Salis, il monito da Sant’Anna di Stazzema: “Oggi il fascismo non teme i fucili, ma i libri”

  • Postato il 12 agosto 2025
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Generico agosto 2025

Genova. “Oggi il fascismo non ha paura dei fucili, ha paura della cultura, ha paura dei libri e ai ragazzi che sono qui dico, leggete, informatevi, incrociate le informazioni per distinguere il falso dal vero o, ancora peggio, dal verosimile, non lasciate che vi tolgano la capacità critica, il dubbio, il dubbio è la cintura di sicurezza della democrazia, chi vi dice che tutto è semplice, che c’è un nemico in agguato, che basta un “noi” contro “loro”, non vi sta spiegando il mondo, ve lo sta restringendo, imparate a dire no”.

E’ uno dei passaggi dell’orazione ufficiale tenuta dalla sindaca di Genova Silvia Salis oggi, martedì 12 agosto, a Sant’Anna di Stazzema, in occasione dell’81esima commemorazione dell’eccidio compiuto dalle SS nei confronti di 460 vittime civili.

Da Genova, città medaglia d’oro per la Resistenza, a Sant’Anna, altra città che ha ricevuto la stessa onorificenza. Alla cerimonia, nel borgo-museo nell’entroterra della Versilia, hanno partecipato, fra gli altri, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco di Stazzema Maurizio Verona e il presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna Umberto Mancini.

salis cervi

Nel suo discorso, Salis ha ribadito l’importanza della memoria: “Sono qui, in questo luogo sacro, non per ricordare, sono qui per non dimenticare – ha scandito – ricordare è un’azione che appartiene alla mente, non dimenticare appartiene anche al cuore. Perché ogni volta che si onora la strage di Sant’Anna di Stazzema, non si compie un gesto formale. Si prende posizione“.

E ancora, ricordando come si arrivò a quel giorno terribile: “Il fascismo non è un meteorite, è un’erba infestante che è stata sottovalutata quando era ancora una piantina, ma piano piano cresceva. Il fascismo, infatti, non è stato solo un esercito che ha invaso l’Europa. È stato, soprattutto, un processo lento, insidioso, che ha trovato terreno fertile nelle nostre istituzioni, nelle nostre leggi, nel nostro quotidiano. Ogni tempo ha il suo modo di diffondere l’apparente verità. Un tempo c’erano i balconi e le piazze. Oggi i sondaggi, i post, gli hashtag, le frasi populiste urlate nei talk show, magari senza neanche un contraddittorio”.

Infine un riferimento alle guerre di oggi: “Oggi, come ieri, le vittime sono innocenti – ha ribadito Salis – e come ieri, c’è ancora chi giustifica la violenza contro chi non ha colpa. La storia ci insegna che, quando i diritti fondamentali di qualcuno sono calpestati, non è mai un fatto isolato: la barbarie si diffonde, e il nostro stesso essere umani è messo in discussione. Quella barbarie che ha travolto Sant’Anna di Stazzema, quella barbarie che ha ucciso tante famiglie innocenti, è la stessa che oggi devasta altri luoghi del nostro pianeta. Qui c’era stata Bianca, mamma di cinque bambini uccisi, oggi potrebbero essere Fatima o Sofia, una di quelle mamme di Gaza, di Kiev o delle altre decine di guerre che sono in corso”.

La sindaca di Genova, durante l’occasione ha incontrato anche Adelmo Cervi, figlio di uno dei sette fratelli fucilati per una rappresaglia fascista nel 1943 a Reggio Emilia, da sempre impegnato in iniziative per tramandare il valore della memoria su quegli anni e sull’importanza di una cultura di pace.

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In rappresentanza della Regione Liguria c’era il vicepresidente del consiglio regionale Roberto Arboscello: “Per me non solo un dovere morale e civile ma una scelta consapevole per onorare le vittime e ribadire l’importanza dei valori della democrazia – ha detto – ma la memoria non può essere solo rituale, lo ha dimostrato la storica sentenza del tribunale militare della Spezia, che nel 2005, dopo oltre sessant’anni, ha condannato all’ergastolo dieci ex militari delle SS per questo eccidio”.

Alla cerimonia anche il presidente del consiglio comunale di Genova Claudio Villa, il segretario metropolitano e consigliere regionale Pd Simone D’Angelo, il consigliere comunale – sempre Pd – Claudio Chiarotti e il sindaco di Vobbia e vicepresidente di Anci Liguria Simone Franceschi.

L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema

L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema fu un crimine di guerra nazifascista compiuto dai soldati tedeschi di tre compagnie della 16 SS – Panzergrenadier – Division Reichsführer, comandata dal gruppenführer Max Simon e da collaborazionisti italiani della Repubblica sociale italiana.

All’alba del 12 agosto 1944 tre reparti circondarono l’abitato di Sant’Anna, mentre un quarto si attestava più a valle, sopra il paese di Valdicastello, per bloccare ogni via di fuga.

Nonostante agli inizi del mese Sant’Anna fosse stata dichiarata zona bianca dai tedeschi, in grado cioè di accogliere popolazione civile sfollata, in poco più di tre ore furono massacrate 560 persone, tra cui molti bambini.

Alcuni dei superstiti sono ancora in vita e non hanno mai smesso di raccontare quello che accadde in quegli anni. A Sant’Anna di Stazzema sono stati costruiti un memoriale e un museo dedicato all’eccidio visitati ogni anno da migliaia di persone da tutta Europa.

Autore
Genova24

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