Sanità, il racconto di un paziente guarito grazie ad un intervento salva vita del San Martino
- Postato il 9 settembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. “Mi chiamo Gatti Ferruccio e desidero raccontarvi la mia storia, perché penso che meriti di essere conosciuta e condivisa”. Inizia così la lettera aperta che Genova24 ha ricevuto in queste ore riguardo un episodio legato alla Sanità da cui, per una volta, escono buone notizie.
Ecco il racconto del signor Gatti: “Qualche mese fa a soli 52 anni mi è stato diagnosticato un carcinoma della lingua. Un percorso duro, pieno di paure e difficoltà, che mi ha portato a un intervento complesso e delicatissimo presso l’Otorinolaringoiatria dell’Ospedale San Martino di Genova. La cura è stata un intervento altamente complesso, della durata di 9 ore, che ha previsto la rimozione della parte malata, lo svuotamento linfonodale del collo e la ricostruzione della lingua mediante un lembo prelevato dalla coscia. Un’operazione delicata, che richiede non solo competenze chirurgiche di altissimo livello, ma anche una perfetta coordinazione tra più équipe specialistiche. Il tutto è stato eseguito con successo dal prof. Filippo Marchi e dal suo straordinario team, che mi hanno ridato la possibilità di guardare al futuro”.
“Ritengo importante che questa esperienza sia raccontata perché troppo spesso si parla solo di malasanità. La mia vicenda è invece la prova concreta che nella sanità pubblica ci sono eccellenze mediche e professionali in grado di affrontare sfide chirurgiche di livello internazionale. Il prof. Marchi e la sua équipe rappresentano un patrimonio di professionalità e umanità che merita di essere conosciuto, riconosciuto e sostenuto. Oggi sono vivo, in ripresa, e tutto questo lo devo al prof. Filippo Marchi e alla sua equipe. La loro professionalità, competenza e umanità mi hanno ridato una prospettiva di futuro con la mia famiglia”.
“Vi scrivo per supplicarvi di dare spazio a questa testimonianza, perché troppo spesso si parla solo di malasanità, mentre qui abbiamo un esempio concreto di eccellenza italiana che deve essere valorizzata. Raccontare storie come la mia significa dare fiducia e speranza a chi sta affrontando la stessa battaglia. Sarei felice se la mia esperienza potesse essere pubblicata sulle vostre pagine, come piccolo segno di riconoscenza verso un reparto e un ospedale che rappresentano un orgoglio per la nostra sanità”.