Savona, in cucina per crescere. Ecco il laboratorio dove ragazzi con disabilità varie imparano tradizione e innovazione ai fornelli

  • Postato il 27 aprile 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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laboratorio cucina isforcoop

Savona. Ci invitano a pranzo e ci aspettano alla finestra. Sono tanti e meravigliosi questi ragazzi, così ben educati, che stanno imparando molto, qui nella cucina della Società di Mutuo Soccorso Cantagalletto. Fanno parte delle classi Grow1 e Grow 2 di Isforcoop Savona e, in questo laboratorio, da tre mesi imparano e abbracciano una visione più genuina, più comunicativa, più nutriente della cucina. È qui che, coordinati dai loro formatori, si divertono preparando menù vari, di specialità regionali o etniche.

Alture di Savona. Lavagnola e la sua storia che si arrampica e lascia un po’ indietro le cose del centro. Ci si ritrova intorno alle 10 e 30. Pentole, farina, fantasia. L’ultima volta, menù cinese con gnocchi di riso. Collaborano, creano. Ti spiegano. Sono felici. E noi ascoltiamo e chiediamo. Loro rispondono e ci raccontano aspirazioni e preferenze. Ecco il corso “Grow to work” nell’ambito di Isforcoop Ets, Ente di Formazione accreditato dalla Regione Liguria, percorso cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo.

Torniamo ai tavoli di lavoro. C’è grande entusiasmo per questa lodevole iniziativa. Ci sono loro, i protagonisti, questi ragazzi, disabilità varie, cuore e voglia di imparare, c’è la tutor, Marta Natali, che li segue e accoglie ogni idea con entusiasmo e partecipazione e si spende in prima persona per far loro fare esperienze nuove e per inserirli al meglio in contesti lavorativi a loro congeniali, ci sono i formatori al lavoro. Grembiuli, mestoli. Fiamma sotto ai fornelli. Alessio Caravelli, Egle Valle, Arianna Nisi, Eleonora Visconti, Samuele Puppo, Matteo Brunzu, Marzia Pistacchio, Claudia Tagliafico e Gaia Canesi. Un lavoro di squadra sotto l’occhio benevolo di Ada della Società Cantagalletto.

“Qui si respira la millenaria tradizione orale della condivisione dei segreti. Non ci sono bilance, non ci sono dosi. Si va a sentimento, a occhio. A cuore – ci spiega Marzia Pistacchio che insegna trucchi e simpatia – E si impara a star bene, a rispettarsi, a giocare e a vedere la materia che cambia, lievita e nutre. I nostri ragazzi sono entusiasti, energici”. E noi parliamo con loro, camminiamo, sentiamo. Ti chiedono come ti chiami, ti abbracciano e poi ti stringono ancora. Una, due, tre volte. E a noi non resta che imparare. Tantissimo.

Autore
Il Vostro Giornale

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