Sanità, Uil sul rapporto Crea: “Dati positivi, ma i ritardi strutturali restano irrisolti”

  • Postato il 17 luglio 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Giovanni Bizzarro Uil

Liguria. Secondo quanto emerge dal rapporto Crea Sanità 2025, la Regione Liguria si colloca tra le sei realtà regionali italiane con i migliori livelli di tutela della salute, con un indice di performance complessivo pari al 47%, in sesta posizione su 21 Regioni, ben al di sopra della media nazionale del 38%. Secondo la Uil “è un dato che premia in parte la tenuta del sistema sanitario ligure, ma che non deve illudere, perché dietro a questi numeri si nascondono ritardi strutturali che, anno dopo anno, restano sostanzialmente irrisolti”.

L’analisi della Uil

L’appropriatezza delle cure è senza dubbio uno dei punti di forza del sistema ligure. Gli accessi impropri al pronto soccorso sono calati del 12% rispetto al 2019, segnale di una migliore organizzazione dei percorsi territoriali. La tempestività degli interventi ospedalieri per infarto acuto (STEMI) ha raggiunto il 94% dei casi trattati entro 90 minuti, uno dei dati più alti a livello nazionale. Sul fronte della prevenzione, la copertura vaccinale antinfluenzale tra gli over 65 è salita al 63%, mentre l’adesione agli screening oncologici è stabilmente sopra il 50%.

Tuttavia, il quadro cambia radicalmente se si osservano i dati relativi alla presa in carico dei soggetti più fragili. Nonostante un incremento del 18% nell’assistenza domiciliare integrata (ADI) nell’ultimo biennio, oggi in Liguria meno del 30% delle persone con disabilità gravi riceve cure domiciliari adeguate, e solo 1 anziano su 20 sopra i 75 anni accede a trattamenti residenziali continuativi. In parallelo, la spesa sociale dei Comuni liguri si ferma sotto gli 85 euro pro capite, un livello che non consente di garantire una presa in carico dignitosa e diffusa.

Anche gli esiti di salute mostrano luci e ombre. La speranza di vita senza limitazioni funzionali a 65 anni è pari a 10,7 anni per le donne e 9,2 anni per gli uomini, valori che superano la media nazionale. La mortalità evitabile è scesa sotto i 120 decessi ogni 100.000 abitanti, e lo stile di vita migliora: il 78% degli adulti liguri non fuma, e il 41% pratica attività fisica regolare, con un incremento del 5% rispetto al 2022. Tuttavia, l’indice di salute mentale registra un calo significativo: -7% nei livelli di benessere psicologico percepito, un campanello d’allarme ignorato nei fatti, visto il cronico sottofinanziamento dei servizi psichiatrici territoriali.

Un altro fronte critico è quello dell’equità di accesso. È vero che la mobilità sanitaria passiva è contenuta (meno del 7% dei ricoveri avviene fuori Regione) e che il rispetto dei tempi per le prestazioni urgenti (classe B) raggiunge l’83%, ma secondo il CREA ben il 9% dei cittadini liguri rinuncia a curarsi per motivi economici, percentuale che supera il 15% nelle fasce sociali più deboli. È una diseguaglianza strutturale che colpisce silenziosamente migliaia di persone, e che continua a non trovare risposte sistemiche da parte della programmazione regionale.

Anche sul piano economico-finanziario i dati meritano attenzione. Se la Liguria supera formalmente il test di sostenibilità del CREA, lo fa con margini molto contenuti. La spesa sanitaria pubblica pro capite è di 2.030 euro, circa 250 euro in meno rispetto alla media delle Regioni del Nord con performance più alte. A preoccupare è la crescita costante della spesa sanitaria privata a carico delle famiglie, che ha superato il 24% del totale della spesa sanitaria regionale, il secondo dato più alto tra le Regioni del Centro-Nord. Questo significa che il peso economico delle cure grava in modo crescente sulle tasche dei cittadini, in particolare su quelli che non possono permetterselo.

Alcuni segnali positivi arrivano sul fronte dell’innovazione. La copertura del Fascicolo Sanitario Elettronico attivo ha superato il 65% della popolazione, con una crescita del 15% in un solo anno, e la rete oncologica regionale è ormai pienamente operativa in tutti i territori. Le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità risultano attivati nel 72% dei distretti liguri, ma in troppi casi si tratta ancora di strutture incomplete, senza personale sufficiente o servizi realmente attivi e continui.

Il giudizio degli stakeholder conferma questa fotografia. Le professioni sanitarie attribuiscono alla Liguria un indice di performance superiore al 50%, valutazione tra le più alte in Italia. Anche la percezione dei cittadini è positiva: la soddisfazione media sui servizi sanitari regionali si attesta a 7,7 su 10, il terzo valore più elevato del Paese. Ma è evidente che la soddisfazione percepita non può sostituire la necessità di azioni strutturali.

Bizzarro (Uil): “Strumenti per agire, non alibi per rinviare”

“Considero questi dati una base utile, ma anche una chiamata alla responsabilità per l’intero sistema regionale – commenta Giovanni Bizzarro, segretario confederale regionale Uil Liguria, con delega alla sanità, bilancio pubblico, pubblico impiego, terzo settore e cooperazione sociale – La sanità ligure presenta elementi di qualità e resistenza, ma non può più permettersi di convivere con squilibri cronici: la carenza di personale pubblico, l’insufficienza dei servizi domiciliari, la frammentazione tra sanitario e sociale, il sottoimpiego del terzo settore e la crescente rinuncia alle cure sono fatti, non percezioni. I dati, oggi, ci danno strumenti per agire, non alibi per rinviare. La UIL Liguria continuerà a battersi per un piano straordinario di assunzioni pubbliche, per un investimento strutturale nella domiciliarità, per una vera integrazione sociosanitaria e per il coinvolgimento attivo della cooperazione sociale. I dati del CREA non ci chiedono di festeggiare, ma di agire. E noi intendiamo farlo, con serietà, responsabilità e determinazione”.

Autore
Il Vostro Giornale

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