Sanità, Bucci: “Grazie alla mia riforma 40 milioni in più per le cure e nessun taglio alla spesa”
- Postato il 25 settembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Spostare 30-40 milioni dal back office alle cure sanitarie. È questo, in termini finanziari, l’obiettivo della maxi riforma che il presidente ligure Marco Bucci vuole costruire nei prossimi mesi insieme all’opposizione. “I risparmi completi non sono stati valutati – precisa – però io non li chiamerei mai risparmi, perché io non voglio diminuire il costo della sanità. Anzi, io voglio aumentarlo aumentando la produttività”.
Come anticipato ieri, il cuore della rivoluzione è la fusione di tutte le Asl in una sola realtà aziendale regionale, pur mantenendo le singole “aree sanitarie locali” ciascuna coi propri confini e le proprie strutture, in modo da ottimizzare le risorse. Il governatore vorrebbe riuscirci entro fine anno per inaugurare il 2026 col nuovo assetto già operativo.
“Ma sono disposto ad aspettare un mese in più se riusciamo a farlo insieme – spiega oggi Bucci a margine della presentazione di un progetto di Liguria Digitale a palazzo di giustizia -. Un mese alla fine non vuol dire niente, ma se questo serve a fare le cose assieme è un valore”. Lunedì è già in programma un incontro con Andrea Orlando, ex candidato presidente e consigliere del Pd, che ieri ha manifestato caute aperture: “Vogliamo conoscere i presupposti del piano, soprattutto sul fronte delle risorse e degli investimenti sul personale e sulle strutture. E vogliamo conoscere i presupposti politici. La proposta è già condivisa da tutta la maggioranza? Sulla base di questi elementi valuteremo con tutte le forze di opposizione. Senza pregiudizi e sulla base di elementi concreti”.
La riforma, da quanto emerso finora, non prevede tagli al personale e nemmeno ai dirigenti. Ma allora come si realizza il risparmio da reinvestire sui servizi? “Certo, non è che prendi una persona che sa fare l’amministrativo lo metti a fare l’infermiere – risponde Bucci – però si ricalibrano tutte le risorse in maniera tale che ci sia questo spostamento. Non avviene in un giorno. Secondo me possiamo arrivare anche a 30-40 milioni sul totale delle spese di back office, che oggi sono circa 400-500 milioni. Vuol dire avere molte più persone vicino al letto o vicino alla macchina, piuttosto che in ufficio a fare altre cose. Poi, il fatto di poter avere una centrale d’acquisto unica e non sei o sette porta un risparmio enorme anche sul costo dei medicinali”.
Il presidente si concentra in particolare su un dato: “Oggi ci sono 65 persone che fanno gli stipendi in tutta la Liguria. Capite che si possono fare con molte meno persone“. E chi fa gli stipendi? “Beh, va a fare altri lavori amministrativi. Poi c’è la gente che va in pensione. Io questi esercizi in azienda sono 35 anni che li faccio, quindi è abbastanza normale. Succede da tutte le parti, senza penalizzare nessuno. Anzi, in questi cambiamenti la maggior parte delle persone trova nuove sfide e nuove opportunità, quindi, se si è bravi, si riescono a fare questi cambiamenti coinvolgendo le persone: alla fine sono passi avanti di carriera“. La centralizzazione, assicura il governatore, non riguarderà le sedi di lavoro: “Potremmo mettere l’ufficio stipendi a Imperia o alla Spezia, oppure la centrale di acquisto a Savona. Non è detto che tutto debba essere a Genova, ma deve essere uno per tutta la Liguria“.
Le prossime settimane saranno cruciali tra vertici politici e incontri con tutte le parti in casa, tra cui i sindacati: la Uil ha già espresso perplessità reclamando il coinvolgimento nella stesura della legge regionale. I tempi sono stretti, anche perché l’iter prevede passaggi obbligati in commissione e poi in aula. Ed entro il 2025 Bucci vorrebbe pure ampliare la giunta secondo la riforma statutaria approvata di recente. Un vero tour de force tra via Fieschi e piazza De Ferrari.