Sciopero dei metalmeccanici, a Bologna 10mila bloccano la tangenziale. “Denunciati in base al dl sicurezza”
- Postato il 20 giugno 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Circa 10 mila metalmeccanici hanno invaso la tangenziale di Bologna, bloccando il traffico che poi è stato in parte ripristinato quando il corteo si è diretto nuovamente verso Parco Nord, come inizialmente previsto, dove si tengono gli interventi conclusivi dei segretari sindacali di Cgil, Cisl e Uilm. La manifestazione nazionale per chiedere il rinnovo del contratto di lavoro ha raccolto adesioni da tutta l’Emilia-Romagna. “Disattendendo le prescrizioni” hanno fatto ingresso in tangenziale “creando il blocco della circolazione stradale” sul tratto interessato dal corteo, ha comunicato la Questura di Bologna, spiegando che i dimostranti saranno “denunciati penalmente, anche alla luce della recente normativa introdotta dal Decreto Sicurezza in materia di blocchi stradali”. “È un corpo a corpo con le aziende, possiamo fare di più, possiamo fare meglio e causare un danno anche maggiore”, ha invece dichiarato il segretario regionale Fiom Cgil, Giovanni Cotugno, partecipando allo sciopero di Bologna.
I manifestanti, che dalle 9 si sono radunati presso il Parco Nord – spiega la Questura -, anziché seguire il percorso cittadino autorizzato e concordato con l’Autorità di pubblica sicurezza, hanno deciso di fare ingresso in tangenziale dall’ingresso 7 in direzione San Lazzaro di Savena. I Reparti inquadrati della Polizia “per scongiurare il verificarsi di ulteriori situazioni di pericolo, hanno evitato respingimenti con l’uso della forza”, specifica la Questura. Alcuni camionisti e automobilisti che stanno percorrendo le corsie parallele rispetto a quelle occupate dalla manifestazione stanno suonando i clacson in solidarietà. Dopo che il corteo si è diretto nuovamente verso il Parco Nord è stato riaperto il tratto compreso tra lo svincolo 7 Bologna Centro e lo svincolo 8 Fiera della tangenziale di Bologna, precedentemente chiuso per l’ingresso in carreggiata della manifestazione dei metalmeccanici. E’ stato riaperta anche l’uscita dell’A14 Bologna-Fiera.
Anche a Genova il corteo dei metalmeccanici, che si è spostato da Cornigliano verso il centro, ha creato gravi disagi alla mobilità. Il traffico nel ponente è rimasto paralizzato a causa dei blocchi in lungomare Canepa e sulla strada Sopraelevata. Al passaggio del corteo, uno striscione con scritto “contratto subito” è comparso in cima al palazzo del Matitone, dove hanno sede tanti uffici comunali. “La speranza è che Federmeccanica capisca che non solo sta tenendo in ostaggio un milione e mezzo di lavoratori, ma sta rallentando e creando grossi problemi a tutto il manifatturiero italiano perché senza contratto le aziende si fermano e senza contratto il paese si ferma“. A dirlo Massimiliano Nobis, segretario nazionale Fim Cisl, che partecipa alla manifestazione dei metalmeccanici genovesi per il rinnovo del contratto. “Sono degli irresponsabili – spiega – è da un anno che è scaduto il contratto e da novembre che non ci convocano con la scusa della richiesta salariale. Ma il contratto firmato l’altra notte con le cooperative industriali dimostra che è una scusa”.
“È un contratto che chiede salario e riduzione delle ore lavoro – aggiunge Stefano Bonazzi, segretario Fiom Cgil Genova – e questa è una delle lotte più aspre per il contratto degli ultimi 30 anni, 40 ore di sciopero non si vedevano dal 1997. Federmeccanica si è spaccata con i grandi gruppi che si sono pronunciati per la riapertura della trattativa, ma non è ancora abbastanza. Per questo i metalmeccanici lottano con la consueta forza e determinazione”. “Noi non ce l’abbiamo con nessuno – conclude Antonio Apa, segretario Uilm Liguria – vogliamo semplicemente che Federmeccanica rifletta attentamente per ricominciare una trattativa ferma da un anno. Abbiamo fatto circa 40 ore di sciopero che hanno causato dei danni certamente all’impresa, ma hanno fatto perdere anche circa 700 euro ai lavoratori. Lo sanno tutti che c’è un problema salariale, che diventa una questione impellente, non solo per i lavoratori, ma perché i lavoratori hanno anche la massa di denaro da spendere per comprare le merci che sostanzialmente producono le imprese”.
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