Sei Nazioni, World Rugby sta pensando di portarlo negli USA come spot in vista della Coppa del Mondo 2031
- Postato il 3 novembre 2025
 - Di Virgilio.it
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                                                                            L’America chiama, e il rugby (a quanto pare) sembra intenzionato a rispondere. Perché l’ovale dall’altra parte dell’oceano non fa più rima soltanto con football: nel 2031 gli Stati Uniti organizzeranno la prima Coppa del Mondo nel continente americano, e le tappe di avvicinamento rischiano di andare a riscrivere convenzioni e tradizioni piuttosto ben radicate nel continente europeo e nell’emisfero australe. Tanto che la federazione internazionale sta pensando seriamente di far traslocare alcuni tra gli appuntamenti più importanti delle prossime annate direttamente sul suolo statunitense, in una sorta di marcia d’avvicinamento al 2031.
- Strano ma vero: NFL e NBA l'hanno fatta al contrario
 - La rivelazione di Gilpin: "Le squadre del Tier 1 negli USA"
 - Quando il calcio emigrò negli States prima del mondiale 1994
 
Strano ma vero: NFL e NBA l’hanno fatta al contrario
Debita è la premessa: il rugby non sta inventando nulla, semmai sta semplicemente pensando di battere strade che altre discipline hanno già intrapreso da tempo. E si rassegni chi vede di cattivo gusto l’idea di spostare un Milan-Como a Perth, in Australia (la Liga voleva portare Barcellona-Villarreal a Miami, ma è stata stoppata dai club): se lo fa il calcio, possono farlo anche altri sport.
Il football peraltro ha fatto sin qui il percorso inverso: ha portato ogni anno sempre più partite in Europa, sfruttando i favolosi impianti del Nord (Monaco di Baviera per primo, ora sono di casa al New White Hart Lane, la casa del Tottenham a Londra), e così facendo ha ampliato i propri confini. Persino l’NBA è venuta dall’altra parte dell’oceano: dopo Parigi, tappa abituale negli anni passati, quest’anno Magic e Grizzlies giocheranno due sfide ravvicinate a metà gennaio, la prima a Berlino, la seconda a Londra (nel 2027 si giocherà a Manchester e a Parigi, nel 2028 ancora a Berlino e Parigi).
Ma perché mai il rugby dovrebbe seguire questo trend? Perché gli Stati Uniti sono la nuova frontiera del mondo ovale, e non a caso i 65.000 spettatori che sabato hanno assistito al Soldier Field di Chicago al successo degli All Blacks nel test match con l’Irlanda non aspettano che altre sfide come questa.
La rivelazione di Gilpin: “Le squadre del Tier 1 negli USA”
World Rugby ha preso a cuore la questione e tramite il suo CEO, Alan Gilpin, ha fatto capire che sono allo studio molte iniziative per portare eventi di ribalta internazionale negli Stati Uniti da qui al 2031. E del lotto farebbero parte anche gare del Sei Nazioni e del Rugby Championship.
“Ci sono molte opportunità in ballo e stiamo seriamente pensando a come aumentare l’audience in vista della Coppa del Mondo 2031. Portare partite delle principali competizioni internazionali potrebbe essere una buona idea: ben 27 città hanno dato la loro disponibilità a ospitare una o più partite dei tornei, che avrebbero ricadute importanti sia dal punto di vista commerciale, sia della crescita del movimento”.
Tra le ipotesi al vaglio, quella di “imporre” alle nazionali del Tier 1 (cioè della prima fascia mondiale) di venire a giocare sistematicamente almeno una partita nei prossimi 6 anni, che potrebbe anche essere un test match estivo o autunnale, se non proprio di una delle competizioni alle quali partecipano.
Quando il calcio emigrò negli States prima del mondiale 1994
Si potrebbe già cominciare a pensare a quello che potrebbe accadere se si giocasse una sfida tra Italia-Galles a Miami o un All Blacks-Sudafrica a Los Angeles. Certo avrebbero un fascino decisamente diverso rispetto a una sede canonica come l’Olimpico o Eden Park, ma la globalizzazione richiede anche scelte che sulle prime possono apparire impopolari, e a quanto pare World Rugby ha capito che far girare l’economia è il modo migliore per far crescere la disciplina nei luoghi dove ci sono maggiori spazi di manovra.
Anche il calcio più di trenta anni fa fece lo stesso a ridosso del mondiale di USA 1994: la US Cup 1992 portò negli States nazionali come Italia, Irlanda e Portogallo (oltre alla nazionale di casa), volutamente per cercare di “catechizzare” le folle americane in vista del mondiale (indimenticabile lo sfottò in diretta tv di Bruno Pizzul contro le grafiche sbagliate delle tv locali).
E l’anno dopo furono Germania, Brasile e Inghilterra (che peraltro al mondiale non andò, perché mancò la qualificazione) a disputare la seconda edizione. Nel settembre 1993 addirittura la Supercoppa Italiana traslocò a Washington, con il Milan vincente per 1-0 sul Torino. Insomma, non sarebbe la prima volta, ma certo farebbe un effetto strano. E in un mondo conservatore come quello del rugby, qualcuno potrebbe prenderla veramente male.