Rotterdam senza segreti: architettura, eventi autunnali e novità da non perdere (come il Fenix Museum)

  • Postato il 18 ottobre 2025
  • Viaggi
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Rotterdam è cresciuta a vista d’occhio, soprattutto negli ultimi decenni. Una “città che sale”, e lo fa per davvero, mantenendo le promesse: se l’avete visitata qualche anno fa, potreste stupirvi della notevole trasformazione. Non si tratta solo di grattacieli che fanno a gara in altezza sfidando la gravità, ma anche dell’efficienza di servizi, proposte ed attività, quelle di una realtà ambiziosa che punta a logiche green e sostenibili. Perché se non esiste più un passato tangibile, si crea una nuova identità con virtuosismo, e in grande stile.

Per anni Rotterdam fu segnata dagli esiti devastanti della seconda guerra mondiale, ma dopo una dilagante fuga di massa ci fu un controesodo, un rifiorire dalle sue stesse ceneri. Suona dunque come poesia il nome “Fenix”, quello del nuovo museo d’arte internazionale dedicato alle migrazioni che promette di essere un hub rivoluzionario, concepito per cultura e consapevolezza, con lo scopo di ricordare quanto questo fenomeno appartenga alla storia locale ma allo stesso tempo sia una dinamica universale.

Ed è così che Rotterdam si racconta con un’energia unica che la contraddistingue: non c’è città olandese più dinamica, multiculturale e modaiola. La stazione centrale a forma di navicella, le architetture moderne e fantasiose, le famose case cubiche e l’enorme mercato alimentare coperto che ricorda un’enorme lettera U capovolta. Vi sorprenderete nel vedere qualche surfista con tanto di muta e tavola sfidare le onde in un canale del centro, e vi delizierete all’ora del brunch in qualche rooftop bar che propone prodotti a km zero coltivati nel proprio giardino pensile o in quello del dirimpettaio. Atelier underground e musei che ospitano l’arte diventando arte stessa, grattacieli firmati da archistar, ponti in acciaio che sembrano librarsi sull’acqua del fiume Rotte, affluente del Nieuwe Maas che l’attraversa, lì dove affacciano ristorantini fusion che sperimentano piatti di pesce freschissimo con tocchi tropicali, quasi a svelare i segreti delle cambuse caraibiche, quelle delle piccole Antille in cui si parla ancora olandese. Qualcuno paragona Rotterdam ad una New York in miniatura per essere cosmopolita e multiculturale, ma questa città è unica e bellissima, perfetta da scoprire in autunno, quando la stagione è tutt’altro che morta ma ricca di eventi e novità.

I classici dell’architettura, mercati, surf ed eventi autunnali

Le dimensioni contenute del centro e l’efficienza dei servizi, vi consentono di visitare la città spostandovi tranquillamente con i mezzi pubblici. Rotterdam City Card è una valida soluzione, utilizzabile tramite la comoda applicazione che consente di usufruire di servizi come autobus, tram e metro per la durata di uno o tre giorni, e di accedere a delle scontistiche su oltre 50 attrazioni, musei e tour. Un’opzione pratica per muoversi agilmente, molto utile anche in caso di pioggia. In alternativa, ombrello alla mano e passeggiate con il naso all’insù: il bello della città è lo skyline in continua evoluzione.

Firme come Foster, Piano, Koolhaas e studi d’avanguardia come OMA, MVRDV e MAD Architects hanno contribuito e continuano a trasformarla. Rotterdam è considerata una specie di museo a cielo aperto, place to be per gli amanti dell’architettura moderna. Le famosissime Case Cubiche sono uno dei simboli più noti in città, situate nel quartiere di Oude Haven, l’antico e affascinante porto dove ormeggiano barche in legno e navi storiche, uno dei pochi angoli che testimonia ancora il passato. Progettate dall’architetto olandese Piet Blom negli anni ‘70 e costruite tra l’82 e l’84, vengono altresì chiamate “case palafitta” in quanto la loro peculiarità è quella di presentare dei volumi a cubi inclinati di 45° per ricordare la forma di tanti alberi: per sperimentare l’abitare, da non perdere la Casa Museo Kijk-Kubus, uno dei 38 civici perfettamente arredata.

Ad un passo da questa “foresta urbana” svetta l’iconico Markthal, il mercato alimentare coperto di Rotterdam. Questo grande complesso progettato dallo studio di architetti e designer MVRDV combina tradizione culinaria e spazi mirabolanti: 40 metri d’altezza, 11 piani, circa 100 banchi e 228 appartamenti, alcuni con bella vista sul colorato ginepraio di bancarelle. Non passa inosservato il gigantesco murales che ricopre il soffitto chiamato “Cornucopia“, opera realizzata da Arno Coenen e Iris Roskam: un tripudio di fiori, frutta, insetti e pesci che simboleggiano un inno contemporaneo all’abbondanza.

Ad un soffio dal Markthal c’è una proposta davvero singolare per smaltire le calorie o semplicemente per provare un’experience sopra le righe, o sarebbe meglio dire sopra una tavola da surf. Si tratta di RiF010, la prima “piscina” al mondo ricavata in un tratto di canale urbano con tanto di onde artificiali, perfetta per praticare surf, bodyboard, SUP (paddle board) o canoa, in ogni mese dell’anno. L’autunno è vivo a Rotterdam, divertente e sempre in movimento: per gli appassionati di danza da appuntare il prestigioso International Dance League, dal 23 al 26 ottobre, mentre chi viaggia con i bambini, bellissimo il De Grote Schijn, dal 16 ottobre al 2 novembre, la passeggiata serale che intreccia natura, musica e tecnologia, un’esperienza immersiva con un pizzico di magia, così l’appassionante Wild Life Film Festival, dal 3 al 9 novembre, perfetto per chi ama gli animali. Se invece viaggiate in coppia o in gruppo, The Wine Festival in Laurenskerk è una bella occasione per fare festa e brindare ad un Halloween speciale: l’evento si svolgerà dal 31 ottobre al 1° novembre.

Il Parco dei Musei, dove sboccia la cultura

Rotterdam ha una vocazione per l’arte. È stata capitale della cultura nel 2001 e negli anni ha incentivato una proposta molto ricercata, con alcuni dei musei più prestigiosi dei Paesi Bassi. Meta di tantissimi visitatori è il Museum Park, un’oasi urbana immersa nel verde dove si trovano alcune delle gallerie più importanti e simboli come la Sonneveld House, un’autentica casa d’autore che unisce i principi del funzionalismo ma anche i punti chiave di Le Corbusier, un progetto manifesto degli olandesi Brinkman & Van der Vlugt, firme di punta dell’architettura anni ‘30.

Non passa inosservata l’avveniristica struttura ricoperta da vetri a specchio (dove si riflette splendidamente lo skyline cittadino) del Depot Boijmans Van Beuningen, il più grande deposito d’arte al mondo aperto al pubblico. Questa architettura è stata progettata dallo studio MVRDV nell’ottica di sorprendere poiché non contiene solo la bellezza di 151 mila opere ma si rivela un vero e proprio museo sui generis: vetrina, deposito e laboratorio d’arte dove è possibile assistere alle tecniche di conservazione e restauro. I capolavori non sono disposti secondo un tema, un’epoca o uno stile, ma sono dislocati in quattordici spazi in base al grado di temperatura e di umidità di cui hanno bisogno per essere preservati, tutti consultabili grazie ad una comodissima applicazione. Ed è così che si ammira la bellezza senza sovrastrutture: il rigore dei dipinti medievali incontra la fluidità dei concetti contemporanei, i ritratti composti sembrano dialogare con le smorfie delle sculture moderne, e una miriade di nature morte, paesaggi e situazioni sono catalogati come enciclopedie tra griglie d’acciaio, in attesa di uno sguardo. Oltre alla “catalogazione” permanente, il Depot ospita anche mostre temporanee: da non perdere Beyond Surrealism, collezione di arte surrealista di livello mondiale, dal 15 novembre al 6 aprile 2026.

Altro polo imperdibile all’interno del Museum Park è Kunsthal Rotterdam, una vera e propria istituzione dedicata a mostre d’arte, design e architettura. Considerata la “casa della cultura” cittadina, ospita più mostre temporanee. Quest’autunno il tratto distintivo è lo stile, “made in the Netherlands”: fino al 1°marzo sarà possibile visitare Sculpting the Senses, l’esposizione dedicata al lavoro della stilista olandese di fama mondiale Iris van Herpen, che attraverso l’uso pionieristico di tecniche innovative rompe con le convenzioni della moda e allo stesso tempo abbraccia l’artigianato tradizionale. Sempre all’interno del museo, da non perdere Cute, per un tuffo nella dolcezza sino al 23 novembre. Pupazzi, manga giapponesi, ninnoli e tante carinerie dai colori pop svelano il loro alter ego, un fermo immagine di un mondo sempre più abituato a comunicare per emoji. L’accurata e sagace rassegna dimostra quanto “essere carini” non sia solo attraente, ma anche un potente strumento per manipolare, confortare o provocare. Da non perdere.

Una “piccola New York” e il Fenix Museum

Il quartiere di Kop Van Zuid è un esempio perfetto di gentrification urbana, collegato al resto della città da uno dei suoi simboli, il leggiadro Erasmusbrug, il grande ponte strallato bianco soprannominato “il cigno” per le linee aggraziate, progettato dall’olandese Ben van Berkel di UN Studio. Questa interessante area urbana è stata completamente riqualificata ed è in continua trasformazione. La somiglianza a New York City qui si fa oggettiva: la penisola e i grattacieli altissimi in stile Manhattan, così i palazzi storici di mattoni che ricordano Brooklyn, e l’ex sede della Holland American Line, la compagnia che un tempo collegava Rotterdam all’altra sponda dell’oceano, oggi sede di un hotel affacciato sullo scorrere del fiume e sulla sponda del quartiere dirimpettaio Katendrecht, dove spunta il nuovo museo di Rotterdam, inaugurato lo scorso 15 maggio.

È facile distinguere il Fenix Museum perchè “È tutta una questione di movimento”, come ha dichiarato Ma Yansong dello studio di architettura cinese MAD Architects che ha restaurato e trasformato lo storico magazzino che oggi ospita le sale espositive e “Il Tornado”, l’iconica scala futuristica a doppia elica che termina con una piattaforma di osservazione, ben visibile dalla passeggiata che costeggia la penisola. L’ispirazione che portò a progettare questa opera visionaria è l’andare e il venire delle persone lungo le banchine di questo quartiere portuale, dove tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento arrivarono circa due milioni di persone. Questo museo è uno straordinario esempio di simbiosi tra contenuto, opere con tematiche legate all’identità e alla migrazione, e “contenitore”, dove l’architettura ne rispecchia il significato diventando una metafora: “Ha una funzione di racconto, di scultura”, aggiunge Ma Yansong. Il Fenix è un inno al viaggio, al movimento e al cambiamento, dove tutti possono riconoscersi e ritrovarsi.

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Il Fatto Quotidiano

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