Sandokan approda in Calabria: Lamezia Terme ospita l’anteprima-evento tra costumi, allestimenti e proiezioni esclusive

  • Postato il 27 novembre 2025
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Sandokan approda in Calabria: Lamezia Terme ospita l’anteprima-evento tra costumi, allestimenti e proiezioni esclusive

L’anteprima-evento di Sandokan in Calabria è un’esperienza immersiva pensata per far vivere da vicino l’immaginario che ha reso celebre la Tigre della Malesia. Lamezia Terme ospita la mostra “Sandokan in Calabria – I luoghi della serie”, un percorso unico tra costumi originali, allestimenti scenografici e proiezioni esclusive che svelano il dietro le quinte della nuova produzione.


LAMEZIA TERME (CATANZARO) – A cinquant’anni di distanza, l’urlo di Sandokan torna a squarciare la giungla del tempo. Era il 1976 quando Kabir Bedi, con lo sguardo di brace e il cuore in fiamme, fece sognare il mondo intero. Sotto i cieli tempestosi dei mari del Sud nacque una leggenda destinata a vivere attraverso intere generazioni. Oggi, quel mito riemerge dalle onde. La Tigre della Malesia riapre gli occhi e porta il nome di Can Yaman.

Dal genio visionario di Sergio Sollima e dalle pagine roventi di Emilio Salgari nasce una produzione internazionale ambiziosa e monumentale firmata Lux Vide – Gruppo Fremantle, realizzata in collaborazione con Rai Fiction e con il prezioso supporto della Calabria Film Commission. Un colossal moderno diretto da Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo, pronto a debuttare su Rai 1 il 1° dicembre 2025 e, successivamente, su Disney+. Per quattro settimane, due episodi da 50 minuti guideranno il pubblico in un viaggio sensoriale tra giungle tropicali, paesaggi mozzafiato e conflitti coloniali.

Dopo la premiere alla Festa del Cinema di Roma, l’anteprima riservata alla stampa si è svolta nel backlot della Fondazione Film Commission Calabria a Lamezia Terme: una full immersion nel mondo di Sandokan. Abbiamo ammirato scorci incredibili, assistito ai primi due episodi e partecipato all’inaugurazione della mostra “Sandokan in Calabria – i luoghi della serie”, che svela la magia dietro le quinte tra costumi originali, oggetti di scena e scenografie spettacolari. All’interno del backlot, è possibile visitare il “Consolato di Labuan” e il rifugio di “Singapore”. La mostra sarà aperta al pubblico dal 28 novembre 2025 al 27 gennaio 2026, da martedì a domenica, dalle 9 alle 16.30 (ultimo ingresso).

Labuan, dove i costumi diventano racconto: la mostra “Sandokan in Calabria – i luoghi della serie” è l’epica visiva che ridisegna la Tigre della Malesia

Labuan si risveglia in un affresco di stoffe, colori e simboli. In questa nuova reinterpretazione dell’universo di Sandokan, i costumi non sono semplici abiti di scena: sono identità, memoria, conflitto. Parlano prima dei personaggi, anticipano le tensioni, delineano mondi.

Sir James Brooke: la ferrea eleganza del potere

Rigoroso, magnetico, impenetrabile. Sir James Brooke – l’antagonista – conquista lo sguardo con una divisa che richiama l’iconografia storica dell’avventuriero inglese realmente esistito.
La cravatta perfettamente annodata, gli stivali lucidi, il gilet impeccabile: ogni dettaglio scolpisce l’autorità del “Rajah Bianco”, e lo isola dalla sua stessa truppa. Alle sue spalle, mercenari di origini incerte, la cui uniforme – a metà tra marina britannica e vita di bordo – racconta la durezza del servizio e l’assenza di radici.

Il ballo di Marianna: la nostalgia dell’Inghilterra perduta

Nelle sale di Labuan, il ballo organizzato da Marianna è un frammento di Inghilterra in pieno Borneo coloniale. Le invitate sembrano camminare in giardini lontani: pastelli delicati e motivi floreali geometrici intarsiati nelle stoffe. Gli uomini optano per il frac tradizionale, mentre gli ufficiali brillano nella uniforme di gala, manifesto della formalità britannica.

