Se la rivoluzione ha un corpo, è quello di Elodie
- Postato il 6 luglio 2025
- Di Panorama
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Ormai, Elodea ovunque ti giri è già lì. Prima donna a esibirsi da sola allo stadio Maradona di Napoli, presente ai Nastri d’Argento a ritirare il premio insieme a Matilde De Angelis (giustamente avvelenata). E poi ti mangia il cuore mentre lotta per il patriarcato. E in tenuta da mistress chiude il concerto sventolando la bandiera della Palestina. La Beyoncé del Quartaccio (cit.), la dea Kalì del pop italiano, la Kim Kardashian de’ noantri, è una e trina. Ormai conosciamo meglio il suo lato B che la strada per tornare a casa. Quanto ci piace quando balla nell’acqua (noi sembreremmo balene spiaggiate). E ora mentre vi sentivate pronte dopo mesi di prova costume (non bastassero già le altre di prove), lei vi molla il suo ennesimo nudo integrale su Instagram. Perfetta, liscia, luccicante, sensualmente sdraiata su ciocchi di legno. E sotto un bel consolatorio: «Buon fine settimana». Ma dove? Stiamo annegando nella Cayenna, se va bene in coda da quattro ore bloccati sulla Pontina per raggiungere un fazzolettino di spiaggia, imbustate nel costume a fiori dell’anno scorso, più pallide del Bianconiglio. Seppur sofferente il popolo social davanti a cotanta bellezza apre il ventaglio e si avventa sulla tastiera: «Bellissima, ma una foto vestita ce la fai a farla?», «Canta o fa calendari», «Se avessi il suo fisico girerei anche io nuda», «Sei una dea», «La foto è ritoccata, la schiena è modificata, si vede», «La sua coscia brilla più del mio futuro». Quanta verità: Elodie Di Patrizi ha giocato bene le sue carte. È diventata il manifesto woke del nudo come arma politica. «La gente si indigna ancora perché mi spoglio», ha dichiarato. Che l’indignazione sia il motore dei social è ormai solo una traccia di uno dei temi della maturità. La verità è che non ci indigniamo da troppo tempo più per nulla. Come potremo farlo davanti alle seppur belle chiappe della regina del pop italiano? Elodie spogliati quanto vuoi, non ti fermare, che poi in un attimo sfioriscono le viole come cantava Rino Gaetano. E così mentre con una mano tengono la cofana di insalata di riso, sempre nel solito buon fine settimana, con l’altra i twittaroli scrivono: «Ma perché è sempre nuda? Forse c’è veramente bisogno di far parlare di sé in mancanza d’altro», «Quanto lotta per il patriarcato», «Posso avere un biglietto, ma di quelli da 10 euro?». Sembrano i soliti rosiconi, invece un malessere agita il mondo della musica dal vivo, a cominciare dall’inchiesta di Selvaggia Lucarelli e dalle parole di Federico Zampaglione, che hanno messo in luce il sistema dei finti sold out. Vampiresco, muscolare, stressante, una fonte di infelicità e indebitamento anche per gli artisti più importanti. Elodie sarebbe una di loro. E così mentre aspettiamo il suo prossimo successo insieme a Sfera Ebbasta, l’unica domanda che ci sentiamo di farle è: Elodie, ma che legno è quello lì sotto?