Saracinesche abbassate e vetrine vuote, la lenta agonia commerciale di Piccapietra
- Postato il 29 agosto 2025
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- Di Genova24
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Genova. Con l’estate ormai alle porte il centro città torna a popolarsi, ma c’è una zona che continua ad avere “buchi neri” apparentemente impossibile da riempire. È quella di Piccapietra e via XII Ottobre, dove le attività chiuse da tempo stentano a riaprire e dove quelle esistenti faticano a restare a galla.
A onor del vero qualche segnale di ripresa c’è stato, sopratutto in piazza Piccapietra. Al posto della palestra Area 51 a breve arriveranno nuovi uffici della Regione Liguria, con Filse che si insedierà nei locali, e di recente sono stati inaugurati una palestra di fit boxe e un centro yoga a due passi da Galleria Mazzini.
Ex Rinascente e Moody in bilico
Le nuove aperture, però, non riescono a contrastare le chiusure che si sono avvicendate negli ultimi anni, con due simboli dell’abbandono che spiccano con le loro vetrine buie e le saracinesche abbassate: Moody e l’ex Rinascente. Per il primo da qualche settimana si parla di un imprenditore interessato a rilevarlo dopo la chiusura definitiva a novembre 2024 a causa di un incendio. Per il secondo, invece, a luglio la sindaca Salis parlava di una situazione “ ancora non definita” relativa all’approdo di Primark, ma novità ufficiali ancora non sono arrivare da palazzo Tursi (che, va detto, di fatto agisce come intermediario).
Il palazzo è infatti di proprietà di Bper, che aveva preso accordi con il colosso irlandese della moda low-cost per affittare parte dell’immenso spazio occupato sino al 2018 dalla Rinascente. La notizia dell’approdo di Primark era arrivata nel 2022, con auspicio di apertura nel 2025. Nel novembre del 2023 il colosso irlandese aveva anche diffuso un annuncio di ricerca personale per Genova, ma lo scorso anno la licenza è stata estesa al 2027: i costi per i lavori di riqualificazione e messa a norma, dopo anni sette chiusura, sono aumentati, e Bper ha chiesto più tempo. Sembra però che nelle ultime settimane le trattative siano andate avanti e che la prima settimana di settembre l’assessora al Commercio, Tiziana Beghin, incontrerà i vertici del gruppo insieme con la sindaca Salis.
I portici tra degrado e vuoto commerciale
Basta spostarsi di qualche decina di metri, però, per capire che la situazione è estremamente complessa. Le saracinesche abbassate hanno ormai doppiato quelle sollevate, soprattutto se si prende in considerazione l’ormai ex galleria commerciale Enrico Martino, che conduce a piazza Corvetto: pochi i negozi e le attività superstiti, e attraversandola si respira un’aria di abbandono tra rifiuti abbandonati nelle nicchie e scarsa luce.
Non va meglio sotto i portici che arrivano in via Pammatone, subito dietro il tribunale. A marzo ha chiuso Must Music, storico negozio specializzato in strumenti e apparecchiature musicali, e da allora le tre vetrate sono rimaste vuote e buie. Il rifugio rappresentato dai portici è diventato un punto di riparo per senza fissa dimora e il passaggio pedonale è ormai ridotto all’osso.
Il Civ: “Situazione peggiorata che non attrae clienti né investitori”
“La situazione è sempre stata complessa, ma va detto che negli ultimi tempi è peggiorata – conferma Pierpaolo Dall’Acqua, presidente del Civ Sestiere Carlo Felice – nessuno provvede. Abbiamo già problemi determinati dal movimento pedonale scarso, sembra che ci sia un vero e proprio blocco da via XX Settembre in poi. Il problema di questi buchi neri è che si autoalimentano. La zona è completamente abbandonata, con la banca chiusa non si dà continuità. Moody sembra debba riaprire, ma non se ne sa nulla e resta chiuso, l’ex Rinascente chiusa lasciata all’abbandono. Una situazione di questo genere non porta gente e non porta investitori”.