Salgono ancora i costi del carrello della spesa: a giugno +2,8%, alimentari a +4,2%. I dati Istat sull’inflazione
- Postato il 16 luglio 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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L’inflazione riprende a salire e torna a pesare, ancora una volta, sulla spesa degli italiani. A giugno 2025, secondo i dati definitivi diffusi dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) è aumentato dello 0,2% su base mensile e dell’1,7% rispetto allo stesso mese del 2024. Un incremento lieve, ma che segna un’accelerazione rispetto al +1,6% registrato a maggio. Il dato che più colpisce le famiglie è però l’aumento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati, quelli più sensibili agli shock climatici e alle dinamiche internazionali delle materie prime: la crescita su base annua passa dal +3,5% al +4,2%. E non va meglio se si guarda al “carrello della spesa”, l’indicatore che comprende alimentari e beni per la cura della casa e della persona: anche qui si registra un’accelerazione, con un aumento annuo che si porta al +2,8%(era +2,7% a maggio).
In un contesto in cui i prezzi dell’energia continuano a oscillare, il capitolo energetico registra una nuova flessione: -2,1% su base annua, con la componente regolamentata – che include ad esempio l’energia elettrica e il gas con tariffe stabilite – in forte rallentamento (+22,6% contro il +29,3% di maggio). Una frenata che però non basta a controbilanciare gli aumenti su altri fronti.
L’Istat segnala anche un lieve aumento dell’inflazione di fondo, cioè al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi: +2,0% annuo, rispetto al +1,9% del mese precedente. E resta stabile al +2,1% l’inflazione al netto dei soli beni energetici.
Anche i servizi legati ai trasporti diventano più cari, con un’accelerazione dal +2,6% al +2,9%, mentre si attenua la discesa dei beni durevoli (da -1,1% a -0,8%). L’inflazione dei beni in generale risale appena (da +0,8% a +0,9%), mentre quella dei servizi si attesta al +2,7%. Il differenziale tra beni e servizi resta fermo a 1,8 punti percentuali. Infine, segnali di rincaro anche dai prodotti ad alta frequenza d’acquisto – come generi alimentari di base, carburanti, sigarette – che aumentano del 2% su base annua, rispetto all’1,5% di maggio. Un dato che conferma come l’inflazione stia tornando a farsi sentire soprattutto su quei beni che più incidono sui bilanci quotidiani delle famiglie.
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commenta: “Dati pessimi! A preoccupare è il continuo rialzo delle spese obbligate, beni alimentari e carrello della spesa, che non accennano a invertire la loro rotta. Il carrello passa da 2,7 di maggio a 2,8 di giugno, i Prodotti alimentari e bevande analcoliche da 3,2 a 3,5. Insomma, aumenti che di mese in mese non sembrano astronomici, ma che sommati determinano una stangata sempre maggiore per le famiglie, specie per le fasce meno abbienti, trattandosi di spese non rinviabili”.
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