Salvini chiude sul Mes: «Riprendiamoci i soldi». Ma Fi è pronta a votarlo

  • Postato il 14 maggio 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Salvini chiude sul Mes: «Riprendiamoci i soldi». Ma Fi è pronta a votarlo

Share

Il governo si divide sul Mes; Salvini non cede e crea nuove difficoltà a Meloni; Forza Italia (FI): «Disponibili al sì se c’è controllo democratico»


È ritornato il Mes a far ballare il governo Meloni. A 24 ore dal premier-time che si terrà a Montecitorio, Matteo Salvini mette il bastone tra le ruote al cammino di Giorgia Meloni con un’uscita sul Meccanismo europeo di stabilità, oggetto della discordia dentro e fuori la maggioranza. Il vicepremier e leader della Lega la mette così: «Mes? No! Il Parlamento, grazie anche alla posizione ferma della Lega che ha sempre combattuto il Mes sin dai tempi di Monti, ha già respinto il tentativo dell’Ue di metterci questo cappio al collo. Dalla trasformazione in “salva banche” non avremmo nessun vantaggio perché le nostre banche godono di ottima salute.

Visto che si insiste a proporre questa modifica che la Lega non ratificherà mai, rispondiamo proponendo di liquidare la quota italiana per riprenderci i nostri quindici miliardi con cui potremmo abbassare le tasse, fare investimenti e aumentare le pensioni, lasciando liberi gli altri di fare quello che vogliono». Nessun vantaggio per l’Italia, insiste Salvini, che con questa uscita non fa altro che mettere in difficoltà l’inquilina di Palazzo Chigi in Europa. Non è un caso, allora, se risulta più sfumata la posizione di Antonio Tajani, «non è una priorità» – afferma il ministro degli Esteri – precisando al contempo che «Forza Italia è pronta a votare sì ma solo se c’è un controllo democratico».

Una differenza di postura, quella fra i due vicepremier, che sembra prefigurare uno scontro all’interno del governo. Anche perché in tutto questo Meloni resta silente e di sicuro verrà incalzata oggi in Parlamento. Dall’altra le opposizioni ne approfittano per uscire in batteria. Attacca Osvaldo Napoli di Azione: «La presidente Meloni può stare tranquilla: contro il Mes, come pure contro i “volenterosi” a sostegno di Kiev, dispone del Parlamento più anti-europeista nell’Unione europea, forse secondo solo a quelli ungherese e slovacco».

Tutto questo non aiuta la presidente del Consiglio che si ritrova a dover affrontare da leader europea l’asse con gli Stati Uniti, le due guerre in corso, e i rapporti con gli alleati Francia e Germania. Ma Salvini è un fiume in piena, non si sofferma solo sul Mas ma di fatto si pronuncia su tutto. Quasi volesse anticipare il premier-time di Giorgia Meloni. Non a caso in Transatlantico i mugugni prevalgono sulle strizzate d’occhio: «Ma cosa si è messo in testa, Matteo…». E Matteo parla di dazi, tasse, Green, elezioni regionali in Veneto, rapporto con gli alleati. Insomma, l’impressione è che voglia veicolare all’esterno il suo pensiero.

Si parte dalle questione dazi con tanto di difesa nei confronti del presidente americano: «La Lega lo denuncia da anni, il dazio l’ha imposto Bruxelles non Trump, la follia del Green deal, di voler imporre il “tutto elettrico” nonostante i costi enormi e la mancanza di energia, speriamo che ci ascoltino, che non sia troppo tardi».

E poi il green: «La proposta della Lega, e conto di tutto il governo è l’azzeramento, la cancellazione di multe e del Green deal. Chi compra deve poter scegliere: se solo il 4% degli italiani ha scelto l’auto elettrica è perché evidentemente c’è un problema economico. Abbiamo milioni di Euro 4 e Euro 5 in circolazione, lasciarli a casa e fare Ztl, punire automobilisti, artigiani e professionisti è una follia. Conto che questo 2025, anche grazie all’accelerazione imposta da Trump, faccia dire all’Europa fermiamoci – ha concluso – perché altrimenti distruggiamo un intero settore». Ecco poi un annuncio che fa rumore: «Aboliremo gradualmente il superbollo alzando la soglia di potenza e poi andando a scaglioni verso l’eliminazione. Potrebbe accadere anche prima dell’estate».

Il manifesto di Salvini prevede di ingraziarsi il nuovo pontefice Prevost, «sono d’accordo col Santo Padre, che penso mette d’accordo tutti: mai più la guerra, mi interessa meno di Macron». E poi ancora include una serie di avvertimenti alla presidente del Consiglio. Primo fra tutto il dossier Veneto, regione strategica per la narrazione leghista. Salvini e i suoi non intendono cedere lo scettro del post Zaia: «Rispetto le richieste degli altri, però ovviamente il Veneto è terra di autonomia, è terra di buon governo, è terra di lavoro, è terra di identità, è terra di lingua e di cultura, e quindi fortunatamente il buon governo della Lega è radicato in centinaia di comuni, e sono sicuro che la soluzione si troverà con l’accordo di tutti».

E ancora: «Noi siamo orgogliosi di quello che la Lega, Zaia e il centrodestra hanno fatto per il Veneto e per i veneti in questi anni. Squadra che vince non si cambia: stiamo crescendo, stanno entrando tanti sindaci, tanti amministratori locali. Sento Luca Zaia tutte le settimane, lo vedrò questa settimana, abbiamo le idee chiare, abbiamo donne e uomini da offrire al centrodestra per proseguire questa buona attività».

Salvini ricorda che l’attuale governo del Veneto «è il più amato e apprezzato, e sicuramente continuerà a mettere la sua disponibilità e la sua bravura a disposizione dei veneti con la Lega alle prossime elezioni. Però dobbiamo parlare di cosa fare, perché il Veneto è molto più avanti rispetto alle altre regioni però abbiamo tanti dossier aperti, quindi più che i nomi i progetti, perché il Veneto continui a rimanere un’eccellenza». Tutto questo diventerà oggetto di dibattito quando i tre leader della coalizione di governo ne parleranno in un vertice che dovrebbe tenersi nei prossimi giorni. «Gli incontri che abbiamo a breve sono sui temi economici, sulle regionali avremo modo di parlare. Il Veneto vota insieme a Marche, Campania, Puglia e Toscana, quindi penso che tutti i partiti della coalizione potranno esprimere le loro potenzialità».

Share

Il Quotidiano del Sud.
Salvini chiude sul Mes: «Riprendiamoci i soldi». Ma Fi è pronta a votarlo

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti