Salute mentale: in Italia oltre il 6% degli adulti ha sintomi depressivi

  • Postato il 10 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Gli italiani e gli europei sono stanchi, ansiosi e depressi. I dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Ocse per la Giornata mondiale della salute mondiale, che si celebra il 10 ottobre, parlano di un continente affaticato, dove il disagio psicologico che cresce, in modo proporzionale alle difficoltà economiche e alla solitudine e dove l’offerta di cure resta inadeguato. Più del 6% degli adulti italiani e circa il 9% degli over 65 hanno sintomi depressivi ricorrenti, tali da compromettere il benessere psicologico per oltre metà dei giorni di ogni mese. E a livello europeo un adulto su cinque convive con ansia o depressione. Una questione non solo sanitaria, ma anche dalle forti conseguenze: perdita di produttività, esclusione sociale e costi complessivi che superano il 4% del PIL nei Paesi dell’Unione Europea

In Italia la depressione cresce tra gli adulti e gli anziani: i dati dell’Istituto Superiore di Sanità

L’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, condotta attraverso le sorveglianze Passi e Passi d’Argento nel biennio 2023-2024, parla chiaro: la depressione è ormai una condizione diffusa, stratificata per età, genere e status socioeconomico. Tra gli adulti, poco più del 6% dichiara di sentirsi depresso per quasi 16 giorni al mese, contro meno di 2 giorni tra chi non manifesta sintomi. La prevalenza cresce tra le donne (7%), le persone con difficoltà economiche (18%), chi vive solo (7%), e chi convive con patologie croniche (11%). Solo due persone su tre chiedono aiuto, rivolgendosi soprattutto a medici o operatori sanitari. Il disagio cresce con l’età: nove ultrasessantacinquenni su cento soffrono di sintomi depressivi, con punte del 13% tra gli over 85. Anche qui la disparità economica pesa come un macigno: il 25% degli anziani con gravi difficoltà economiche mostra segni di depressione, contro il 6% di chi non ha problemi di reddito. Le donne risultano più vulnerabili (12% verso il 5% degli uomini) e la solitudine emerge come fattore determinante. Dal punto di vista geografico si è arrivati a una sorta di equilibrio: al Sud la prevalenza è calata costantemente dal 2008 al 2024, mentre nel Nord il trend si è stabilizzato dopo il 2016 e al Centro, dopo una riduzione iniziale, dal 2018 si è assistito ad una nuova crescita.

Sanità mentale sotto pressione: cresce la domanda di cura

L’ISS registra contemporaneamente una crescita della domanda di assistenza psichiatrica: aumentano i ricoveri ospedalieri, le consulenze nei Pronto Soccorso e i casi di autolesionismo. E a fronte di un boom di domande il personale, però, non cresce allo stesso ritmo. Mentre aumentano leggermente gli psicologi e gli operatori sociali, si riduce la disponibilità di psichiatri e terapisti della riabilitazione psichiatrica, con una contrazione anche dei servizi di telemedicina, oggi sostituiti da interventi quasi esclusivamente in presenza.

Europa: un adulto su cinque convive con ansia o depressione. L’OCSE lancia l’allarme economico

Guardando all’intera Europa i numeri non sono più ottimistici. Il rapporto dell’OCSE “Mental Health Promotion and Prevention” (2025) ci dice che il 20% della popolazione adulta manifesta sintomi di ansia o depressione, ma oltre due terzi non riceve un’assistenza adeguata. Il costo economico è enorme: oltre il 4% del PIL europeo viene eroso tra spese sanitarie dirette e perdita di produttività. Le donne e i giovani sono le fasce più vulnerabili: i tassi di depressione moderata o severa sono superiori del 62% tra le donne, mentre gli uomini restano più esposti al rischio suicidio. Inoltre, il 75% dei disturbi mentali insorge prima dei 25 anni. Sull’Italia l’OCSE rileva un trend simile a quello europeo, ma con alcune criticità: carenza di psicologi (3,5 ogni mille abitanti), bassa spesa in prevenzione (0,6% del PIL) e forti disuguaglianze territoriali nell’accesso ai servizi. L’OCSE rileva anche un ritardo nell’adozione di tecnologie digitali per la salute mentale e l’assenza di un piano strategico nazionale pienamente operativo. Un vuoto che il nuovo Piano di azione nazionale per la Salute Mentale (2025-2030), per ora sulla carta, punta a colmare.

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Panorama

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