Sanità, Avs e M5s bocciano la riforma di Bucci: “Pericoloso passo indietro per la salute dei liguri”

  • Postato il 31 ottobre 2025
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Genova. La scriveremo insieme all’opposizione”, diceva il presidente Marco Bucci parlando della sua maxi riforma della sanità regionale. Tutte le cinque Asl accorpate in un’unica azienda regionale per semplificare la gestione amministrativa, più risorse da destinare ai servizi e una nuova azienda ospedaliera genovese. Ma a sinistra il progetto viene già affossato ancora prima che il testo del disegno di legge sbarchi in commissione.

“La riforma sanitaria proposta dal presidente Bucci rappresenta un pericoloso passo indietro per la sanità pubblica ligure – sentenzia Stefano Giordano del M5s che presenterà un ordine del giorno in consiglio regionale per chiedere la sospensione e revisione della riforma -. Accorpare le cinque Asl in un’unica azienda sanitaria regionale significa accentrare poteri, aumentare la burocrazia e indebolire il presidio territoriale, già messo a dura prova da anni di tagli e carenze di personale. Questa proposta sta già producendo effetti negativi, a partire dal blocco delle assunzioni e delle nomine nel sistema sanitario ligure. Tutto questo mentre gli ospedali e i pronto soccorso soffrono la carenza cronica di medici e infermieri. È inaccettabile paralizzare la sanità per una riforma che nessuno ha condiviso e che rischia di creare il caos organizzativo”.

Il M5s Liguria ricorda che tutti i principali sindacati medici e del comparto sanitario – Anaao, Cimo, Fp-Cgil, Fassid, Fvm, Uil Fp, Cisl Medici – hanno già espresso “la loro inequivocabile contrarietà, denunciando gravi rischi per la continuità assistenziale e la fuga del personale”. “Siamo di fronte a un accentramento calato dall’alto, privo di confronto con professionisti, sindacati e territori. La sanità pubblica ha bisogno di risorse, assunzioni e stabilizzazioni, non di nuovi livelli di burocrazia e di controllo politico”, aggiungono i pentastellati paventando un “sistema centralizzato, inefficiente e lontano dai bisogni reali delle persone”.

Anche Avs boccia l’ipotesi di riforma sanitaria: “Bloccare le nomine significa spingere gli specialisti verso il privato e in altre regioni. La sanità ligure soffre di gravissime carenze: liste d’attesa infinite, disomogeneità territoriale, fughe verso altre regioni. La riforma Bucci non risolverà questi problemi: anzi rischia di peggiorarli. L’unico modo per aiutare i pazienti liguri è partire dai loro problemi, tenendo conto delle difficoltà vissute quotidianamente dai lavoratori della sanità pubblica”. Selena Candia, capogruppo regionale Avs, Jan Casella, consigliere regionale Avs, Carla Nattero, segretaria regionale di Sinistra Italiana, e Simona Simonetti, portavoce ligure di Europa Verde, lanciano l’allarme per le conseguenze negative della riforma sulla qualità dei servizi.

I pericoli di questa riforma sono molteplici. A pagare il conto più salato rischiano di essere le aree interne, le zone montane o periferiche, dove già oggi l’accesso è più difficoltoso, e dove la centralizzazione delle decisioni potrebbe allontanare i cittadini da alcuni servizi essenziali, come già successo con la centrale unica del 118. Le lunghe liste d’attesa dipendono da carenza di personale, spazi, apparecchiature e strutture: se non si affrontano queste insufficienze, i cittadini per curarsi saranno costretti a pagare i privati, soprattutto nelle aree periferiche della regione. Servono assunzioni, non licenziamenti. Servono medici e infermieri invece di commissari e nuovi assessori”, sottolineano i rappresentanti liguri di Avs.

“Non abbiamo bloccato nulla, le assunzioni dei nuovi medici continuano, ma anche quelle dei primari – risponde oggi l’assessore Massimo Nicolò -. Tanto è vero che la radiodiagnostica interventistica e la radiologia hanno nominato i loro primari alla Spezia, domani sarà il turno della chirurgia toracica e dell’anestesia a Savona. Voglio rassicurare e ridimensionare il problema. Certamente dovrà esserci una comunicazione da parte delle direzioni”.

“Sul blocco delle nomine dei primari Nicolò smentisce il suo direttore generale – replicano il segretario regionale e il capogruppo del Pd, Davide Natale e Armando Sanna -. La lettera recapitata alle Asl, firmata da Bordon, oggi è diventata carta straccia, chi lo sa. L’assessore, forse pensando ad Halloween, ha voluto giocare un po’ e tra ‘dolcetto e scherzetto’ ha scelto lo ‘scherzetto’. Al di là delle battute, quanto sta accadendo è grave e inaccettabile e dimostra l’improvvisazione e la leggerezza con la quale vengono assunte le decisioni. I casi sono due ed entrambi estremamente gravi: o la mano destra non sa cosa fa la sinistra, oppure si lanciano proposte a caso, per verificare quali sono gli effetti che producono e, in caso negativo come questo, si fa retromarcia. Peccato che sia nell’una che nell’altra ipotesi le istituzioni perdono credibilità, i professionisti sanitari rimangono smarriti e i cittadini preoccupati. Insomma una presa in giro per tutti. Come già anticipato, chiederemo in consiglio regionale dov’è la verità e quale sia alla fine la decisione presa. Non si può più assistere a questi balletti che giocano con il diritto alla cura dei cittadini e con chi ogni giorno si dedica anima e corpo per far funzionare e stare in piedi il Sistema sanitario regionale”.
Autore
Genova24

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