Scontro in Usa sui vaccini anti Covid ai bimbi, i pediatri li consigliano ma il no vax Kennedy: “Promuovete Big Pharma”
- Postato il 21 agosto 2025
- Mondo
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
.png)
Non succedeva da trent’anni. Erano da tanto che le raccomandazioni in tema di vaccini dell’American Academy of Pediatrics (AAP) coincidevano con quelle delle agenzie sanitarie americane. Non è più così. In settimana, l’AAP ha emesso le proprie linee guida, in cui si sollecitano le famiglie americane a vaccinare contro il Covid-19 i bambini tra i sei e i 23 mesi.
LO SCONTRO
Il Dipartimento alla Salute guidato da Robert F. Kennedy, che nel passato ha sostenuto posizioni no-vax, non ritiene invece che il vaccino sia necessario per i neonati in buona salute e comunque rimanda la decisione a un consulto con il proprio pediatra. La spaccatura arriva nel
mezzo di uno scontro furibondo tra gli esperti sanitari e l’amministrazione, accusata di dare credito a orientamenti anti-scientifici e di alimentare una confusione potenzialmente molto pericolosa per la salute degli americani.
“Domina la disinformazione”. È durissima contro il governo Trump Susan Kressly, presidente dell’AAP. Ad ABC News, Kressly ha spiegato che l’associazione dei pediatri americani raccomanda campagne di immunizzazione dagli anni Trenta del Novecento e che la cosa non è cambiata. Ciò che è cambiato sarebbe “il contesto di disinformazione, che rende più importante che mai fornire linee guida chiare e degne di fiducia, perché le famiglie americane dipendono davvero da noi per quelle linee guida”. La risposta del Dipartimento alla salute arriva attraverso il portavoce, Andrew Nixon, che accusa l’AAP di “attacchi politici senza fondamento” e rivendica invece “l’impegno del Dipartimento a favore della scienza, della trasparenza e della volontà di ristabilimento della pubblica fiducia”. Nixon sostiene che le raccomandazioni dell’AAP sarebbero influenzate da “interessi commerciali”, che niente hanno a che spartire con la salute degli americani.
La stessa accusa la muove il segretario alla salute, Robert F. Kennedy, che su X pubblica la lista di donatori del “Friends of Children Fund”, un programma di AAP che finanzia progetti sanitari, e scrive: “AAP dovrebbe seguire le indicazioni del Dipartimento alla Sanità e rendere pubblici i suoi conflitti di interesse” in modo che gli americani possano sapere se “le raccomandazioni di AAP riflettano gli interessi della salute pubblica o siano soltanto un modo per promuovere le ambizioni commerciali sue e dei suoi benefattori di Big Pharma”.
GLI EFFETTI
Lo scontro non è solo di carattere scientifico e politico, ma ha effetti anche sui bilanci delle famiglie americane. Le compagnie di assicurazione offrono infatti i loro piani sulla base delle linee guida dell’agenzia governativa che si occupa delle campagne di immunizzazione. Se questa non approva l’adozione di un vaccino, saranno le famiglie a doverselo procurare, al di fuori peraltro di un programma federale di aiuti, il “Vaccines for Children”. Non era appunto mai successo, nel passato recente, che ci fosse una divergenza così netta di opinioni tra medici e governo. Le differenze erano sinora state minime.
L’AAP aveva per esempio raccomandato che la vaccinazione contro l’HPV iniziasse a 9 anni. I Centers for Disease Control and Prevention
(CDC) del governo USA indicavano invece l’età minima in 11/12 anni. In questa occasione, lo scontro è invece netto. L’AAP ritiene che i neonati siano a rischio di gravi patologie, nel caso contraggano il Covid-19. I CDC, con la nuova gestione Kennedy, non pensano invece che i rischi siano così significativi. È una valutazione che peraltro contraddice quanto i CDC hanno affermato per anni. Sino a tre mesi fa, l’agenzia sanitaria USA promuoveva la vaccinazione annuale contro il Covid-19 a partire dai sei mesi. Lo scorso maggio, Kennedy aveva annunciato l’intenzione di cancellare la raccomandazione per neonati sani e donne incinte. Qualche giorno dopo, i CDC stabilivano che i neonati sani “possono”, non “devono”, essere vaccinati.
LE SCELTE DI KENNERDY
È da tempo che le autorità sanitarie USA discutono della possibilità di concentrare le campagne vaccinali sui soggetti fragili e su quelli di oltre 65 anni. I nuovi orientamenti governativi USA, più che una volontà di massimizzare sforzi e risorse, rivelano però una precisa scelta epidemiologica. A giugno, gli esperti del CDC stavano appunto considerando l’idea di raccomandare il vaccino anti-Covid solo alle categorie a rischio, offrendo comunque anche alle altre fasce di popolazione la possibilità di vaccinarsi. Kennedy è intervenuto allontanando i 17 membri del CDC e nominando un gruppo ristretto di esperti vicini ai suoi orientamenti. Le maggiori associazioni di medici, dall’AAP all’American Medical Association, sono state progressivamente escluse da qualsiasi consultazione ed è iniziato il nuovo corso. Tra le prime decisioni prese, quella di raccomandare vaccini antinfluenzali confezionati in dosi singole e che non contengano il thimerosal, composto organico del mercurio utilizzato come conservante, in particolare nei vaccini, per prevenire la crescita batterica e fungina. Secondo gli esperti scelti da Robert F. Kennedy, esistono rischi per la salute dei pazienti. Secondo l’AAP, non ci sono invece prove che il thimerosal sia nocivo. Ora esplode il nuovo scontro sui vaccini per i neonati, che come spiega James Campbell, infettivologo dell’ AAP, ha un effetto particolarmente deleterio: “quello di aumentare la confusione” su procedure e benefici della scienza medica.
L'articolo Scontro in Usa sui vaccini anti Covid ai bimbi, i pediatri li consigliano ma il no vax Kennedy: “Promuovete Big Pharma” proviene da Il Fatto Quotidiano.