprio crocevia di esperienze umane condivise. Lungo i suoi chilometri, seppur distanti, le comunità che ne fiancheggiavano il tracciato e i pellegrini che lo percorrevano erano legati da un filo invisibile. La Romea, infatti, è lunga oltre 4000 chilometri e collega l’Europa nord-orientale a Roma attraversando ben 7 Paesi: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Italia.
Sul territorio italiano sono 1.031 i chilometri che separano la prima tappa, Tarvisio, a Roma, per un totale di 82 tappe che permettono ai viaggiatori di attraversare paesaggi diversi, dai tratti alpini e appenninici alle pianure e zone umide. La Romea Strata è un’opportunità non solo per scoprire i territori del nostro bel Paese, ma anche le storie dei piccoli borghi e delle comunità che stanno affrontando il problema sempre più diffuso dello spopolamento e i progetti che portano avanti con cura per mantenerli in vita.
Noi di SiViaggia abbiamo percorso una delle tratte italiane, la Via Romea Nonantolana Longobarda, ma prima di raccontarvela vi diamo qualche informazione utile sul cammino.
Le origini e la storia della Romea Strata
Il cammino è una delle esperienze più arricchenti da fare oggi, ripercorrendo quelli che furono i sentieri utilizzati da viaggiatori e pellegrini per i motivi più diversi, da quelli commerciali agli spirituali.
Nel caso della Romea Strata la rotta, o sarebbe meglio dire le rotte (non un’unica via, ma un insieme di percorsi) erano già conosciute diciassette secoli prima di Cristo perché utilizzate come via di trasporto. Nel 1600 a.C. venivano trasportati l’ambra e il rame estratti nei Balcani, o il sale e il ferro della Polonia, e commercializzati attraverso l’arco alpino.
Con l’arrivo dei romani, la via mantenne il suo ruolo come arteria di comunicazione e scambio e, successivamente all’editto costantiniano, venne convertita in via di pellegrinaggio. Un luogo d’incontro tra la fede e la scienza: qui, viaggiarono le idee di Niccolò Copernico e il pensiero di Tycho Brahe, insieme alle ispirazioni spirituali di Pietro da Praga.
Una testimonianza di quella Romea Strata d’epoca romana è custodita nella Tabula Peutingeriana, la mappa della rete stradale dell’impero dove in parte è segnato il percorso. Delle undici pergamene, solo una è arrivata fino a noi ed è conservata nella Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna.

Romea Strata, le tappe in Italia
Il cammino italiano della Romea Strata, lungo poco più di mille chilometri, comincia dalla chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Tarvisio e finisce alla basilica di San Pietro a Roma. Durante il percorso, il viaggiatore attraversa 5 regioni italiane: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio.
In un mix di natura, storia, cultura medievale, gastronomia e spiritualità, il percorso permette di scoprire anche un’Italia inedita, fuori dalle classiche mete del turismo di massa. Il cammino, infatti, aiuta a riportare in vita tanti di questi luoghi e, qualunque itinerario affronterete, vi accorgerete che ad accompagnarvi ci saranno sempre due elementi: tante storie e bellezza, che sia naturale o artistica.
La Romea Strata in Italia è suddivisa in diverse grandi tappe, a loro volta suddivise in tappe più brevi:
- Via Romea Allemagna: da Tarvisio a Concordia Sagittaria
- Via Romea Annia: da Concordia Sagittaria a Polesine
- Via Romea Nonantolana Longobarda: da Badia Polesine a Fucecchio
- Via Romea Tuscia: da Fucecchio a Roma
Cosa è il miliarium, il dettaglio che rende unica la Romea Strata
La Romea Strata possiede un unicum chiamato miliarium. Introdotto in occasione del Giubileo 2025, ma destinato a restare parte dell’esperienza anche negli anni futuri, il miliarium è un adesivo distintivo dato ai pellegrini che fanno tappa in determinati luoghi lungo il cammino, considerati di straordinaria importanza spirituale, posizionato insieme ai timbri nell’apposita carta del pellegrino.
In totale sono 20 i miliarium italiani (altri 11 si trovano in Austria), dal santuario di Monte Lussari a Tarvisio all’abbazia di Nonantola, consultabili sul sito ufficiale del cammino o sull’apposita guida.

