Scegliere la scuola giusta: guida pratica agli open day
- Postato il 17 ottobre 2025
- Di Panorama
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Ogni anno, tra ottobre e dicembre, migliaia di studenti di terza media e le loro famiglie iniziano il percorso di orientamento per la scelta della scuola superiore. È un momento importante: non solo una decisione logistica o curricolare, ma un primo passo verso la costruzione della propria identità formativa. Gli open day, le giornate di scuola aperta, i saloni dell’orientamento sono occasioni preziose per conoscere da vicino gli istituti — ma per essere davvero utili, vanno affrontati con metodo e curiosità. Ecco una guida pratica per orientarsi tra indirizzi, dubbi e opportunità.
1. Prima dell’open day: conoscersi e informarsi
La scelta parte da sé stessi. Prima ancora di guardare l’offerta, vale la pena chiedersi: in quali materie mi riconosco? Quali attività mi fanno sentire “nel mio elemento”? L’orientamento efficace non è un quiz né si esaurisce con un test, ma un percorso di consapevolezza. Può aiutare compilare questionari orientativi, ma vale di più confrontarsi con insegnanti e genitori, riflettere sui propri punti di forza — ma anche sulle fatiche, perché scegliere non significa solo seguire le passioni, ma capire come si impara meglio. La scuola giusta è quella che si trova al confluire del torrente di quel che piace fare e del torrente di quel che si sa fare. Dopo un primo percorso autoconoscitivo, viene la ricerca: esplorare i siti delle scuole, leggere i Piani Triennali dell’Offerta Formativa, controllare progetti, laboratori, collaborazioni con enti e università. Anche i social delle scuole, se usati con spirito critico, raccontano molto del clima e della vitalità di un istituto. Un consiglio utile: preparare una checklist di domande prima di entrare. Alcune sono semplici, ma rivelatrici:
- Quali indirizzi offre la scuola e con quali materie caratterizzanti?
- Che tipo di laboratori e attività pratiche propone?
- Ci sono percorsi potenziati o sperimentazioni (linguistiche, scientifiche, artistiche)?
- Quali sono i progetti di orientamento universitario o di contatto con il mondo del lavoro?
- Come vengono seguiti gli studenti in difficoltà o con bisogni specifici?
- Viene garantita – e come – la continuità didattica?
2. Durante l’open day: osservare e ascoltare
L’open day è la scuola che si racconta in assetto promozionale, quindi va bene ascoltare e prendere nota, ben sapendo che non saranno mostrate le magagne della quotidianità. Così, tra le parole e la realtà spesso ci sono sfumature che solo l’attenzione diretta può cogliere. Osservate l’atmosfera: come vengono accolte le famiglie? Quanto spazio hanno gli studenti nel presentare la loro esperienza? Ci sono alunni a disposizione? Bene, intervistateli: una scuola in cui i ragazzi parlano con entusiasmo e naturalezza di ciò che fanno è, di solito, una scuola viva. Fate quindi domande a chi la scuola la vive ogni giorno: studenti, docenti, dirigenti. Chiedete come si lavora in classe, quante ore si trascorrono nei laboratori, come si costruiscono i progetti di gruppo. E guardate con occhi concreti: gli spazi, i laboratori, la biblioteca, la mensa, l’organizzazione oraria. Tutto racconta qualcosa della qualità dell’esperienza. Se possibile, partecipate a lezioni aperte, laboratori o giornate “da studente”: un modo concreto per percepire ritmi, relazioni e metodo didattico.
3. Dopo l’open day: confrontare e decidere
Una volta visitate due o tre scuole, arriva il momento del confronto e servirà mettere nero su bianco ciò che si è visto: punti forti, criticità, distanze, orari, costi, atmosfera. Va scritto tutto, perché poi le impressioni svaniscono, superate da nuove esperienze. Valutare cosa conta di più è assegnare priorità decisive: vicinanza, laboratorio artistico, insegnamento delle lingue, clima di classe.
Sarà ancora necessario un confronto con insegnanti di terza media e orientatori: spesso conoscono le scuole del territorio e possono dar corpo a una lettura più oggettiva.
L’orientamento è un processo continuo: scegliere non significa chiudere tutte le strade e va tollerata l‘incertezza, vale a dire che la scelta ricadrà su un indirizzo e su un istituto, ma probabilmente sarebbero state valide anche altre strade. Esistono percorsi integrativi, passaggi, recuperi, e soprattutto la possibilità di riorientarsi se ci si accorge di non aver imboccato la via giusta. E’ un percorso in salita e in solitaria quello del riorientamento, ma esiste – e non è il caso di pensarci ora!
4. Ultimi consigli agli studenti per una scelta serena
- Guardare lontano, ma senza fretta: pensa a cosa ti piacerebbe fare dopo, ma accetta che le passioni possano cambiare.
- Non inseguire la moda: la scuola “più richiesta” non è necessariamente quella più adatta a te.
- Dai valore alle persone: il rapporto con i docenti e il clima di classe contano quanto i programmi.
- Pensa alla realtà territoriale: trasporti, orari e distanza incidono sulla qualità della vita quotidiana.
- Sii curioso: chiedi, esplora, ascolta. L’orientamento non è una formula magica, ma un modo di imparare a scegliere.
- Non basarti sulle classifiche: non stai scegliendo l’auto più veloce, una tabella non potrà bastare per individuare la più adatta a te.
L’orientamento non serve solo a trovare una scuola: serve a scoprire un po’ di più sé stessi. Gli open day sono il punto di partenza: non sono la risposta, ma solo la prima vera domanda.