Scatola nera e pay-per-use, quanto si risparmia sull’assicurazione auto

Negli ultimi dieci anni la scatola nera è diventata uno degli strumenti più diffusi nelle assicurazioni auto italiane. Si tratta di un dispositivo telematico installato a bordo che registra dati sulla posizione del veicolo, sullo stile di guida e sugli eventi legati a un eventuale sinistro. La conseguenza dell’introduzione di questo strumento è duplice: da un lato consente alle compagnie di ridurre le frodi assicurative, dall’altro spinge i conducenti a una guida più prudente, perché sanno di essere monitorati.

Questa dinamica si traduce in una riduzione del premio medio e in uno sconto immediato già al momento della sottoscrizione della polizza. I dati pubblicati da Ivass mostrano come la penetrazione delle polizze con scatola nera sia stata pari al 17,8% a livello nazionale, con punte oltre il 40% in alcune province del Mezzogiorno, segno che nelle aree dove il costo della Rc auto è di solito più alto il ricorso alla telematica è uno strumento concreto di risparmio.

Una terza conseguenza della presenza della scatola nera è l’aumento della concorrenza in ambito assicurativo. Quando più compagnie offrono prodotti telematici, l’automobilista può confrontare non solo i prezzi, ma anche le modalità con cui vengono utilizzati i dati e gli sconti applicati. Questo stimola le imprese a proporre pacchetti più flessibili, come formule pay-per-use ibride o sistemi di bonus fedeltà che premiano il rinnovo annuale con tariffe più vantaggiose.

Lo sconto assicurativo legato alla scatola nera

L’entità del risparmio con la scatola nera varia in base al profilo dell’assicurato, alla compagnia scelta e alla zona geografica di residenza. Non esiste una cifra fissa, ma studi indipendenti e le analisi di Ivass confermano che il vantaggio può oscillare da un 5-10% iniziale fino a valori più alti in territori ad alta sinistrosità.

Il beneficio non si esaurisce alla stipula: in caso di guida prudente e priva di incidenti, la compagnia può riconoscere al rinnovo uno sconto aggiuntivo basato sul punteggio di guida così da incentivare un comportamento virtuoso al volante. In altre parole, la scatola nera è una sorta di passaporto digitale che racconta lo stile di chi guida e consente alle compagnie di modulare il rischio in maniera più equa e personalizzata.

Pay-per-use, l’assicurazione a consumo

Il modello pay-per-use è un’evoluzione ancora più radicale della logica di personalizzazione. Qui non conta soltanto come si guida ma quanto si guida. L’assicurazione a consumo prevede infatti una quota fissa ridotta e una componente variabile legata ai chilometri percorsi nell’anno.

Per chi utilizza poco l’auto, ad esempio perché vive in città e si sposta con i mezzi pubblici o perché possiede una seconda vettura usata solo nel weekend, il risparmio può essere interessante. Le simulazioni diffuse dal settore parlano di riduzioni fino al 50-60% rispetto a una polizza tradizionale per percorrenze annue nell’ordine dei 3.000-5.000 chilometri mentre per chi viaggia oltre i 10.000 chilometri l’effetto si riduce intorno al 20-30%.

Confronto tra scatola nera e polizze a consumo

È importante distinguere tra black box classica e pay-per-use, perché si basano su logiche differenti. La scatola nera premia uno stile di guida attento e consente di ottenere sconti sia al momento della stipula sia al rinnovo, a prescindere dal chilometraggio. Il pay-per-use premia invece chi percorre pochi chilometri, a prescindere da come si guida. In alcuni casi le compagnie combinano i due modelli e propongono polizze ibride che uniscono una quota fissa ridotta, una variabile legata ai chilometri e un sistema di premi o penalizzazioni legati alla qualità della guida.

In Italia il premio assicurativo non è uguale dappertutto. Ci sono province dove la Rc auto costa molto di più a causa di una maggiore frequenza di sinistri o di fenomeni fraudolenti. È proprio in queste aree che la scatola nera e le formule pay-per-use si scoprono più vantaggiose. Al Sud, per esempio, l’adozione della telematica supera il 40%, mentre al Nord la media resta più bassa. In quelle zone, scegliere una polizza con scatola nera può abbattere un premio altrimenti insostenibile e rendono l’assicurazione più accessibile. Non è allora raro che due automobilisti con lo stesso profilo personale paghino premi molto diversi solo per la differenza di residenza.

Il quadro normativo e gli sconti obbligatori

Il Codice delle assicurazioni private ha introdotto gli sconti obbligatori quando l’assicurato accetta di installare meccanismi elettronici che monitorano il veicolo, come la scatola nera. La normativa è stata resa operativa con delibere Ivass che fissano requisiti e trasparenza delle clausole. In pratica, in presenza dei presupposti, la compagnia assicurativa non può negare lo sconto e deve riconoscere al cliente una riduzione di premio. Questo impianto legislativo ha favorito l’espansione della telematica e ha spinto il mercato a sviluppare prodotti innovativi, più modulabili e a misura di automobilista.

L’adozione della scatola nera porta con sé il tema della tutela dei dati personali. Le informazioni raccolte dal dispositivo riguardano posizione, accelerazioni, frenate, percorsi e persino gli orari di utilizzo del mezzo. Il Garante della privacy ha messo nero su bianco le regole sulla conservazione e sull’utilizzo di questi dati secondo il il diritto degli assicurati alla portabilità delle informazioni nel caso vogliano cambiare compagnia.

I limiti del risparmio

Non sempre la scatola nera o il pay-per-use garantiscono vantaggi consistenti. Se si percorrono molti chilometri ogni anno o se la guida non è ritenuta virtuosa dai parametri della compagnia assicurativa, lo sconto può ridursi fino quasi a scomparire. Alcuni operatori hanno quindi iniziato a modulare al ribasso gli sconti iniziali, complice l’aumento dei costi dei sinistri e dei ricambi auto. Da qui il rallentamento della diffusione della scatola nera in alcune aree, con una penetrazione che resta stabile intorno al 18% del mercato totale.

Uno degli aspetti più interessanti delle polizze telematiche è piuttosto la premialità al rinnovo. Se l’assicurato ha percorso pochi chilometri e ha mantenuto uno stile di guida regolare e prudente, la compagnia può applicare uno sconto ulteriore sul premio dell’anno successivo. Viceversa un punteggio negativo derivante da frenate brusche, velocità eccessive o sinistri può ridurre o annullare il beneficio. In questo modo la telematica si trasforma in un sistema di incentivazione continua, che lega la riduzione del premio non solo al rischio potenziale ma anche al comportamento reale del conducente.

Il mercato assicurativo italiano si trova in una fase di trasformazione. Dopo un 2024 caratterizzato da un aumento dei premi medi, la tendenza al 2025 sembra puntare su una maggiore diffusione delle polizze modulari e telematiche. La domanda di pay-per-use sembra destinata a crescere, complice il cambiamento delle abitudini di mobilità, con più persone che scelgono di utilizzare l’auto solo in alcune circostanze, preferendo mezzi pubblici o sharing in altre.

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Virgilio.it