La Via Romea Nonantolana Longobarda
Camminare lungo la Romea Strata significa immergersi nella bellezza dei nostri territori, ma a passo lento. Noi di SiViaggia abbiamo vissuto in prima persona una delle tappe lungo la Via Romea Nonantolana Longobarda, quella che da Modena arriva a Spilamberto, passando per abbazie, borghi medievali, boschi di faggi e luoghi storici importanti. Queste le tappe che abbiamo fatto.
Modena e i tesori del Duomo
Modena non è tra le tappe principali, ma rappresenta una variante che vale sicuramente la pena mettere in conto, soprattutto per fare una visita al Duomo. Costruito a partire dal 1099, rappresenta uno degli esempi più belli di architettura romanica al mondo: a progettarlo fu l’architetto Lanfranco, successivamente impreziosito dalle sculture realizzate da vari artisti dell’epoca, uno su tutti Wiligelmo. All’interno del Duomo si trova anche la tomba del patrono, san Geminiano, il cui sepolcro è situato nella cripta sotterranea.
Abbazia di Nonantola
Per ricevere il miliarium, però, bisogna raggiungere Nonantola: d’altronde è da qui che deriva il nome della Via Romea Nonantolana Longobarda. La città e la sua abbazia, infatti, rappresentavano un luogo fondamentale per i pellegrini che qui ricevevano ospitalità dai monaci benedettini. Dedicata a San Silvestro, la basilica è stata costruita in stile romanico-lombardo e custodisce il museo benedettino e diocesano di Arte Sacra dove sono presenti reperti inestimabili come due rari tessuti altomedievali arrivati da Costantinopoli e il reliquiario del braccio di San Silvestro.
Pieve di Trebbio e i Sassi di Rocca Malatina
Nell’Appennino Modenese, la compresenza di natura e spiritualità è particolarmente potente. Basta raggiungere il cuore del Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina, dove da una parte c’è una vista incredibile sugli speroni rocciosi e, dall’altra, la Pieve di Trebbio dedicata a S. Giovanni Battista.
Costruita con molta probabilità nell’XI-XII secolo, rappresenta uno dei più significativi esempi di stile romanico in Appennino.

Trignano e il Museo dei Monti della Riva e della Linea Gotica
Per esplorare questa zona con una maggiore consapevolezza non solo naturale, ma anche storica, da segnare sulla mappa c’è Trignano e il Museo dei Monti della Riva e della Linea Gotica. È un museo particolarmente interessante perché valorizza le storie vissute da soldati, partigiani e civili attraverso gli oggetti bellici rinvenuti durante gli scavi effettuati sul territorio, ma non solo.
Nell’Appennino Modenese c’è un’alta concentrazione di storie e curiosità: una delle più particolari vede come protagonista un uomo chiamato Felice Pedroni. Nato a Trignano, decide di partire dall’Emilia verso l’America per trovare fortuna, partecipando alla corsa all’oro di quegli anni. Fu in Alaska che trovò la sua fortuna dove, divenuto ufficialmente cittadino americano con il nome di Felix Pedroni, fondò la cittadina di Fairbanks, al tempo importante centro di estrazione dell’oro e oggi la seconda città più grande di tutta l’Alaska.
All’interno del museo c’è una sezione dedicata a lui, dove approfondire la sua storia.
Il borgo di Fanano
Fanano è un luogo chiave per conoscere la storia di un cammino come la Romea Strata. Fu qui che venne creata una via per portare i pellegrini a Roma attraverso il valico della Croce Arcana, utile anche per mettere in stretto contatto tutti i territori Longobardi. I segni di questa via sono presenti anche sui muri, dove sono rimaste delle incisioni che ne indicano il ruolo come snodo viario fondamentale per i pellegrini giunti da Nonantola.
A Fanano è presente anche il convento delle Clarisse, dove le suore di clausura vivono una vita di preghiera e dedizione spirituale e dove i pellegrini possono richiedere accoglienza per la notte. Il convento è un luogo importante tanto da custodire uno dei venti miliriaum.
Il borgo di Ospitale e la Croce Arcana
La tappa successiva è quella che da Fanano porta alla Croce Arcana passando dal piccolo paesino di Ospitale: dal nome avrete capito il suo ruolo come luogo di “ospitalità” riservata ai tanti pellegrini che percorrevano questa tappa di montagna. Sono pochi gli abitanti che compongono l’attuale comunità, tenuta in vita da tutta una serie di progetti pensati per valorizzare il territorio e far sentire la propria voce che sembra dire: anche se il turismo non ci vede, noi siamo qui.
Uno dei più belli si chiama “Nebbia all’Alpe”, dove i volontari hanno creato un percorso escursionistico di 9 chilometri, arricchito di opere d’arte legate al tema dei pastori transumanti. Fare un cammino significa anche questo, scoprire luoghi nascosti da far conoscere, custoditi da persone che ci mettono l’ingegno per mantenere e trasmettere agli altri le proprie radici.
E poi si sale su, fino alla Croce Arcana, dove i paesaggi cambiano: i boschi di faggi si aprono su panorami collinari che appaiono infiniti. Questo è il valico dell’Appennino tosco-emiliano, situato a un’altitudine di 1669 metri fra le province di Pistoia e Modena.

Spilamberto, luogo d’accoglienza dei pellegrini
Infine, la nostra ultima tappa è stata Spilamberto, conosciuto fin dal 776 grazie alla presenza di un ospizio per pellegrini di proprietà dell’Abbazia di Nonantola. Ed è proprio in corrispondenza di questo comune che, nell’885, trova la morte un personaggio illustre, Papa Adriano III, mentre si stava recando a Worms per far visita all’imperatore.
Spilamberto ricopre ancora oggi, sulla Romea Strata, quell’antico ruolo come luogo dedito all’ospitalità grazie a una struttura gestita da volontari dove i pellegrini possono dormire la notte. Un luogo che ha racchiuso l’essenza stessa del cammino e del viaggio in una frase, recitata da uno dei volontari: “Il tempo che dedichiamo agli altri è un tempo che dedichiamo a noi stessi; grazie per averci ospitato nelle vostre storie”.