Scuola, stangata libri: in arrivo la detrazione che può cambiare tutto

  • Postato il 10 settembre 2025
  • Di Panorama
  • 3 Visualizzazioni

Le prime campanelle stanno suonando in Italia. Parte l’anno scolastico e per le famiglie vuol dire centinaia di euro. Un figlio che inizia la prima media costa circa 550 euro in libri di testo e dizionari, se poi comincia le superiori gli euro sono oltre 800. Ma le cose potrebbero cambiare. Nella Manovra 2026 potrebbe arrivare la tanto attesa detrazione del 19% per l’acquisto dei libri e, forse, anche del materiale di cancelleria. Sarebbe una novità assoluta: ad oggi, infatti, i testi scolastici restano fuori dall’elenco delle spese che i genitori possono scaricare dalle tasse.

Detrazione libri scolastici: cosa prevede l’ipotesi nella Manovra 2026

L’ipotesi circolata in queste settimane prevede una detrazione Irpef del 19% sulle spese per i libri scolastici. Si tratterebbe di un cambiamento radicale ma che non sarebbe per tutti. L’agevolazione verrebbe infatti riservata alle famiglie con redditi bassi, individuati tramite Isee, e con un tetto massimo di spesa detraibile. Il governo starebbe valutando anche la possibilità di estendere la detrazione alla cancelleria e agli strumenti didattici di base, con un beneficio massimo di circa 190 euro l’anno per figlio. La novità riguarderebbe le spese sostenute a partire dall’anno scolastico 2025/2026, quindi i libri acquistati a settembre 2025 potrebbero essere inseriti nelle dichiarazioni dei redditi del 2026, con il primo risparmio effettivo nell’estate successiva tramite rimborso Irpef. Il consiglio, in attesa di sapere se la Manovra conterrà o no la misura, è quindi di conservare scontrini e bonifici che provino le spese fatte.

Spese scolastiche detraibili oggi: cosa possono già scaricare le famiglie

Ma ad oggi quali sono le spese scolastiche che i genitori possono già portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi?  Per i bambini che frequentano il nido, la detrazione è pari al 19% su un massimo di 632 euro l’anno, con un beneficio fino a 120 euro. Dalla scuola dell’infanzia fino alle superiori, invece, le famiglie possono detrarre fino a 800 euro per studente per rette scolastiche: con l’aliquota al 19%, lo sconto non supera i 152 euro annui. La Legge di Bilancio 2025 ha già innalzato questo tetto a mille euro, quindi nella prossima dichiarazione dei redditi del 2026. Per l’università, la detrazione resta del 19% senza limiti per gli atenei pubblici, mentre per quelli privati il beneficio viene calcolato entro soglie fissate ogni anno dal Ministero dell’Università. Sono comprese anche le spese per master, dottorati e corsi di specializzazione. Si possono portare in detrazione anche i costi dei test d’ammissione all’Università. Un capitolo a parte riguarda i licei musicali e i conservatori, dove gli studenti possono detrarre il 65% della spesa per l’acquisto di strumenti musicali fino a 2.500 euro. Inoltre, per gli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) sono interamente detraibili, sempre al 19%, gli strumenti compensativi come software e apparecchiature dedicate, senza limiti di spesa. Oltre alle rette e alle tasse sono detraibili anche le spese dei genitori per la mensa scolastica, l’assistenza al pasto, i servizi di pre e post scuola, le gite, le assicurazioni e il trasporto scolastico. Lo stesso vale per i contributi deliberati dagli istituti per l’ampliamento dell’offerta formativa, come corsi di teatro, musica o lingue. C’è infine la detrazione per gli abbonamenti ai mezzi pubblici, che riguarda anche gli studenti: è pari al 19% della spesa fino a 250 euro.

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti