Scuola, in Italia parte il divieto di smartphone in aula: sospensione per i trasgressori
- Postato il 8 settembre 2025
- Di Panorama
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Con l’inizio del nuovo anno scolastico, in Italia scatta il divieto generalizzato di utilizzo degli smartphone durante le lezioni. Una misura che, per la prima volta, coinvolge anche le scuole superiori, uniformando le regole già applicate da anni alle primarie e alle medie. Il divieto si inserisce in un quadro normativo che punta a ridurre distrazioni e rischi legati alla sovraesposizione digitale, sostenuto da un sistema di sanzioni graduate: dal rimprovero scritto fino alla sospensione, secondo il “principio di gradualità” indicato dal presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli.
L’applicazione della norma, tuttavia, non sarà uniforme: ogni istituto potrà decidere come regolamentare concretamente la gestione dei dispositivi. Alcune scuole prevedono il deposito dei telefoni in armadietti all’ingresso, altre la consegna a docenti o personale ATA, altre ancora si limiteranno al divieto di utilizzo durante l’orario scolastico, consentendo agli studenti di tenerli spenti nello zaino. Qualsiasi uso non autorizzato sarà considerato una violazione del regolamento interno, con sanzioni proporzionate alla gravità dell’infrazione.
L’Italia in un trend globale
Il bando italiano non è un caso isolato. Secondo i dati UNESCO, alla fine del 2023 60 sistemi educativi – pari al 30% del totale globale – avevano già introdotto restrizioni o divieti totali sull’uso degli smartphone in classe. Nel corso del 2024, altri 19 Paesi si sono aggiunti, portando il totale a 79. Tra questi figurano economie avanzate e fortemente digitalizzate come Corea del Sud, Cina, Gran Bretagna, Francia e diversi Stati americani, inclusa la California.
Il movimento anti-smartphone a scuola è alimentato da una crescente quantità di studi scientifici che collegano l’uso eccessivo dei dispositivi in età scolare a effetti negativi su attenzione, apprendimento e benessere psicologico. L’OMS e l’OCSE hanno documentato correlazioni tra uso del telefono in aula e cali negli apprendimenti, mentre una ricerca dell’Università Bicocca di Milano ha evidenziato come l’uso intensivo di smartphone e social media riduca la capacità di concentrazione e favorisca ansia, depressione e dipendenze.
L’Europa e il modello francese
In Europa, il fronte dei divieti si è consolidato negli ultimi anni. Nei Paesi Bassi, dal 2024, il bando riguarda smartphone, smartwatch e tablet in tutte le scuole primarie e secondarie. In Germania, Polonia, Danimarca, Portogallo e Croazia, le scuole hanno autonomia per stabilire regole interne, ma molte hanno optato per restrizioni severe. In Spagna, 14 delle 17 comunità autonome hanno introdotto divieti totali o parziali, con poche eccezioni.
Il modello più citato resta quello francese: dal 2018, la legge vieta l’uso dei cellulari nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, per tutelare interazione sociale e concentrazione. La Grecia ha seguito con norme simili, mentre nel Regno Unito il Ministero dell’Istruzione ha emanato linee guida che vietano i dispositivi durante l’intera permanenza a scuola, lasciando però autonomia ai dirigenti per l’applicazione. In alcune città britanniche sono nati anche movimenti di base, come lo “Smartphone Free Childhood” di Woodbridge, che promuove il divieto di social media ai minori di 16 anni e l’uso limitato dello smartphone per i bambini sotto i 14.
Stati Uniti: dalle big tech alle aule
Negli Stati Uniti, patria della Silicon Valley, il “Phone Free School Act” della California punta a contenere il protagonismo degli smartphone a scuola. In Texas, il divieto vale per l’intera giornata, comprese pause e intervalli; in Florida si applica a tutto il sistema educativo K-12. In altri Stati, come l’Indiana, si lasciano margini di decisione ai consigli scolastici, con regole che variano da campus a campus.
Asia e Oceania: approcci rigidi
In Asia, la Cina vieta dal 2021 l’uso dei cellulari a scuola senza autorizzazione scritta dei genitori, con alcune città, come Zhengzhou, che hanno introdotto ulteriori restrizioni. In Giappone, diverse municipalità raccomandano limiti di utilizzo e orari di “coprifuoco digitale” per minori. La Corea del Sud ha approvato un divieto nazionale che entrerà in vigore nel marzo 2026, spinta da studi che mostrano come il 22% degli studenti provi ansia senza accesso ai social media.
In Oceania, l’Australia ha scelto un approccio tra i più severi: dal 2024 vieta l’uso dei social media agli under 16 e limita drasticamente la presenza degli smartphone a scuola. In India, pur senza una legge nazionale, molte scuole hanno introdotto divieti o restrizioni interne.
Il precursore
Il Bangladesh è stato il primo Paese a muoversi: già nel 2011 aveva vietato i cellulari agli insegnanti, estendendo poi il divieto agli studenti nel 2017 per migliorare la qualità dell’insegnamento e ridurre le distrazioni.