Scintille tra Gruber e Sallusti. “Ti dichiari antifascista?”. “Non cado nella tua provocazione”
- Postato il 26 aprile 2025
- La7
- Di Il Fatto Quotidiano
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Botta e risposta pepato a Otto e mezzo (La7) tra Lilli Gruber e Alessandro Sallusti sull’antifascismo. La conduttrice della trasmissione chiede al direttore del Giornale perché sul suo quotidiano ha auspicato che il 25 aprile non sia “una festa di parte”, aggiungendo: “Come dovrebbe essere ricordato il 25 aprile per non essere di parte?”.
Sallusti risponde citando Silvio Berlusconi, quando nel 2009 a Onna, frazione de L’Aquila distrutta dal terremoto dello stesso anno e teatro di una strage nazista nel 1944, partecipò alle celebrazioni del 25 aprile sfoggiando al collo il fazzoletto donatogli dai partigiani della Brigata Maiella: “In quell’occasione un eretico liberale e conservatore cercò di unificare il paese”.
“Ma perché mi citi Berlusconi, che è un leader politico morto 2 anni fa? – chiede Gruber – C’è Giorgia Meloni che non ha mai detto di essere antifascista“.
“A parte il fatto che non è vero – replica Sallusti – ma non lo ripete ogni due minuti, perché oggi il termine ‘antifascista’ è stato reso prigioniero da una parte politica. Dopodiché, è vero che siamo tornati al ’38, e cioè a una situazione di altissimo rischio, ma non certo per colpa di Trump, di Meloni e delle destre ma per colpa di una autarchia di stampo comunista, la Russia, e per colpa di uno stato terrorista islamico. Quindi, le colpe sono dei comunisti e degli islamici“.
Gruber ironizza: “Ci apri un mondo. Pensavamo di leggere abbastanza anche noi, ma è veramente un mondo che mi sfuggiva”.
“L’Ucraina chi l’ha invasa? Trump, la Meloni? – ribatte Sallusti – La strage del 7 ottobre l’hanno fatta Trump, la Meloni, le destre?”.
“Ho capito”, chiosa sarcasticamente la conduttrice.
Successivamente Gruber chiede al direttore del Giornale se non ha problemi a dichiararsi antifascista, ma Sallusti svicola menzionando fatti risalenti al 2008 e riproposti ciclicamente dai giornali di destra, quando papa Benedetto XVI fu invitato dall’allora rettore della Università Sapienza, Renato Guarini, a inaugurare l’anno accademico, ma 67 scienziati, tra cui il futuro premio Nobel Giorgio Parisi, firmarono una lettera di protesta, ricordando che nel 1990 Ratzinger fece sua una frase di Feyerabend (“All’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto“).
“Aver impedito a papa Ratzinger di parlare fu fascismo”, accusa ripetutamente Sallusti.
“Ma lascia stare papa Ratzinger – replica Gruber – Tu ti dichiari antifascista o no?”.
Dopo qualche secondo di perplessità, Sallusti risponde: “Guarda, non cado in questa provocazione“.
“Ma quale provocazione? Non lo è”, ribatte la giornalista.
“Ho scritto un libro per dire che non sono mai stato fascista neanche per un secondo – rilancia Sallusti – Leggi il libro”.
“Ma lo so che non sei mai stato fascista – replica Gruber – Per questo motivo ti chiedo se ti dichiari antifascista”.
“Ma studia – ripete Sallusti – Leggi quello che scrivo. Ho mai scritto qualcosa di fascista? Ho scritto un libro per dire che non sono mai stato fascista”.
“Va bene, ho capito, queste sono tecniche – commenta Gruber – La mia domanda era molto semplice, sai? E la risposta era altrettanto molto semplice”.
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