Savona, al Ferraris Pancaldo verrà smembrata una terza. Le famiglie: “Inclusione è solo una parola vuota”. Dalmasso: “Lavorato con attenzione confrontandoci con il dirigente”
- Postato il 2 agosto 2025
- 0 Copertina
- Di Il Vostro Giornale
- 2 Visualizzazioni


Savona. “Siamo un gruppo di genitori degli alunni delle future classi quarte dell’Istituto Ferraris‑Pancaldo di Savona, e ci rivolgiamo pubblicamente alla stampa per denunciare una decisione tanto assurda quanto pericolosa, che sta passando nel silenzio generale: lo smembramento di una classe terza della sezione Grafica e Comunicazione, nonostante siano iscritti 62 alunni nelle 3 classi attuali, comprensivi di 3 studenti con disabilità (di cui 2 gravi ai sensi della Legge 104/92) e 12 alunni con bisogni educativi speciali (BES), compresi diversi con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)”. È questo il grido d’allarme lanciato dai genitori degli alunni delle tre classi terze (che diventeranno due quarte) dell’indirizzo Grafica e Comunicazione del Ferraris-Pancaldo.
“Una scelta che dimostra una totale disattenzione verso l’inclusione scolastica, i percorsi personalizzati, il benessere psicologico degli studenti e la continuità didattica, soprattutto per coloro che già affrontano ogni giorno sfide educative importanti”, aggiungono.
“Ci chiediamo come si può pensare di accorpare classi già numerose e complesse, creando “classi pollaio”, e allo stesso tempo garantire l’attenzione e il supporto che questi alunni necessitano e meritano? – affermano – la risposta è semplice: non si può”.
“E infatti, ciò che si profila è un grave peggioramento della qualità dell’insegnamento, dell’inclusione e delle relazioni educative. I docenti saranno messi in condizioni impossibili e gli studenti più fragili saranno, ancora una volta, i primi a pagarne il prezzo. Mentre si continuano a promuovere – almeno a parole – i valori dell’inclusione, della personalizzazione e dell’attenzione ai bisogni educativi speciali, la realtà è che si agisce per tagliare, accorpare e semplificare, trattando i ragazzi come numeri in un file Excel”, sottolineano.
“Abbiamo già interpellato l’Ufficio Scolastico Provinciale di Savona, ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Nessuna apertura, nessuna considerazione, nessun rispetto per le famiglie coinvolte. Questa non è solo una questione organizzativa: è una questione di diritti, di dignità e di rispetto verso gli studenti e verso il lavoro degli insegnanti di sostegno, dei docenti curriculari e di tutto il personale che crede in una scuola inclusiva”, proseguono i genitori.
“Chiediamo che questa decisione venga immediatamente rivista. Chiediamo trasparenza, ascolto e soprattutto il rispetto di quegli alunni che, per legge e per principio, dovrebbero essere messi nelle condizioni migliori per imparare, crescere e costruire un futuro – dichiarano ancora -. Particolarmente grave appare questa scelta in un istituto tecnico, dove la didattica si basa in larga parte su attività laboratoriali pratiche che richiedono spazi adeguati, sicurezza, e attenzione personalizzata. Con classi numerose, queste attività rischiano di diventare impraticabili, con danni irreversibili alla qualità della formazione professionale”, affermano.
“Non accetteremo in silenzio che venga calpestato il diritto allo studio dei nostri figli”, concludono.
La redazione di IVG ha voluto contattare, Nadia Dalmasso, dirigente dell’ufficio scolastico territoriale di Savona, per ricevere spiegazioni a riguardo. “Le dotazioni di personale docente e di personale Ata viene annualmente assegnato agli uffici scolastici regionali dal Ministero; il contingente regionale del summenzionato personale viene poi ripartito fra gli ambiti territoriali”, afferma.
“L’Ambito Territoriale di Savona nella definizione dell’organico ha lavorato intensamente, con attenzione e nel dettaglio, confrontandosi anche con la dirigenza delle varie istituzioni (che meglio di chiunque altro ha il polso del complesso delle esigenze e criticità specifiche delle istituzioni dirette), per finalizzare la destinazione del contingente assegnato nel modo più efficace ed idoneo agli studenti, tenuto conto del complesso delle esigenze didattiche nonché delle criticità correlate agli spazi disponibili e all’ubicazione delle varie sedi operative in relazione alla morfologia del territorio”, conclude Dalmasso.