Marianna, “la perla di Labuan”, debutta rispettando la tradizione: abito bianco, un bocciolo pronto ad aprirsi. Il tulle a balze è leggero, mosso dalla timidezza del primo innamoramento; un ricamo evanescente la avvolge, mentre un nastro di seta in vita ne sottolinea la fragilità e la grazia.
Eppure, con un gesto di ribellione sottile, rifiuta le costrizioni vittoriane e guarda altrove: si ispira al costume tradizionale coreano, facendo della cintura di seta un ponte tra culture.

Sandokan: il rosso del destino

Il rosso di Sandokan non è un semplice colore scenico: è passione, coraggio, vitalità. Il suo costume è un mosaico delle sue anime – principe, guerriero, erede Dayak – e dei territori che rappresenta. I ricami riprendono motivi tribali del Borneo, il cinturone si fa armatura-gioiello, simbolo della sua regalità selvaggia. Ogni tessuto è memoria, ogni dettaglio è un tassello della sua leggenda.

Murray e l’eco del colonialismo

Il tenente Murray indossa la divisa rossa dell’esercito britannico: una macchia accesa su una palette di toni terrosi che richiama il caldo del Borneo. Intorno a lui, i gentiluomini inglesi sfoggiano redingote di lino, ancora eleganti nonostante l’umidità soffocante. A contrasto, il popolo malese indossa abiti tradizionali ricavati dal riciclo di capi contemporanei: un lavoro di tintura e invecchiamento che restituisce autenticità senza rinunciare alla sostenibilità. Un ponte tra passato e presente, tra identità e resistenza.

Yanez: l’eleganza sbiadita dell’avventura

Yanez è l’opposto di Sandokan: ironico, scanzonato, affascinante. I suoi costumi sono un diario di viaggio. Lo spolverino di lino, logoro ma dignitoso, è la sua seconda pelle; i gilet ricamati e i tessuti indiani rivelano vanità, charme, storie taciute. I toni chiari lo distinguono dalla ciurma che comanda: un dandy alla deriva dei mari orientali.

La ciurma dei pirati: metallo, ferite e identità

Il gruppo multietnico di pirati “brutti, sporchi e cattivi” è un collage umano di culture e sopravvivenza. Il metallo – bulloni, viti, borchie – domina i loro costumi, ricavati da abiti moderni riciclati e trasformati. Il risultato è uno stile ruvido, aggressivo, crudo, che riflette vite vissute sul filo del rasoio. Ogni pirata ha un’identità visiva distinta, figlia della propria origine etnica, ma la somma crea un unico, temuto esercito dei mari del Borneo.

Un’opera di costumi che diventa linguaggio

In questo caleidoscopio visivo, i costumi non sono semplici ornamenti: sono trama parallela, sottotesto, codice culturale. Raccontano conflitti, passioni, appartenenze.
E soprattutto, raccontano la tensione di un mondo sospeso tra colonialismo e ribellione, ordine e caos, potere e libertà. A Labuan, anche la stoffa diventa epica.

Le riprese della saga di Sandokan: le location

Le riprese della saga, destinate a incantare il pubblico mondiale, si sono svolte nel Teatro 7 del polo produttivo Lux Vide e in diverse location tra Isola di Reunion, Lazio e Toscana. In Calabria, i set hanno toccato luoghi iconici: Lamezia Terme, dove è stata ricostruita la colonia inglese di Labuan; Le Castella; i Laghi La Vota di Gizzeria; Grotticelle e Tropea. La produzione ha coinvolto numerosi professionisti Made in Calabria: 56 maestranze, 700 figurazioni, 8 location, 43 aziende fornitrici di servizi, 45 enti e 7 associazioni, un lavoro corale che ha reso possibile la magia della serie.

