Savona, Chiabrera pieno per Saviano: “La mia ambizione ha costretto la mia famiglia all’isolamento. Quando siete felici, fateci caso”

  • Postato il 6 giugno 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Saviano a Savona

Savona. “Se dovessi descrivere in una parola la mia vita la definirei complicata”, a raccontarsi a IVG è lo scrittore Roberto Saviano che ieri ospite della libreria Ubik (in corso Italia) di Stefano Milano, per presentare il suo ultimo romanzo, “L’amore mio non muore” (edito Einaudi).

“Voglio dire ai miei nemici che se volevano farmi fale ci sono riusciti, che se volevano spezzarmi ci sono riusciti perché sono in mille pezzi. Voglio dire loro di stare tranquilli che ce l’hanno fatta ma che continuerò a scrivere fino a quando riuscirò perché questa è stata la mia battaglia però sono consapevole che non posso più puntare il dito contro qualcuno ma solo su di me che non sono riuscito ad uscirne, non ho saputo proteggere le poche persone che mi erano accanto. Voglio dire a tutti i lettori di non bruciare la propria esistenza dentro qualche sorta di sacrificio, si comprende il valore delle cose nell’esatto momento in cui si perdono. Non avete idea di che cosa vuol dire fare una passeggiata in libertà senza dover decidere prima che cosa fare, dove andare, a quale orario. Io ho capito la libertà quando l’ho perduta. Quando siete felici, fateci caso“.

Lo scrittore napoletano da 16 anni vive sotto scorta e a  luglio ci sarà la sentenza conto il boss del clan dei Casalesi, Francesco Bidognetti, che lo ha minacciato. Recentemente, una sentenza ha condannato il boss e il suo avvocato Michele Santonastaso per le minacce rivolte a Saviano e alla giornalista Rosaria Capacchione. Un passo avanti nella battaglia per la legalità che il giornalista ha intrapreso con coraggio.

L’autore parla con sincerità della sua famiglia, dell’isolamento a cui è costretta per causa sua: “Quando è morta la sorella di mia mamma, mia zia Silvana, non abbiamo fatto il funerale perché dove sono non conoscono nessuno, nella stanza eravamo io mia mamma, mio papà e i carabinieri. Non hanno costruito legami perché non si sono mai integrati al nord, sono stati portati lì per colpa mia. Hanno pagato un prezzo troppo alto a causa della mia ambizione“.

L’ambizione mi ha portato a queste ferite – aggiunge – l’ambizione di credere che le mia parole potessero davvero incidere nella realtà. Quando scrivo un libro penso sempre di dare dei superpoteri a chi li sta leggendo o anche quando scrivo le sceneggiature penso sempre di dare qualcosa di nuovo innovativo. Questo è stato così per anni ma ad un certo punto sono arrivate bordate, e anche le persone vicino mi hanno detto “Roberto è pensante, è pensate quello che sei”. Tutto questo è terribile. Non reggo più”.

Savona lo ha accolto già dal pomeriggio con grande fermento, agitazione, ammirazione e amore. Tantissime le persone in fila per avere un suo autografo sul nuovo volume, e tra i tanti commenti uno spiccava più di tutti e ovunque: “Grazie Roberto per il tuo coraggio, e il tuo sacrificio”.

Roberto poi ha presentato il suo nuovo libro anche in un teatro Chiabrera esaurito: “L’amore mio non muore nasce quando incontro la vicenda di Rossella Casini e mi rendo conto che si tratta di una storia sconosciuta e che meritava di essere raccontata. Da che mi sembra una storia ‘”semplicemente” ‘Ndrangheta  invece poi mi accorgo che mi può dare l’opportunità di fare un’indagine su un amore. Questo mi permette di utilizzare la vicenda drammatica di Rossella per accedere ad un universo sentimentale su cui io non avevo mai indagato”, spiega l’autore.

Dopo il dialogo sul palco con Renata Barberis, l’autore si è prestato nuovamente al “firmacopie” (il tutto seguito dall’immancabile scorta di 5 uomini) e lì c’è stato il tempo per un’ultima domanda: “Vado Ligure? E’ la grande ferita di questa Regione la porta aperta della droga per la ‘Ndrangheta e per le organizzazioni criminali”, conclude l’autore.

 

 

Autore
Il Vostro Giornale

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