Salario minimo, la giunta al lavoro sulla delibera d’indirizzo. Robotti: “Utile anche per i privati”
- Postato il 10 luglio 2025
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- Di Genova24
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Genova. La sindaca Silvia Salis ne aveva fatto un cavallo di battaglia durante la campagna elettorale, e di salario minimo è tornato a parlare l’assessore al Lavoro del Comune di Genova, Emilio Robotti, che ha confermato che la giunta sta lavorando alla delibera che lo introdurrà.
“L’amministrazione sta lavorando a una serie di atti che vanno verso la tutela dei diritti delle persone più fragili – ha spiegato Robotti a margine della firma del protocollo d’intesa contro il caporalato in prefettura – nella prossima giunta abbiamo intenzione di presentare una la delibera che introdurrà, come in altre città, il salario minimo”.
Una delibera utilizzabile anche dai privati
“È uno strumento già adottato da altre grandi città come Firenze e Napoli, ma non solo – ha proseguito Robotti – è una delibera di indirizzo, che non comporta un impegno di spesa”
L’idea è di iniziare con il pubblico e di incentivare comportamenti virtuosi anche nelle aziende private: “È uno strumento che vuole avviare una politica che possa poi ripercuotersi anche nel settore privato puro, quindi non solo gli appalti comunali. È un processo che pensiamo di di portare avanti piano piano, con il confronto con le parti sindacali e datoriali, e attraverso la stipula, per esempio, di altri protocolli”.
Salario minimo, il modello Firenze
In campagna elettorale Salis aveva puntato molto sul salario minimo, chiarendo che l’obiettivo, sul fronte degli appalti comunali, era garantire una paga minima di 9 euro l’ora.
“Il lavoro povero è purtroppo è una grande emergenza di Genova, una città che sta terziarizzando tutto il tema del lavoro – aveva detto – Questo ci deve imporre una riflessione, perché poi vittime del lavoro povero sono le donne, i giovani, gli emigrati. Dobbiamo anche concentrarci su quella che è un’emergenza sociale. Il Comune può fare molto, le politiche comunali possono fare molto”.
Il modello portato era stato appunto quello di Firenze, come aveva spiegato l’assessore al Lavoro del Comune di Firenze, Dario Danti “Il testo approvato impegna il Comune di Firenze ad adeguarsi al Codice degli appalti in vigore, che impone l’applicazione del contratto nazionale e territoriale più attinente all’attività svolta dalle persone impiegate dalle aziende che vincono gli appalti pubblici – aveva detto durante un incontro elettorale – in aggiunta a questo impegno l’amministrazione comunale verifica anche che i contratti indicati nelle procedure di gara prevedano un trattamento economico minimo di 9 euro l’ora. Inoltre ogni sei mesi il Comune di Firenze preparerà un rapporto sugli appalti in corso, mentre saranno fissati incontri periodici con i sindacati per verificare come raggiungere l’obiettivo dei 9 euro l’ora”.