I personaggi

Al centro della scena, l’eroe più magnetico e indomito dell’universo salgariano: Sandokan, interpretato da Can Yaman. Al suo fianco, Alanah Bloor è Marianna, Ed Westwick incarna l’affascinante e spietato Lord Brooke, Alessandro Preziosi dà vita all’arguto Yanez de Gomera. A completare il cast internazionale, John Hannah nel ruolo del sergente Murray e Madeleine Price nelle vesti di Sani. Accanto a loro, Mark Grosy, Sergej Onopko e Gilberto Gliozzi regalano alla serie volti memorabili, accenti distintivi e carismi che ne ampliano l’orizzonte epico.

Sandokan: l’eroe più magnetico e indomito dell’universo salgariano

Nella sala di proiezione, la sigla ha riportato alla memoria il mito, avvolgendo lo spettatore in un racconto nuovo e appassionante. La Tigre della Malesia torna a ruggire, più feroce che mai. Can Yaman incarna un pirata che non cerca gloria né regni né profezie, ma solo il mare “finché il vento avrà una direzione”. Eppure, il vento cambia. In un attacco notturno, Sandokan libera un prigioniero Dayak che lo riconosce come il prescelto di un’antica profezia. Un destino che nessun uomo vorrebbe sulle proprie spalle: nulla sarà più come prima.

Mentre il Borneo del 1841 brucia sotto il peso dell’impero britannico, Sandokan scopre qualcosa di più pericoloso dei fucili inglesi: un sentimento capace di ribaltare il mondo intero. Si chiama Marianna Guillonk. Con il volto fiero e inquieto di Alanah Bloor, Marianna, la “Perla di Labuan”, è colei che rompe la gabbia invece di decorarla. È la scintilla che incendia la narrazione. Quando Sandokan irrompe nel suo destino, Marianna comprende un segreto più grande dell’amore, della ribellione o della libertà stessa: il mondo può cambiare, se il cuore ha il coraggio di farlo per primo. Yanez de Gomera è il braccio destro della Tigre della Malesia: amico fedele, arguto, brillante e ironico.

E poi c’è Lord James Brooke. Il suo nome scivola nella storia come una lama affilata. Ed Westwick lo interpreta con il fascino elegante e la grazia velenosa dei predatori che non hanno bisogno di artigli per strappare un cuore. Brooke è un enigma. Amore sincero? Ambizione? O la più sofisticata delle manipolazioni? Brooke è l’uomo che crede di essere nel giusto. È il volto seducente del potere che nessuno riconosce come minaccia finché non è troppo tardi. La sua Royalist non è una nave: è un avvertimento. E quando la Royalist veleggia all’orizzonte, una cosa è chiara: il duello tra Sandokan e Brooke non è semplicemente tra due uomini… ma tra due diverse idee di mondo.

Sandokan in arrivo su Rai1

Questa serie non si guarda: si attraversa. Questa serie non vuole ricopiare la memoria degli adulti che da bambini guardavano Kabir Bedi. Vuole consegnare una nuova eredità ai figli e ai nipoti di quelle generazioni. Il profumo della giungla della Réunion, la luce tagliente del Mediterraneo trasformata in Sud-est asiatico, l’immensa colonia inglese ricostruita da zero in Calabria, così reale da sembrare un portale nel tempo: la serie non si limita a ricreare il Borneo ottocentesco, lo reinventa. Lo rende pulsante, feroce, vivo. In un’epoca di confini invisibili, libertà negoziate e identità smarrite, la storia di Sandokan non è mai stata così attuale.

Il 1° dicembre, assisteremo al ritorno di un simbolo che ci ricorda che la libertà è un salto nel buio, un mare da attraversare senza sapere cosa ci attende dall’altra parte. E Sandokan, ancora una volta, ci invita a salire sulla sua nave. La Tigre della Malesia è tornata. E il suo ruggito è pronto a scuotere il mondo intero.

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Sandokan approda in Calabria: Lamezia Terme ospita l’anteprima-evento tra costumi, allestimenti e proiezioni esclusive

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