Sanità, allo Jazzolino di Vibo «Il taglio dei letti venne applicato su dei dati errati»
- Postato il 5 giugno 2025
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Il Quotidiano del Sud
Sanità, allo Jazzolino di Vibo «Il taglio dei letti venne applicato su dei dati errati»
Il prefetto Vittorio Piscitelli, capo della commissione antimafia che dall’ottobre scorso guida l’Asp vibonese interviene sullo stato dello Jazzolino di Vibo
«CONOSCIAMO perfettamente i disagi dei nostri utenti quando si rivolgono al pronto soccorso e non trovano un posto per il ricovero. Naturalmente ci scusiamo con loro ma certe accuse sono ingiuste».
Il prefetto Vittorio Piscitelli, capo della commissione antimafia che dall’ottobre scorso guida l’Asp vibonese, si conferma persona obiettiva, insomma non si nasconde dietro un dito. Ha appena finito di leggere il rèportage del Quotidiano del Sud sull’inaccettabile situazione di precarietà della postazione dello Jazzolino, intasata di pazienti sistemati su barelle (in dotazione ce ne sono 12, tutte occupate) e perfino su carrozzelle.
Giustificate pertanto le proteste dei cittadini, e allora perché parla di accuse ingiuste?
«Perché, in primo luogo, si dimentica che non è solo un problema vibonese, è cosi quasi dappertutto in Italia. Ma ingiuste soprattutto perché si dà l’idea che l’azienda non se ne cura. E invece posso assicurare che non ce ne stiamo con le mani in mano, stiamo facendo il possibile per risolvere o quanto meno ridurre questa criticità. Le dirò di più: il neo ds Ilario Lazzaro si è messo subito al lavoro e, ancor prima di prendere servizio, mi aveva già inviato una serie di idee per evitare inutili e lunghe attese al pronto soccorso. Insomma abbiamo già individuato alcune soluzioni, che ho già esposto nella recente conferenza dei sindaci. Per realizzarle occorre però aspettare che la Regione approvi il nostro fabbisogno aziendale».
L’Asp, sottolinea infatti Piscitelli, ha assoluto bisogno d’investire risorse sulla medicina territoriale, il cui potenziamento è indubbiamente il rimedio principe ai tanti accessi impropri.
«A parte il ripristino della legalità nell’Asp, che è poi il motivo per cui il governo ha inviato la commissione, la complessa problematica relativa al pronto soccorso è una delle maggiori priorità sulle quali siamo impegnati, insieme a quella delle liste d’attesa. Al riguardo, per inciso, vorrei dire che accanto a situazioni di sofferenza ci sono anche servizi con liste d’attesa pari a zero, ma di questo purtroppo non si parla».
Torniamo però all’affollamento a volte abnorme della postazione, coi pazienti costretti ad attendere anche per vari giorni, su barelle e sedie a rotelle. Piscitelli concorda (e come non potrebbe?) che all’origine c’è «il taglio radicale dei posti letto nell’Asp vibonese, avvenuto all’epoca sulla base di dati errati, e i mancati investimenti nella medicina territoriale. Come ci dice il direttore Sestito, che all’epoca era in Regione, i soldi destinati alla medicina territoriale vibonese non sono stati spesi e così quei servizi sono rimasti al palo».
Il motivo forse fu per la presenza sul territorio di vari ospedali (Serra, Soriano, Tropea, Pizzo, Nicotera) «che poi però alla lunga si sono rivelati per lo più delle scatole vuote». Fu principalmente per questo che la territoriale divenne la cenerentola nelle attenzioni dell’azienda.
Inoltre, il taglio dei posti letto fu conseguente anche «ad errate comunicazioni circa gli accessi al pronto soccorso, che apparivano praticamente dimezzati». Le soluzioni allo studio, che ancora Piscitelli ritiene prematuro comunicare, muovono da una relazione che, su sua richiesta, il direttore del pronto soccorso, il dottore Enzo Natale, ha provveduto tempestivamente ad inviargli.
Si tratta di un professionista ritenuto uno dei maggiori esperti regionali del settore emergenza urgenza, dunque, sa di cosa parla. Nella sua relazione, ricostruendo quanto avvenuto nello scorso week end, Natale rivela un particolare eloquente: «Il pronto soccorso è una porta sempre aperta per un terzo della popolazione vibonese, registra infatti quasi un accesso ogni secondo». Uno ogni secondo, un dato decisamente abnorme, in relazione alla popolazione.
Al riguardo il professionista punta il dito sugli accessi dovuti a «prestazioni non urgenti, per patologie di media-bassa criticità clinica, che spesso possono trovare una migliore risposta nell’ambito della rete dei servizi di cure primarie, ove adeguatamente strutturata».
Siamo sempre lì, insomma: se funzionasse la medicina sul territorio tanta gente non arriverebbe al pronto soccorso, intasandolo. La cronica mancanza di posti letto è invece alla base delle attese dei pazienti, sistemati spesso sulle barelle e «costretti in spazi che, inevitabilmente, diventano angusti e promiscui», fino a quando non si riesce a trasferirli in altri presidi calabresi.
«E’ il fenomeno del “boarding”, che è un problema in tutta Italia. Si tratta, cioè, di un “reparto fantasma”, con pazienti che necessitano di assistenza e tempo di cura da parte del personale sanitario, anche se queste prestazioni non sono conteggiate nelle statistiche regionali». Da qui anche la sottostima del fabbisogno di risorse umane e finanziarie. Natale non manca infine di sottolineare «lo spirito di sacrificio e di appartenenza degli operatori sanitari tutti i quali, pur nella carenza di organico, applicando le soluzioni organizzative in uso nel pronto soccorso, hanno comunque assicurato un’assistenza dignitosa ai numerosi pazienti, mitigando gli effetti negativi delle criticità evidenziate».
Il Quotidiano del Sud.
Sanità, allo Jazzolino di Vibo «Il taglio dei letti venne applicato su dei dati errati»