Se il premier svedese usa l’Ai non mette a rischio la sicurezza

  • Postato il 8 agosto 2025
  • Di Il Foglio
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Se il premier svedese usa l’Ai non mette a rischio la sicurezza

Il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, è finito al centro di una piccola polemica dopo aver ammesso di chiedere spesso all' intelligenza artificiale un secondo parere nello svolgimento del suo ruolo. A consultarla regolarmente, ha detto al quotidiano Dagens industri, ci sono anche altri colleghi della sua coalizione di centrodestra. I prompt più utilizzati sembrano abbastanza innocui (“Cosa hanno fatto gli altri? Dovremmo pensare esattamente il contrario?”), ma la stampa svedese ed esperti del settore lo hanno comunque accusato di essere finito “nella psicosi degli oligarchi per l'intelligenza artificiale”.

La psicosi, forse, è tutta all’opposto. L’uso dell’AI come supporto per le proprie decisioni non è per forza da bollare come servilismo alla macchina. Anzi, un parere immediato e fondato su enormi quantità di dati può essere considerato una risorsa utile per limature e miglioramenti aggiuntivi nel proprio lavoro, qualunque esso sia. Preoccupante, semmai, è allenare il chatbot con dati sensibili, come quelli che quotidianamente ha in mano il premier dell’ottava economia europea per pil pro capite nell’Ue. Tali informazioni, assorbite dal sistema, finirebbero in un pericoloso buco nero compromettendo la sicurezza nazionale. Per il portavoce di Kristersson, però, nessuna informazione riservata è stata condivisa con sistemi di intelligenza artificiale. 

Che sia sincero o no, politica e amministrazione pubblica si affidano sempre più all’AI. OpenAI ha offerto ChatGPT a tutti i dipendenti federali americani al prezzo simbolico di un dollaro, mentre da noi sono allo studio tre tool progettati per assistere deputati e uffici legislativi nel lavoro parlamentare. Anche il governatore siciliano Schifani la usa, o per lo meno chi gestisce i suoi social. A giugno ha pubblicato un post sull’emergenza idrica dell’isola, dimenticandosi però di cancellare l’incipit con cui l’AI introduceva la sua risposta: “Ecco una proposta per il post su Facebook”. In quel caso il parere non è stato chiesto nemmeno a un umano

 

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Autore
Il Foglio

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