Savona, per l’acquisto dell’ex filiale di piazza Mameli la Banca d’Italia scende a 3,8 milioni di euro
- Postato il 9 giugno 2025
- Economia
- Di Il Vostro Giornale
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Savona. Nuovo avviso di vendita dalla Banca d’Italia per l’immobile di piazza Mameli. Dagli iniziali 15 milioni di euro richiesti nel 2008, quando la filiale ha chiuso i battenti, ora il prezzo base si attesta su 3,8 milioni (circa 760 mila euro al metro quadro).
Il termine ultimo per presentare la manifestazione di interesse per l’acquisto dell’edificio, di interesse storico, è il 13 agosto 2025.
Lo scorso anno sembrava vicina una nuova vita per l’immobile, quando una cordata di imprenditori piemontesi aveva proposto l’acquisto per circa cinque milioni di euro, quando la richiesta si aggirava sui sette milioni. La trattativa pare naufragata ed ecco che giunge una nuova proposta da parte di Banca d’Italia, con un ribasso di un milione e duecento mila euro. Anche Comune e Asl, tempo fa, avevano fatto un sopralluogo congiunto, da cui però non era scaturito nessun accordo. Chissà che non ci sia un ripensamento per trasferire in piazza Mameli qualche ufficio comunale.
Il corpo principale si sviluppa su quattro piani oltre al piano seminterrato ed è stato costruito intorno al 1870. Nel 1952 sono stati aggiunti un piano e due nuovi corpi laterali che si affacciano rispettivamente su Via Niella e su Via Montenotte. I terrazzi sulla sommità delle due ali sono ad uso esclusivo degli alloggi. È dotato di un cortile interno con ampio passo carrabile e accesso da Via Astengo e la superficie commerciale complessiva è di circa 3.450 metri quadri per la parte direzionale/uffici e 1.550 metri quadri per quella residenziale: un istituto di credito, 4 abitazioni di tipo signorile, 2 abitazioni di tipo civile; un dopolavoro aziendale, 5 soffitte. Il complesso immobiliare è composto da un unico edificio a forma di “U”, articolato in 13 unità immobiliari.
Quella di Savona è una delle sei nuove procedure di vendita della Banca d’Italia su un totale di ventisei immobili ex filiali che non riesce a dismettere, tra cui quelle di Brindisi, Pisa, Pesaro, Viterbo e Ravenna.