Scandalo alla Bbc, manipolò discorso di Trump prima dell’assalto a Capitol Hill. Intanto Donald grazia Giuliani

  • Postato il 10 novembre 2025
  • Politica
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Mentre senza scrupolo alcuno si dà da fare per perdonare, cioè offrire la grazia presidenziale, all’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani e ad altri dodici fedelissimi regolarmente condannati per aver brigato per interferire sul voto del 2020 e per ribaltare la sconfitta contro Biden, Donald Trump raccoglie senza muovere un dito un successo insperato che dà ragione del suo proclamarsi vittima di “giornalisti corrotti”.

E che gli vale lo scalpo eccellente degli ex primi della classe del giornalismo globale, nientemeno la britannica Bbc, investita da uno scandalo enorme per aver manipolato un discorso del presidente alla vigilia dell’assalto di Capitol Hill.

“Abbiamo sbagliato ma non siamo faziosi”

Cadono, sotto il peso delle polemiche per un documentario su Donald Trump e le accuse di faziosità con proteste arrivate direttamente anche dalla Casa Bianca, i vertici della Bbc.

Una risposta formale alla bufera che montava da giorni era attesa nelle prossime ore, con un preannunciato intervento del direttore generale e ceo di Bbc News: i due, Tim Davie e Deborah Turness, hanno accorciato i tempi dando evidentemente il via libera alla stessa emettente di diffondere le rispettive note di dimissioni.

Trump: “Giornalisti corrotti”

“Ci sono stati degli errori”, hanno ammesso, assumendosene la responsabilità ultima, ma sulla qualità e affidabilità della Bbc non transigono: “Le accuse di faziosità sono sbagliate”.

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Scandalo alla Bbc, manipolò discorso di Trump prima dell’assalto a Capitol Hill. Intanto Donald grazia Giuliani (foto Ansa-Blitzquotidiano)

A stretto giro la reazione del presidente degli Stati Uniti che su Truth ha esultato per questi ultimi sviluppi e ha rincarato la dose, attaccando.

“I vertici della Bbc, incluso Tim Davie, il capo, si sono dimessi/licenziati perché sono stati sorpresi a ‘manipolare’ il mio ottimo (perfetto!) discorso del 6 gennaio. Grazie al Telegraph per aver smascherato questi ‘giornalisti’ corrotti.

“Sono persone molto disoneste che hanno cercato di mettere a repentaglio le elezioni presidenziali. Oltre a tutto, provengono da un Paese straniero, che molti considerano il nostro alleato numero uno. Che cosa terribile per la democrazia”.

Il documentario dello scandalo

La pietra dello scandalo un documentario mandato in onda dal programma di punta di inchieste della Bbc, Panorama, in cui alcune immagini di un discorso del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sarebbero state montate in modo fuorviante.

Lo scorso martedì il quotidiano di area conservatrice Daily Telegraph aveva riferito di un dossier interno alla Bbc in cui si faceva riferimento alla possibilità che nel documentario ‘Trump: A Second Chance?’, trasmesso lo scorso anno e realizzato per la Bbc da una società di produzione indipendente, si fossero montate insieme due parti del discorso di Trump in modo che il tycoon sembrasse esplicitamente incoraggiare l’assedio a Capitol Hill del gennaio 2021 dicendo ai sostenitori che avrebbe marciato con loro verso il Campidoglio per “combattere come diavoli”.

“Devono cadere teste”

Il giorno dopo il partito conservatore all’opposizione era partito all’attacco, durissima la leader Kemi Badenoch che attribuiva proprio ai vertici della Bbc “grave e sistematica” parzialità editoriale, parlando di “rivelazioni scioccanti” e affermando che per un fatto così grave “devono cadere teste”.

Gli echi della polemica non avevano tardato a superare l’Atlantico e arrivare alla Casa Bianca che, interpellata dal Telegraph, aveva additato la Bbc come “una macchina di propaganda di sinistra”.

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha accusato la Bbc di essere stata “intenzionalmente disonesta” nella rappresentazione dell’insurrezione di Capitol Hill del documentario in questione.

Anche la copertura su Gaza nel mirino

I contribuenti del Regno Unito – ha aggiunto – sono “costretti a pagare il conto di una macchina di propaganda di sinistra”. Non solo per il caso del documentario su Trump però è stato contestato l’operato dell’emittente britannica negli ultimi mesi: quesiti sono stati sollevati rispetto alla copertura della guerra a Gaza da parte di Bbc Arabic, canale in lingua araba, che avrebbe “minimizzato le sofferenze israeliane” e dipinto lo Stato ebraico “come l’aggressore” secondo le critiche mosse all’emittente.

Al punto che anche Israele adesso plaude all’uscita di scena dei responsabili: il ministero israeliano degli Esteri ha reagito affermando che le dimissioni “evidenziano la natura faziosa che da tempo caratterizza la copertura mediatica della Bbc su Israele. Per troppo tempo, hanno diffuso disinformazione che ha alimentato l’antisemitismo e l’estremismo”.

Nei mesi scorsi inoltre l’imperativo “Fare chiarezza” era arrivato persino dal premier laburista Keir Starmer che aveva chiesto spiegazioni dopo che l’emittente non aveva interrotto la diretta del seguitissimo Festival musicale di Glastonbury quando durante la sua esibizione il duo rap Bob Vylan aveva pronunciato dal palco frasi anti-israeliane.

Principio di neutralità violato?

Ne seguirono scuse e ammissione di colpa da parte della Bbc che fece sapere di essere “pentita” per l’accaduto. I Tory poi, in passato avevano più volte preso di mira l’emittente pubblica, in particolare quando era premier Boris Johnson, sempre accusandola di non rispettare il principio di neutralità.

Adesso è il leader di Reform Uk, Nigel Farage – diventato negli ultimi mesi temutissimo avversario politico sia per il Labour che per il Partito Conservatore – ad affermare che queste dimissioni devono essere “l’inizio di un cambiamento radicale” alla Bbc.

“Questa è l’ultima possibilità per la Bbc. Se non faranno la cosa giusta, ci saranno moltissime persone che si rifiuteranno di pagare il canone”.

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